Saranno circa mille i delegati sindacali di CGIL CISL UIL della Sardegna che si riuniranno il 9 giugno a Cagliari all'Hotel Mediterraneo per discutere la situazione del tessuto economico e produttivo sardo. Numeri da record nell'ambito dei tassi di disoccupazione e di crisi aziendali che portano spesso a procedure di mobilità o all'applicazione degli ammortizzatori sociali in deroga, aumentate a dismisura. Questi sono i sintomi del malessere del sistema produttivo sardo: manca una politica energetica che dia risposte ai fabbisogni delle aziende, manca, da sempre, una politica industriale degna di questo nome e non si può pensare di rispondere solo con il turismo o i servizi. Nelle regioni più ricche, la componente industriale, sia per la percentuale di produzione del PIL, sia per la percentuale di occupazione sul totale, raggiungono livelli molto maggiori che in Sardegna. Occorre coinvolgere in questa vertenza l'Europa, il Giverno Nazionale e la Regione Sardegna, ciascuna con le proprie peculiari responsabilità.
A questo si aggiunge l'annoso problema della sicurezza, sottolineato purtroppo dai recenti morti sul lavoro avvenuti di recente alla SARAS. Il sindacato dice Si allo sviluppo industriale, No alla mancanza di sicurezza, alle morti bianche, alla faciloneria organizzativa, ai ritmi stressanti che acuiscono il rischio degli infortuni sul lavoro.
Ma se un incidente del genere è potuto avvenire in una grande azienda come la Saras, che investe tanto in sicurezza, figuriamoci cosa può accadere nel tessuto produttivo sardo di piccole e medie imprese, se non si è vigili. Il sindacato sardo deve rilanciare la piattaforma sulla sicurezza e mettere come primo obiettivo la salvaguardia della salute, dell'ambiente, della vita dei lavoratori, se vuole esere coerente con la propria impostazione sociale.
La riunione è il preludio di una grande manifestazione che si organizzerà nelle prossime settimane per richiamare l'attenzione di tutti su queste problematiche.
nota a cura della Cisl di Cagliari.