10/03/2009
CAMPUS UNIVERSITARIO: le vere ragioni di un no inatteso
COMUNICATO STAMPA


CAMPUS UNIVERSITARIO: le vere ragioni di un no inatteso
Commento del SICET


Aree verdi, carenza di servizi, eccessi di volumetria sono state le scuse utilizzate dal Consiglio Comunale di Cagliari per giustificare un no, quello al progetto del nuovo Campus Universitario, che ci aveva sorpreso non poco. Ma la verità è venuta fuori in questi giorni, sotto forma dell'approvazione di un piano del centro già votato in giunta e che prevede numerosi interventi per la trasformazione di edifici del centro storico in residenze per gli studenti, un piano che evidentemente qualcuno aveva già nel cassetto da poche settimane, al momento del blocco del campus.

Quello che il Comune non ci dice e che il SICET (Sindacato Inquilini Casa e Territorio aderente alla CISL) chiede con forza è quali saranno i fondi utilizzati per le opere, come saranno acquisiti e recuperate le aree in un centro storico che viene venduto a peso d'oro (ed un palazzo pesa tanto...) e soprattutto dove trovare lo spazio per la costruzione dei servizi necessari, che non sono di certo i ristoranti panoramici di cui sentiamo parlare. Inoltre ci interessa anche comprendere chi dovrebbe occuparsi della gestione di un patrimonio per il quale più che “diffuso” ci pare più corretto l'aggettivo “frammentato”.

L'idea del SICET è che il recupero del centro storico passi per un adeguata politica abitativa, che non può essere misurata in “posti letto” ma in unità abitative, con l'integrazione di edilizia privata e pubblica (sociale in primo luogo), cosa che non esclude in alcun modo, ovviamente, anche la creazione di alloggi destinati agli studenti.

Inoltre, un campus diffuso in una zona della città in cui la viabilità è già difficile, non sembra in grado di rispondere alle esigenze di mobilità degli studenti i quali, è bene ricordarlo, non sono solo quelli del polo giuridico-economico o di Sa Duchessa, ma anche quelli che hanno parte o tutte le proprie lezioni nel complesso della Cittadella Universitaria di Sestu o in altre aree lontane dal centro storico.

Attendiamo, insomma, delucidazioni da parte dell'amministrazione, sperando che questa volta abbiano carattere concreto e non siano limitate a dichiarazioni di intenti generiche che, come tali, paiono sempre condivisibili ma che in realtà mascherano una insanabile carenza di programmi di edilizia concreti e, soprattutto, concertati.