SIULP SU DDL SICUREZZA: E’ UN PASSO INDIETRO
Dichiarazione del Segretario Generale Felice Romano
Il maggior sindacato di polizia giudica “un passo indietro” il DDL sulla sicurezza appena
approvato in Senato.
“Il vero problema, afferma il Segretario Generale Felice Romano, è che più che un pacchetto
sicurezza il testo assomiglia all’ordinanza di un sindaco di un piccolo comune del Nord che sulla
sicurezza ha idee tutte sue. L’unica cosa accettabile è il ripristino del reato di oltraggio a pubblico
ufficiale; per il resto si tratta di misure inefficaci, ridondanti e destinate ad aggravare il carico di
lavoro delle Forze di Polizia.
Nessuna risorsa” prosegue Romano “viene riconosciuta al Comparto Sicurezza; neanche un
rigo sul coordinamento tra le Forze di Polizia, che comporta lo sperpero di preziose risorse e di
intralci reciproci nell’attività di polizia, carabinieri e guardia di finanza.
Nessun riordino delle carriere che servirebbe a disegnare una polizia moderna ed efficace.
Si preferisce invece far pagare duecento euro la tassa sulla cittadinanza, aumentare fino a sei
mesi la permanenza nei centri di identificazione ed espulsione ed imporre all’immigrato che entra in
un esercizio pubblico l’obbligo di esibire il permesso di soggiorno.
La sicurezza non trarrà alcun beneficio da questo pacchetto, ma l’ilarità generale purtroppo
si.
Del tutto impraticabile” secondo Romano “ l’idea di far diventare reato l’immigrazione
clandestina; pochissimi clandestini potranno pagare l’ammenda da cinquemila a diecimila euro, e
sarà divertente per gli ufficiali giudiziari cercare beni da sottoporre a pignoramento.
Chi ha inventato queste norme non ha mai visto un immigrato clandestino in vita sua.
Noi purtroppo si, abbiamo a che farci tutti i giorni e abbiamo ben chiara l’idea che con
questo “pacchetto” non si colpisce il crimine si colpisce il disagio di chi cerca nel nostro Paese un
futuro accettabile per sé e per i propri figli.
Del tutto inutile poi il registro sui clochard e l’istituzione delle famigerate ronde: esempi
classici di come si aggrava il già pesante lavoro dei poliziotti inventando misure di carta, destinate
cioè a funzionare soltanto sulla carta e non nella realtà.
Il vero problema, a questo punto è che la politica sulla sicurezza di questo Paese non può
essere fatta da un Governo che, anziché rendere efficiente ed efficace l’apparato attraverso la
razionalizzazione dei presidi ed un coordinamento reale, che comporta vere assunzioni di
responsabilità in quanto attaccherebbe l’autoreferenzialità delle alte gerarchie militari e della
burocrazia ministeriale, preferisce politiche degli annunci ad effetto che sono inefficienti ed
inefficaci.
Da questo Governo, che ha basato la sua campagna elettorale sulla sicurezza e che gli ha
garantito una maggioranza parlamentare schiacciante, il SIULP – conclude Romano – si aspettava
fatti e non parole”.
Roma, 3 luglio 2009