07/02/2009
Congresso della Femca di Cagliari: eletta la segreteria e il consiglio generale.
Sotto l'attenta e precisa presidenza del segretario generale regionale della FEMCA, Gianni Basciu, si è svolto il 6 e 7 febbraio, presso la Cisl, il congresso territoriale della FEMCA di Cagliari.
Dopo la relazione di Marco Nappi, segretario uscente poi riconfermato, sono intervenuti numerosi invitati, tra i quali l'assessore provinciale all'industria Comandini, i segretari della FILCEM e della UILCEM, il segretario della FLAEI Maurizio Ciotola, e numerosi invitati. I lavori della prima serata sono stati conclusi da Mario Bertone, segretario nazionale di categoria.
L'appassionata relazione di Marco Nappi ha toccato i punti più rilevanti oggi sul tappeto: dalla questione dell'energia a quella delle infrastrutture, dai problemi del Medio campidano a quelli di Abbanoa, azienda i cui lavoratori sono ora inquadrati con il contratto Federgasacqua. La relazione ha anche trattato del recente accordo separato sugli assetti contrattuali e delle divisioni sindacali oggi esistenti.
Nella seconda giornata, dopo l'intervento del segretario UST, Fabrizio Carta e quelli - numerosi - dei delegati, ha svolto le conclusioni del congresso, Gianni Basciu, fortemente preoccupato per la situazione di crisi attraversata dal paese e dalla Sardegna. Al termine dei lavori è stata approvata la mozione conclusiva (di seguito) ed è stato rieletto segretario generale, a larghissina maggioranza, Marco Nappi il quale ha indicato come componenti Efisio Ibba e Gialuigi Lai.

Il 3° Congresso territoriale della Femca CISL Territoriale di Cagliari, riunito presso il Salone Sechi della Cisl Cagliaritana, nei giorni 6 e 7 Febbraio 2009 approva la relazione del Segretario Generale Uscente Marco Nappi e i contributi del Segretario Nazionale della Femca Mario Bertone, del Segretario Generale della Ust di Cagliari Fabrizio Carta e del Segretario Generale Regionale della Femca Gianni Basciu e formula la seguente:

MOZIONE CONCLUSIVA

Il Congresso ritiene indispensabile leggere i mutamenti della società e governare le trasformazioni che investono la politica e l’economia.
La prima sfida che il sindacato si trova di fronte è quella della globalizzazione dell’economia e la crescita della competizione internazionale che condiziona, in modo determinante, un’organizzazione del lavoro, sempre più esposta ed orientata agli obiettivi dell’impresa e ad un mercato che lascia pochi spazi ai bisogni dei lavoratori.
La Femca deve mettere in campo la sua iniziativa per il rispetto dei diritti sociali e del lavoro di ogni popolazione. L’azione della Femca deve essere rivolta ad affermare la centralità del lavoro come opportunità di sviluppo e di crescita economica e sociale, in grado di conciliare esigenze produttive e bisogni dei lavoratori.

Il 3° Congresso della Femca di Cagliari ritiene necessario impegnare tutti i livelli dell’organizzazione per porre al centro delle questioni sindacali il problema del mezzogiorno e della Sardegna, in particolare dell’apparato produttivo del nostro territorio.

Per far fronte al nuovo mercato del lavoro, più dinamico ma più instabile, è necessario che il sindacato assuma come priorità la tutela e la promozione dei lavoratori, attraverso strumenti di sostegno, nuovi ammortizzatori sociali estesi a tutte le categorie di lavoro e finalizzati al reinsemento.

In questa logica, il Congresso ritiene necessaria anche una maggiore partecipazione delle donne al mercato del lavoro, ed una parallela maggiore presenza femminile nei gruppi dirigenti del sindacato.

Il problema lavoro rappresenta l’obiettivo primario per la Femca in un territorio quale quello Cagliaritano e del Medio Campidano, nei quali il declino produttivo e industriale rende drammatica la situazione e determina condizioni di crisi, nelle quali sono coinvolte fasce di popolazione sempre più estese, a partire dalle donne e dai giovani.

Il Congresso ha denunciato l’acuirsi della crisi del settore chimico, a tutt’oggi, pur dopo grandi iniziative e manifestazioni sindacali Regionali e Nazionali, non siamo ancora riusciti a rendere esigibile l’accordo di programma della Chimica Sarda.

Senza apparire rassegnati, si ritiene che questa possa considerarsi una grande occasione mancata per lo sviluppo ed il consolidamento della Chimica, ma più in generale dell’industria dell’area Cagliaritana.

E’ difficile pensare che un accordo che contiene 300 Milioni di Euro, di cui 100 solo per l’area Cagliaritana, possa rimanere un incompiuta.
Nell’area Cagliaritana sono presenti 3 pontili industriali (Syndial, Polimeri Europa, Saras ed il Porto Canale di Cagliari), si dispone di aree favorevoli all’insediamento di iniziative industriali di filiera disponibili nella zona di Macchiareddu e tranne la Chimica di Polimeri Europa e della Raffineria Saras che viaggiano ad una velocità diversa, per via della loro integrazione e
scambio di prodotti, la chimica di Macchiareddu (Syndial) rischia seriamente di essere cancellata definitivamente, proprio per il mancato decollo dell’accordo di Programma.

L’impegno della Femca deve orientarsi nell’insistere a rilanciare in Sardegna questa delicata vertenza, cercando di sfruttare le tanto dichiarate disponibilità del Governo Nazionale, presente massicciamente in Sardegna durante l’attuale campagna elettorale in occasione del rinnovo del Consiglio Regionale Sardo.

Gli effetti negativi di un’assenza di politica industriale da parte del Governo e della Regione in Sardegna, sono ormai insopportabili.
Anche dove l’industria va meglio, come nella zona industriale di Sarroch, si scontano ritardi strutturali, specie per la viabilità. La SS 195, oltre ad essere impercorribile e fuori dai più elementari standard di sicurezza, diventa ancora più impraticabile durante il periodo estivo per via dell’aumento del traffico diretto alle zone balneari.

La recente emergenza, durante l’ultima alluvione, ha ricordato drammaticamente le inefficienze e la pericolosità di questo tracciato e dell’esposizione ai rischi delle popolazioni adiacenti.

La realizzazione del tracciato della nuova strada statale 195, rappresenta un elemento di estrema importanza per la difesa ed il consolidamento di tutto l’apparato industriale.

Malgrado i numerosi proclami della Regione Sardegna, il sistema industriale di Sarroch è rimasto in piedi grazie al sistema diretto generato dalle imprese, in primis la Saras che con i 1000 lavoratori diretti e 15 milioni di greggio lavorato all’anno crea un indotto di quasi 6000 buste paga.

Altro tassello importante è l’energia, madre di tutti i problemi per uno sviluppo del settore industriale. Sono troppe le imprese di piccola e media dimensione che sopportano costi elevati per i propri fabbisogni energetici.
Le produzioni, a partire da quelle della Syindial, altamente energivore e di tutte quelle che utilizzano gasolio e gpl, rappresentano una parte importante dei costi di produzione nei propri bilanci.
La Sardegna e l’Italia non hanno ancora deciso su quale forma energetica puntare e non si può aspettare all’infinito per trovare una soluzione a questo problema.

In attesa di politiche tangibili sul fronte energetico, riveste un importanza fondamentale continuare a perseguire la strada degli accordo bilaterali con Enel ed Endesa, con la partecipazione della Regione Autonoma della Sardegna.

Nel 2012 dovrebbe ( e preferibile usare il condizionale) arrivare il metano dall’Algeria attraverso la costituzione del Consorzio Galsi, ci si chiede se non sia il caso di rendere efficace questa intrapresa, estendendo i benefici anche ai cittadini privati per gli usi domestici e favorendo la creazione di reti cittadine in tutto il territorio isolano.


Da più parti è emerso che la realizzazione di questa importante infrastruttura potrebbe determinare effetti negativi sulla realtà della Isgas che si occupa della gestione e distribuzione del gas cittadino.
La questione è assolutamente infondata in quanto rappresenterebbe una potenzialità essendo la nuova rete, appena realizzata, già predisposta per ricevere il metano anziché l’attuale aria propanata.

Vale la pena sottolineare che, nelle casse della Regione, giacciono ingenti risorse per la creazione di queste infrastrutture. Noi riteniamo debbano essere sbloccate e investite al più presto al fine di rendere integrato l’utilizzo del tanto atteso metano.


Oltre il gravoso problema dell’energia, occorre risolvere quello dei trasporti, del credito e di tutti quei servizi alle imprese, ormai obsoleti, nonché puntare ad un ammodernamento della Pubblica Amministrazione( vedi sportelli unici per le attività produttive) che deve essere funzionale allo sviluppo socio economico del territorio.

Il Congresso della Femca, relativamente alla sicurezza, ritiene che qualche risultato c’è stato, anche se non entusiasmante, ma ancora c’è molto da fare da parte sindacale, ma anche da parte degli organi Ispettivi che devono mettere un impegno straordinario, altrimenti c’è il rischio che le buone leggi, considerata anche l’attuazione del nuovo decreto legge 81, Testo unico per la sicurezza, siano vanificate dall’applicazione in concreto: e non sarebbe la prima volta che questo accade. Spesso, a fronte di una buona legislazione, non abbiamo riscontri reali perché non abbiamo gli uffici pubblici che funzionano a causa della cattiva organizzazione o delle scarse risorse messe a disposizione dello Stato.

Ma la vera scommessa su cui investire è assecondare una cultura della sicurezza che deve essere patrimonio non solo dei tecnici addetti al settore ma dell’intera collettività.
Per questo le aziende ma anche la scuola, attraverso un insegnamento istituzionale, rappresentano il luogo ideale per promuovere la cultura della sicurezza e sviluppare il valore della prevenzione.

L’insegnamento si deve sviluppare essenzialmente sulla capacita di percepire il pericolo e di assumere comportamenti corretti che consentano di affrontare consapevolmente i rischi di incidenti gli effetti negativi.

Sul piano strettamente industriale, il congresso considera importante l’applicazione ed il decollo delle certificazioni Emas, essendo l’unica tipologia di certificazione sul rispetto dell’ambiente che garantisce criteri di trasparenza, e reale coinvolgimento degli attori sociali del territorio.

Il Congresso evidenzia la questione della situazione idrica in Sardegna che ha visto la Femca fortemente impegnata.

La legge Galli prevede la privatizzazione di tutte le società pubbliche che gestiscono le risorse idriche.

Dopo tante discussioni, talvolta strumentali, due anni fa si è costituita, fra mille difficoltà, la nuova società (Abbanoa). Si sono registrate delle contrapposizioni tra i sindacati di categoria pensando di opporsi sul cambio di area contrattuale nonostante la legge parlasse chiaro. Il risultato è stato che il contratto assunto è stato quello di Federgasacqua ( titolarità Femca) e i lavoratori non hanno ottenuto tutte le garanzie dei diritti acquisiti e tutte le relative partite di un’armonizzazione dei due contratti.

Abbanoa rappresenta un patrimonio infrastrutturale e di professionalità che con i suoi 1400 dipendenti diretti e circa 600 che operano attraverso le ditte di appalto, si attesta fra le aziende più importanti della Sardegna.

Il congresso della FEMCA ritiene necessario percorrere tutte le strade per rendere il sistema il più omogeneo possibile, invitando l’azienda a rendere immediatamente esecutivi gli accordi sottoscritti, per evitare che queste intese appaiono come degli ordini impartiti dall’alto.

La complessità organizzativa di questa azienda si ripercuote sul servizio che deve dare, la distribuzione dell’acqua non può avere lunghe attese sui nuovi allacci, non è più possibile che con i sistemi informatici odierni ci siano dei ritardi sulla bollettazione e soprattutto la prossima giunta regionale dovrà rendere immediatamente fruibili le risorse finanziarie dedicate ad un bene primario come l’acqua.
Per quanto riguarda il settore Chimico Farmaceutico e in particolare gli informatori scientifici del Farmaco (I.S.F) viene ritenuta molto importante questa categoria di lavoratori.

Il confronto che si è tenuto nelle sedi istituzionali ha evidenziato l’importanza che riveste questa categoria professionale per la nostra salute.

E necessario incalzare il prossimo Assessore Regionale alla Sanità, affinchè i tagli e le politiche in quel settore vengano modificate.

Si considera di estrema importanza implementare il supporto per questa categoria di lavoratori, non dimenticandoci che dall’l’informativa che svolgono ai nostri medici curanti, ne va parte della nostra salute.

Il Congresso riconferma la scelta della concertazione, abbandonata dalla Giunta Regionale, come politica di relazioni tra le rappresentanze politiche, istituzionali, economiche e del sindacato. Vene ritenuto urgente sollecitare la Giunta Regionale, che sarà espressione del voto elettorale della prossima settimana in Sardegna, affinché venga ripristinata al più presto il confronto necessario e la normale dialettica fra le parti.
La priorità della Giunta Regionale deve essere quella di dare risposte puntuali ai tanti giovani, donne e disoccupati, che ancora non hanno avuto alcuna opportunità di lavoro e ai lavoratori, non più giovani, espulsi dai processi produttivi e che non trovano altra collocazione.
Prima ancora che si formi il nuovo governo, vi è la riproposizione di un rapporto con la politica antitetico al sindacato dell’autonomia:

- nei confronti dei governo di centro sinistra la CGIL si schiera politicamente in modo organico come un partito della coalizione - dall’elaborazione del programma alla proposta del Patto di legislatura -, per condizionarla da posizioni massimaliste e radicali sul piano sociale.

- nei confronti dei governo di centro destra la CGIL identifica il dissenso sociale con l’opposizione politica, per cui si inibisce pregiudizialmente qualunque negoziato e l’esempio di quanto sta succedendo a livello Nazionale su diverse vertenze, tipo Alitalia e la riforma del modello contrattuale ne sono il chiaro esempio.

In Sardegna si rischia quindi, in caso di vittoria del centrodestra, di iniziare la nuova legislatura, con tutte le difficoltà di confronto per un sindacato come la Cisl, che ha sempre considerato l’autonomia, un valore imprescindibile.

Il Congresso della Femca ritiene che , pur senza rinunciare a progetti più ambiziosi di confronto, anzi per rendere più credibile questa prospettiva, i rapporti con la Cgil e la Uil dovranno essere improntati ad un positivo pragmatismo, proprio dell’agire più innovativo della Femca.
Non servono tra CGIL CISL UIL le continue drammatizzazioni che lacerano e paralizzano.
Piuttosto è necessario prendere atto di volta in volta, nella chiarezza delle reciproche posizioni e valutazioni, delle difficoltà e affrontarle, facendo convivere una civile dialettica del nostro storico pluralismo con quanto è possibile fare unitariamente, che è poi il tracciato di tutta la nostra storia.
Il dibattito sindacale (culturale, politico e vertenziale) deve uscire dal cerchio ristretto dei vertici e deve coinvolgere dirigenti, quadri, iscritti e i lavoratori sui posti di lavoro.

Si deve tornare con più determinazione e convinzione alla democrazia sindacale, restituendo, nei processi decisionali, voce agli iscritti e ruolo agli organi rappresentativi di ogni livello.




Nella Provincia del Medio Campidano, sfruttando anche la creazione della nuova Unione Sindacale Territoriale Cisl, bisognerebbe puntare sul rilancio della piattaforma di sviluppo della zona.

Il medio Campidano, in particolare il Villacidrese è un territorio con un’alta vocazione industriale che ha subito in passato fughe di grandi gruppi come la Snia, l’Enichem, ma anche dello storico comparto minerario del Guspinese.

Le aree industriali attrezzate candidano questo territorio tra quelli potenzialmente disponibili all’insediamento di nuove iniziative industriali.

Uno dei punti di forza è il settore delle ceramiche, dopo la mancata creazione del polo delle ceramiche e di una azienda che produce prodotti biomedicali, bisogna stringersi sulle uniche imprese che si interessano ancora di questo tipo di produzioni.

Il congresso della Femca ritiene importante la costituzione della nuova Unione Territoriale della Cisl e pur non essendo nelle condizioni di costituire in loco una nuova Federazione, garantisce l’impegno e presenza individuando da subito i dirigenti che avranno la responsabilità di rappresentare la Femca “nel nuovo Territorio sindacale.”

Nell’ambito delle politiche ambientali e di tutela della salute, va data la necessaria attenzione, rivendicando migliori condizioni di sicurezza nei cantieri. Perciò sono necessarie adeguate iniziative per il riconoscimento ai lavoratori dei danni provocati dall’amianto e va inoltre rivendicata l’applicazione del documento unico di regolarità contributiva,(DURC).

Il 3° Congresso Territoriale della Femca considera la non realizzazione dell’accorpamento o unificazione con la Flaei un occasione mancata per rendere veramente omogeneo e sinergico il comparto dell’Energia, ma condivide totalmente e la approva, la posizione assunta dell’organizzazione nel volersi riaggiornare su questa possibilità di percorso comune.

Infatti, il congresso prende atto che, mentre la Femca sviluppava un confronto pensando ad un progetto di accorpamento, gli amici della Flaei si orientavano ad un operazione di scorporo del settore energia Femca per il rafforzamento della loro area contrattuale, continuando a mantenere lo status di Federazione autonoma.


Sul piano della valorizzazione dei giovani e della formazione e da ascrivere positivamente la presenza di tanti giovani, ma anche di tante ragazze, nell’organizzazione, il congresso quindi impegna la nuova segreteria nel proseguire nella strada tracciata e puntando il più possibile sui percorsi formativi per la crescita della nuova dirigenza e delle rappresentanze di base.

Sono indispensabili soluzioni adeguate per favorire un efficace rilancio dello sviluppo economico ed occupazionale, con attività tra loro integrate e che tengano conto delle risorse ambientali, turistiche, culturali che il territorio è in grado di offrire, utilizzando, in modo intelligente, gli strumenti e le risorse disponibili a livello territoriale, regionale, nell’ottica di uno sviluppo sostenibile.

Il Congresso ritiene, infine, che l’azione della Femca avrà maggior peso con il pieno coinvolgimento di tutti i livelli dell’organizzazione e dei servizi, individuando linee sinergiche che rendano più incisive l’azione sindacale , con un’azione di sistema e valorizzando gli apporti fondamentali di tutti i delegati e di tutti gli iscritti che rappresentano la vera ricchezza dell’organizzazione.


Cagliari 7 Febbraio 2009 ( APPROVATO ALL’UNANIMITA’)