In concomitanza con lo sciopero nazionale, la categoria dei metalmeccanici, unitariamente, ha organizzato uno sciopero di 8 ore, con manifestazione davanti al Palazzo della Presidenza della Giunta regionale, con inizio alle ore 9,00.
Nel volantino, diffuso da FSM/CISL FIOM/CGIL UILM/UIL di Cagliari vengono illustrati i motivi dello sciopero.
La situazione dell’industria metalmeccanica è segnata da difficoltà e crisi aziendali. Quasi ogni giorno vi sono chiusure di stabilimenti, riduzione di attività, ricorso alla cassa integrazione, apertura di procedure di mobilità, quando non licenziamenti collettivi.
Sono a rischio estinzione settori come quello delle installazioni telefoniche, con la perdita di centinaia di posti di lavoro.
Tutto ciò a causa di politiche sbagliate da parte degli imprenditori e della classe politica, Governi nazionali e Giunte regionali.
Il Governo nazionale non investe in ricerca e innovazione, assolutamente necessarie per mantenere alta la competitività della nostra industria, oggi stretta tra la concorrenza internazionale dei Paesi emergenti, nei quali il costo del lavoro è bassissimo a causa dello sfruttamento dei lavoratori, e i Paesi più avanzati, nei quali invece si punta sulla qualità del prodotto.
E’ necessario, a parere di CGIL CISL UIL dei metalmeccanici, una svolta e per questo occorre aprire un confronto serio con le Imprese, con il Governo nazionale e con la Giunta Regionale sarda sulla situazione del settore, dando priorità alle questioni più urgenti, quali le Telecomunicazioni, la Ricerca, l’Innovazione tecnologica e l’impiantistica ma anche prevedendo un rilancio della cantieristica navale.
Vanno anche contrastate le chiusure di aziende come VITROCISET e BIV TECHNOLOGY.
In conclusione le segreterie dei metalmeccanici chiedono:
-una politica di sostegno dell’industria con iniziative concrete quali l’avvio di infrastrutture necessarie, progetti di formazione adeguata e sostegno alla ricerca e all’innovazione;
-un’estensione della copertura degli ammortizzatori sociali, affiancandovi idonei processi di aggiornamento professionale;
-ridurre il più possibile l’area del lavoro precario, ricorrendo invece alla stabilizzazione dei rapporti di lavoro.