23/07/2009
Gli esiti dell'incontro a Roma sulla Chimica.
La mobilitazione generale dell'intera Sardegna, promossa da CGIL CISL UIL e portata avanti dalla classe politica e dalle Istituzioni della Sardegna ha dato dei frutti. Nell'incontro del 21, convocato a Roma alla presenza del ministro Scaiola e del presidente dell'ENI, Scaroni, infatti, si è riusciti a scongiurare l'annunciata chiusura dell'ENI di Portotorres. E' un fatto positivo, naturalmente, anche se ci sono ombre e dubbi per il futuro.
In un comunicato diramato dalla Cisl e dalla Femca nazionali, a firma di Baratta e di Gigli, si legge:
Il 21 luglio si è tenuto presso il Ministero dello Sviluppo Economico un incontro per la delicata e difficile situazione determinatasi negli impianti dell'ENI a Porto Torres. L'incontro va inquadrato nella più ampia vertenza sul destino della chimica italiana e il ruolo industriale dell'ENI.
L'annunciata dichiarazione da parte di ENI di voler fermare gli impianti di Porto Torres è stata considerata una sfida al tavolo generale della chimica aperto dal Minsitro dello Sviluppo Economico, Scaiola.
Per questo motivo, il sindacato si è dichiarato contrario ad ogni ipotesi di fermata degli impianti.
ENI ha dovuto fare retromarcia rispetto alle decisioni assunte ed ha accettato la proposta di mediazione del Ministro concordata con le Organizzazioni sindacali. Gli impianti rimarrano in marcia e non vi sarà cassa integrazione per nessun lavoratore facendo in questo periodo la manutenzione degli impianti.
C'è soddisfazione per il risultato raggiunto, ma nel contempo si è consapevoli che la partita decisiva va e verrà giocata nei confronti che si avvieranno agli inizi di ottobre.
Per quanto ci riguarda la quantità e la qualità degli investimenti nella Chimica a Porto Torres saranno la cartina di tornasole sul futuro della Cimica ENI e dovranno sostanziare le affermazioni del Governo sulla strategicità del settore.