12/03/2009
No all'aumento dell'etā della pensione per le lavoratrici dei servizi pubblici
La CISL e la FPS dicono no alla proposta del Governo di far aumentare, seppure gradualmente, l'etā della pensione per le donne in servizio presso le pubbliche amministrazioni.
Questa posizione č spiegata in un volantino della FPS (su questo sito nella sezione documenti Cisl):
Le regole attuali:
Il requisito per la pensione di vecchiaia INPDAP č di 60 anni di etā, le lavoratrici su richiesta volontaria possono rimanere al lavoro fino a 65 anni.
La proposta del Governo di aumentare l'etā pensionabile della lavoratrici pubbliche attraverso 5 scalini progressivi che ogni 2 anni fanno salire la soglia. Secondo la proposta occorreranno:
- 61 anni di etā per chi vorrā andare in pensione da 1 gennaio 2010 al 31 dicembre 2011;
- 62 anni di etā dal 1° gennaio 2012 al 31 dicembre 2013;
- 63 anni di etā dal 1° gennaio 2014 al 31 dicembre 2015;
- 64 anni di etā dal 1° gennaio 2016 al 31 dicembre 2017;
65 anni di etā dal 1° gennaio 2018.
LA CISL NON CONCORDA SUL METODO:
E' INAMMISSIBILE che il Governo abbia deciso unilateralmente su questa materia previdenziale, senza aprire un confronto con il sindacato.
NON SIAMO D'ACCORDO SUL MERITO perchč:
- VOGLIAMO MANTENERE criteri di accesso uguali alla pensione di vecchiaia per le lavoratrici pubbliche e private;
- PER MOLTISSIME DONNE il pensionamento precoce č imposto da condizioni familiari, dalla cura dei figli e degli anziani;
- BISOGNA PRIMA INTERVENIRE sui fattori che permettono la conciliazione dei tempi vita lavoro (come gli asili nido o l'assistenza domiciliare degli anziani).
nota a cura della FPS nazionale