COMUNICATO STAMPA
La Regione Sarda segue, purtroppo, l’esempio del Governo nazionale sul versante della cartolarizzazione del patrimonio abitativo, accingendosi a vendere anche quello sociale, cioè quello riguardante le famiglie a basso reddito, che abitano in alloggi di edilizia residenziale pubblica. Non si capisce come si pretenda che queste famiglie possano essere costrette ad acquistare il proprio alloggio, pur non avendo le disponibilità economiche per diventare proprietari.
La deliberazione della Giunta regionale del 9 marzo scorso n° 9/13, autorizza, infatti, l’Istituto autonomo case popolari della provincia di Sassari ad affidare i relativi adempimenti di alienazione a società qualificate,anche attraverso forme di cartolarizzazione.
Questa scelta è originata dal fallimento registrato nell’alienazione del patrimonio, come previsto dalla legge 560, da parte dello IACP di Sassari, il quale, avendo inserito nel piano di vendita 2818 alloggi, come previsto dalla legge 560, ha visto una risposta di acquisto pari ad 865 alloggi, percentuale inferiore al 50%.
Colpisce che questo dato non sia stato letto come una difficoltà economica da parte degli assegnatari a diventare proprietari !
Perciò il SICET, insieme alla Cisl Regionale, invita la Regione Sarda a non insistere su operazioni finalizzate solo a far cassa, e che, in realtà, incidono sulla continuità abitativa delle classi sociali più deboli. La Regione avrebbe dovuto agire in modo omogeneo rispetto ad altre regioni, le quali, come previsto dalla legge 136/99, hanno diminuito la percentuale di alienazione del patrimonio abitativo sociale, sotto la soglia del 50% oppure, in certi casi, hanno bloccato i piani di alienazione.
Al contrario la Regione Sarda sta vendendo il patrimonio in una percentuale pari al 70%.
Il fatto è ancora più grave se si considera che, in questa fase, i finanziamenti all’edilizia sociale sono praticamente scomparsi.
L’accentuazione della politica di alienazione del patrimonio immobiliare pubblico, voluta dalla Giunta regionale, va a discapito di quei cittadini, soprattutto lavoratori monoreddito, pensionati e disoccupati, che non possono entrare nel mercato abitativo, a causa dei prezzi di locazione troppo elevati.
CISL e SICET contestano quindi questa politica e faranno di tutto perché questa visione del problema, non finalizzata ad uno sviluppo del settore, sia modificata, mettendo in campo tutte le iniziative necessarie a contrastare l’iniziativa e, in particolare, attivandosi in tutte le sedi, perché tale operazione sia pubblicizzata tra gli assegnatari e tra i cittadini.