15/05/2009
Crisi in Sardegna: un documento di Cgil Cisl Uil Regionali.
COMUNICATO STAMPA
Una mobilitazione dei lavoratori per difendere le produzioni e l’occupazione e per rilanciare le vertenze sullo sviluppo industriale e produttivo in Sardegna.
È questa la decisione assunta dalle segreterie regionali di CGIL CISL UIL riunite in data odierna per affrontare la drammatica situazione delle realtà industriali e il fenomeno dilagante della disoccupazione, e del lavoro precario.
Un attivo di delegati e dirigenti, previsto per il 9 giugno, preparerà le iniziative di mobilitazione e di lotta.
La richiesta che verrà portata domani 15 maggio all’incontro con la Giunta regionale riguarda: l’istituzione e l’avvio di un tavolo di crisi in Sardegna e la riapertura, dopo una lunga stasi, del confronto a Palazzo
Chigi tra Stato, Regione e parti sociali per rilanciare l’Intesa Istituzionale di Programma e, in tempi brevissimi, per attivare un Accordo di Programma Quadro che sostenga una nuova fase di sviluppo industriale e produttivo nell’Isola.
È, infatti, indispensabile che la Regione Sardegna fronteggi la crisi sia sulle emergenze sia con una strategia di politica industriale che si deve avvalere di risorse, strumenti, soggetti imprenditoriali e istituzionali adeguati alla dimensione delle difficoltà e della domanda di sviluppo che proviene da tutti i territori.
L’apporto dello Stato e l’iniziativa del Governo diventa però fondamentale attraverso lo strumento degli Accordi di Programma e con decisioni politiche e normative veloci, utili a dare immediate risposte ai lavoratori sardi.
Il sindacato confederale ritiene, infatti, che si sia di fronte ad una crisi delle strutture produttive che ha pochi precedenti nelle vicende dell’Isola; convivono difficoltà e ritardi prettamente locali con dinamiche e scelte di livello internazionale; su queste è illusorio pensare di influire con logiche di campanile o con attendismi e dilazioni che comprometterebbero la tempestività e la positività delle soluzioni. È il caso, ad esempio, delle attività industriali inserite in strutture multinazionali come l’alluminio, la chimica, il tessile, il minero-metallurgico.
Ma, è altrettanto rilevante, garantire una nuova politica industriale che si avvalga della valorizzazione delle risorse locali e di un’agricoltura forte e con migliori redditi, in grado dunque di supportare lo sviluppo agro- industriale.
Altrettanto forte, da parte del sindacato, è la richiesta di promuovere il rafforzamento e il radicamento dell’imprenditoria, abbattendo le diseconomie esterne ai processi produttivi con una migliore infrastrutturazione materiale e immateriale. A tal fine è necessario un maggiore investimento sia da parte della Regione che dello Stato e dell’Unione europea.
Una fase come l’attuale, dunque, va affrontata costruendo le alleanze utili ad un vasto e diffuso movimento unitario che consenta alla Sardegna di promuovere e rafforzare le richieste di una crescita economica e di una più equa distribuzione della ricchezza. Si tratta, infatti, di venire incontro prima di tutto alle istanze del mondo del lavoro, dei pensionati e delle famiglie che si vedono erodere il reddito dal costo della vita e dalla crisi economica.
Il Segretari generali CGIL CISL UIL Sardegna
(Enzo Costa – Mario Medde – Francesca Ticca)