09/06/2009
Assemblea dei delegati CGIL CISL UIL: nota della Cisl di Cagliari
L'assemblea unitaria di oggi ha visto una grande partecipazione (circa 1300 delegati) e ben 12 interventi, oltre ai tre segretari generali, Medde (Cisl), Ticca (Uil), Costa (Cgil).
Per ragioni di tempo il sindacato cagliaritano non è intervenuto. In ogni caso la Cisl di Cagliari ha preparato un breve interevento (non letto) che pubblichiamo.
Bozza intervento assemblea delegati 9 giugno 2009.

Nota Cisl di Cagliari
Non si non iniziare questo intervento che ricordando con commozione e affetto i tre lavoratori scomparsi di recente all’interno dello stabilimento della Saras che vivevano del loro lavoro e che hanno perso la vita sacrificandosi, generosamente, l’uno per l’altro.

Abbiamo pianto insieme a migliaia di cittadini, lavoratori, autorità, amministratori, sindacalisti l’ennesimo gravissimo incidente sul lavoro, verificatosi nella nostra provincia. Ma dopo il momento del dolore, bisogna andare avanti e, innanzitutto, impegnarsi concretamente perché tutto ciò non accada più !

Basta con le parole di circostanza, dobbiamo batterci per costruire un modello di società diverso, rispettoso del valore del lavoro e della persona umana. Dobbiamo batterci perché il lavoro nell’industria, che pure rivendichiamo perché può portare ricchezza e occupazione, si svolga con il rispetto dei canoni di legge e perché le ragioni della produttività e della produzione non prevalgano su quelle della tutela dell’ambiente e della sicurezza. Altrimenti vorrebbe dire che abdichiamo al nostro ruolo e quando accade un incidente sul lavoro, specie se mortale e in una grande azienda, dobbiamo interrogarci se abbiamo fatto tutto quello che era necessario fare !!!

Alcuni passi li stiamo facendo, a partire dal rilancio del tavolo di Governance con la Confindustria e dalla realizzazione del coordinamento dei RLS di tutte le aziende che operano nel sito produttivo della SARAS.. Altro ancora si dovrà fare: dopo i clamori dei primi giorni, non si ritorni all’oblio !!

E’ questa una grande assemblea unitaria; era da tempo che non se ne registrava una così importante. Bene hanno fatto le segreterie regionali a programmarla anche se, va detto, la crisi generale dell’industria, la mancanza di una politica industriale in Regione non può essere datata 2009, ma risale a qualche anno fa !!

Il sindacato sardo sostiene da tempo che, per far crescere la ricchezza e poterla poi ridistribuire, occorre rilanciare l’industria: Noi siamo d’accordo per lo sviluppo industriale della Sardegna, ma con il rispetto della Sicurezza del lavoro e dell’ambiente.

Vanno lasciate da parte le divisioni, oggi devono essere accantonati i localismi. Le crisi si susseguono, le chiusure delle fabbriche sono all’ordine del giorno con i processi di mobilità o di cassa integrazione che poi, purtroppo, degenerano nell’applicazione degli ammortizzatori sociali in deroga, purtroppo aumentati esponenzialmente.

Sarebbe da pazzi non vedere gli effetti negativi che si ripercuotono sul tessuto produttivo sardo: la riduzione del PIL, a livello mondiale ed anche italiano e sardo, è purtroppo un fatto accertato. Diminuisce la ricchezza prodotta, diminuiscono gli investimenti, aumenta la disoccupazione come testimoniano i dati dell’ISTAT 2008, ripartiti per le nuove otto province sarde: nel 2009, probabilmente le cose andranno ancora peggio.

Noi dobbiamo chiamare a rispondere della crisi tutti i soggetti istituzionali. Dall’Europa, perché in un mondo globalizzato sarebbe riduttivo ed anzi puerile attribuire le responsabilità delle crisi solo ai livelli locali, al Governo Nazionale che deve però fare scelte che non mettano in un cantuccio la Sardegna, al Governo Regionale, troppo attendista e fatalista, perché privo di una visione generale e strategica che metta al primo posto i settori produttivi !! E questo in continuità con il governo regionale precedente: non basta dare risposte, pur necessarie, alle emergenze, ma bisogna disegnare strategie di carattere generale !!!

Solo con una piattaforma che coinvolga i tre livelli si potrà raggiungere qualche risultato e per questo occorre, a mio parere, coinvolgere anche il sindacato europeo e quello nazionale perché alcune scelte non passino sopra le nostre teste. Basti pensare a quanto accaduto due anni fa all’UNILEVER, chiusa nonostante la buona produttività per scelte di natura mondiale e nazionale.

Noi pensiamo che occorra anche una visione strategica di carattere regionale. Le rivendicazioni territoriali e locali sono sicuramente legittime perché ognuno deve difendere il proprio territorio, ma devono essere integrate tra di loro. Non voglio soffermarmi sulle crisi della nostra provincia anche se ve ne sono: basti pensare alla crisi del settore agroalimentare (Unilever, Valriso etc.) o di quello chimico per il sito di Assemini, alla cassa integrazione alla Bridgestone e allo stillicidio di continue richieste di CIG o procedure di mobilità. Tutte queste vertenze vanno superate puntando su una politica industriale di alto profilo della Regione, concordata con il Sindacato sardo e negoziata con il Governo Nazionale: e ciò vale per l’energia, per i trasporti, per la continuità territoriale delle merci, per il credito, per un sistema di ammortizzatori sociali degno di questo nome, per le zone franche.

Noi condividiamo il momento di mobilitazione e di lotta che CGIL CISL UIL regionali stanno organizzando anche perché va richiamata l’attenzione sui processi di impoverimento della Sardegna: prima ne parlavamo solo noi, poi si è scoperto che, in pochi anni, la povertà relativa è passata dal 16% al 22,9% ed ora ad oltre il 24%, collocando l’Isola al quarto posto tra le Regioni italiane in questa non invidiabile classifica !!

Accanto alla piattaforma per lo sviluppo, quella per la tutela dell’ambiente e della sicurezza. CGIL CISL UIL, due anni fa, hanno organizzato un momento importante con i propri delegati ed hanno costruito una piattaforma sulla sicurezza, condensata in diversi punti. Non c’è il tempo per esporre i punti della piattaforma che sono tutt’oggi validi, fatti salvi gli aggiornamenti derivanti dall’approvazione del decreto 81.
Ci deve essere una peculiarità tutta sarda anche nell’approccio al problema sicurezza: abbiamo un mondo del lavoro caratterizzato da un sistema di piccole e medie imprese, nelle quali è necessario lavorare molto per affermare la cultura della sicurezza tra i lavoratori e gli imprenditori ed in questo sarà fondamentale quanto potrà fare il sistema degli enti bilaterali e la valorizzazione degli RLST..

Ma bisogna garantire la reale operatività degli RLS in ogni azienda ed in ogni sito, specie dove operano più aziende magari di settori diversi; stimolare l’attività degli Enti preposti alle verifiche e ai controlli ad un impegno eccezionale, superando anche i limiti derivanti dalla mancanza di coordinamento e dalla penuria degli organici, nonché la magistratura ad intraprendere inchieste e interventi mirati al rispetto dell’ambiente e della prevenzione nei luoghi di lavoro. In questo senso è necessario, come proposto dal CREL, istituire il comitato regionale di coordinamento sulla sicurezza, facendo riferimento a quanto previsto dalla recente normativa nazionale e, in particolare, dall’articolo 7 del decreto legislativo 81/2008, al quale partecipino gli Enti preposti, le associazioni dei datori di lavoro e le organizzazioni sindacali, in modo da realizzare una programmazione coordinata di interventi.

Infine, tenendo conto che il 75% delle morti sul lavoro avviene in itinere o sulla strada, bisogna intervenire sulla viabilità delle zone industriali a partire dalla sistemazione e dal completamento della 195, con la valorizzazione e diffusione del trasporto pubblico da verso i luoghi di lavoro e le fabbriche e battersi per l’istituzione del presidio sanitario nell’area di Sarroch, da tempo promessa dalla ASL.