Uno degli obiettivi della manifestazione dei pensionati della Cisl dello scorso mese di giugno era quello di ripristinare le risorse per la non autosufficienza. C’è quindi qualche risultato anche se il Governo ha previsto l’aumento dell’età di pensione di vecchiaia per le donne del pubblico impiego. Il Governo ha approvato un ’emendamento inserito ed approvato nel DPEF, nel quale è previsto il ripristino del finanziamento del Fondo per la non Autosufficienza, che non compariva nella prima stesura del documento del Governo.
E’ una prima risposta alla manifestazione del 6 giugno e delle richieste presentate al Governo, e si introduce un principio di strutturalità di finanziamento del Fondo che è un elemento importante per noi, anche nella logica del sostegno alla famiglia. In sede di confronto col Governo la CGIL non ha fatto mancare il suo consueto dissenso su questo punto.
In pratica, come è noto ,in attuazione della sentenza della Corte di Giustizia europea, il DPEF stabilisce che le lavoratrici del pubblico impiego che potevano andare in pensione al compimento del 60 anno di età, vedono slittare questo termine. I requisiti anagrafici sono incrementati di un anno, a decorrere dal 1/1/2012, nonché di un ulteriore anno per ogni biennio successivo, fino al raggiungimento del 65° anno di età. Le lavoratrici che maturano i requisiti entro il 31.12.2009 conseguono il diritto alla prestazione pensionistica secondo l’attuale normativa e possono chiedere all’Ente di appartenenza la certificazione di tale diritto.
Inoltre a decorrere dal 1/1/2015 i requisiti di età anagrafica per l’accesso al sistema pensionistico italiano sono adeguati all’incremento della speranza di vita accertato dall’Istituto nazionale di statistica e validato dall’EUROSTAT, con riferimento al quinquennio precedente. La normativa di attuazione verrà emanata con un regolamento entro il 31.12.2014. In sede di prima attuazione l’incremento dell’età pensionabile riferito al primo quinquennio antecedente non può comunque superare i tre mesi.
Le economie ottenute confluiscono nel Fondo Strategico per il Paese a sostegno dell’economia reale per interventi dedicati a politiche familiari e sociali con particolare attenzione alla non autosufficienza. Il fondo è quindi aumentato di 120 milioni di euro nel 2010 e di 242 milioni di euro a decorrere dal 2011.