NOTA STAMPA
su riforma modello contrattuale e referendum CGIL
I lavoratori sardi non hanno bocciato la riforma della contrattazione sotto-scritta dalla quasi totalità delle associazioni il 22 gennaio u.s.. Solo la Cgil, tra le associazioni di rilievo, non ha sottoscritto tale intesa. In Sardegna non si è registrato alcun referendum nelle aziende; forse la Cgil ha consultato i suoi i-scritti. Ma è altra cosa dal referendum. Pertanto le affermazioni riguardanti il diniego all’accordo sottoscritto dalla stragrande maggioranza dei sindacati e delle associazioni non corrisponde a verità.
La Cisl sarda ritiene che la riforma della struttura della contrattazione rappre-senti un fatto storico e di enorme rilievo sociale perché produce effetti positivi sulle buste paga dei lavoratori e perché modifica l’indice “beffa” fissato dai governi sull’inflazione programmata. Si utilizzerà l’indice europeo molto più vicino all’andamento generale dei prezzi. Inoltre con la contrattazione di se-condo livello si avranno benefici che riguarderanno la copertura economica dei nuovi contratti dal momento della firma, la riduzione della tassazione sui premi di produttività del secondo livello, la triennalità della contrattazione na-zionale, con l’unificazione della parte economica con quella normativa. La condivisione di nuove regole per la certificazione della rappresentanza per la proclamazione degli scioperi, e l’approvazione delle piattaforme contrattuali e degli accordi, il rilancio della bilateralità. Il potenziamento delle relazioni in-dustriali nel territorio e in azienda. Non è previsto alcun livellamento al ribas-so del salario definito dal contratto nazionale. La contrattazione territoriale e aziendale definita nella riforma rafforzerà il ruolo del sindacato e non cancel-lerà, ma rafforzerà i diritti dei lavoratori pubblici e privati. L’iniziativa unilate-rale della Cgil con la manifestazione romana del 4 aprile p.v. è un attacco alle scelte di quanti hanno sottoscritto l’intesa piuttosto che alle politiche del Go-verno. Di ben diverso tenore è l’apprezzamento espresso dal sindacato euro-peo sulla riforma contrattuale italiana, che suona invece come una bocciatura per il sindacato di Epifani.
La Cisl sarda sottolinea quanto espresso da Raffaele Bonanni e cioè “che la Cgil non può pensare di essere l’alfa e l’omega del sindacalismo italiano. Non è il solo sindacato, ma una delle grandi centrali sindacali, come la Cisl. La Cgil chiede di essere rispettata, ma rispetti anche le opinioni altrui”.
La Cisl sarda ritiene invece indispensabile profondere ogni impegno unitario per contrastare la crisi economica e sociale che da anni nell’Isola produce nuovi poveri con una velocità impressionante. In questa direzione è importan-te che il sindacato costruisca le necessarie iniziative unitarie.
Il Segretario Generale(Mario Medde)