29/07/2009
Crisi della Chimica e dell’industria: la Cisl sarda prende posizione in maniera compatta
Crisi della Chimica e dell’industria: la Cisl sarda prende posizione in maniera compatta.

La presenza del segretario confederale Gianni Baratta e del segretario generale della FEMCA (il sindacato dei chimici) Sergio Gigli alla riunione organizzata dalla Cisl sarda per discutere della crisi della chimica in Sardegna, dimostrano quanto sia importante questa vertenza.
Insieme alle segreterie confederali di Cagliari, Sulcis, Nuoro e Sassari, del nuovo segretario generale della FEMCA sarda (Giampiero Murgia) e dei responsabili della FEMCA nei territori, il segretario generale della USR Mario Medde ha delineato la strategia della Cisl e del sindacato sardo in merito alla vertenza “industria”, partita con la riunione dei quadri sindacali al Mediterraneo, continuata con lo sciopero generale dell’industria e dei servizi a rete del 10 luglio, proseguita con il sit in ad Abbasanta e infine caratterizzata dall’incontro con i politici e gli enti locali il 29 luglio a Cagliari al Borgo Sant’Elia.
Un movimento unitario, quello messo in piedi dal sindacato sardo, imponente: le forze politiche, le Istituzioni (a partire dalla Presidenza della Giunta), gli enti locali, la Chiesa si sono unite per difendere l’apparato produttivo e industriale dell’Isola, senza il quale la crisi colpirà ancora di più la popolazione e i lavoratori della Sardegna. Il PIL prodotto dall’industria in senso stretto non supera in Sardegna il 13& e altrettanto avviene per le percentuali di occupazione: dati che collocano l’isola agli ultimi posti della graduatoria nazionale. Il sindacato non per la monocultura ma difende fortemente non solo l’industria che c’è, ma ne reclama una industria efficiente, pulita e proiettata per il futuro.
Non ci sono distinzioni tra i territori, perché si è consapevoli che la morte di un pezzo della chimica sarda può trascinare alla rovina anche tutto il resto. L’incontro di Roma del 21 luglio ha segnato un successo, sia pure parziale: l’ENI (ed è una delle prime volte che questo accade) ha fatto marcia indietro e ha deciso di soprassedere fino a settembre alla chiusura degli impianti di PortoTorres. Certo i dubbi, i problemi rimangono (a partire da quello delle perdite accumulate da quel sito), ma ora c’è qualche mese di tempo per predisporre una seria piattaforma, studiare eventuali alternative, chiedere all’ENI che investa anche in Sardegna, al Governo che le scelte nazionali non taglino fuori l’isola, alla Giunta Regionale di dotarsi di una politica industriale degna di tal nome.
Non è solo la chimica in crisi, basti pensare al settore agro alimentare (lo zuccherificio di Villasor, l’UNILEVER), il tessile nella Sardegna Centrale, alcune aziende manifatturiere sono a rischio (vedi Keller e Bridgestone), le aziende energivore del SULCIS, mancano gli investimenti nelle infrastrutture e le notizie, in merito, che vengono da Roma sono poco confortanti, permane il problema del costi dell’energia.
La chimica (a detta di Baratta) va difesa in Sardegna e in Italia, ma senza l’ENI non ci sono altre possibilità. Qualche spiraglio c’è (a detta del segretario nazionale della FEMCA), perché il ministro Scaiola sembra voler difendere l’apparato della chimica in Italia ( e di conseguenza in Sardegna), perché c’è la possibilità di fare forti investimenti nelle bonifiche a Porto Torres ( e di questo si deve discutere con gli impianti in marcia), mentre l’ENI prevede diverse decine di milioni di euro di investimenti nell’area di Sarroch (Polimeri) e di Macchiareddu.
Allo stesso tempo si deve pensare ad una riorganizzazione produttiva del sito di Portotorres che consenta di eliminare o ridurre fortemente le perdite.
In conclusione la riunione ha espresso tanta preoccupazione, ma anche molta determinazione e voglia di lottare uniti per difendere l’industria in Sardegna. La vertenza deve essere regionale e non ci sono spazi per fughe in avanti. Alla Confederazione nazionale e alla FEMCA è stato chiesto di muoversi in sintonia mettendo in campo tutta l’autorevolezza e la competenza necessarie per sostenere una difficile battaglia.

Nota a cura della Cisl di Cagliari