19/05/2005
I sindacati del settore agricolo FAI/CISL FLAI /CGIL UILA/UIL, insieme alle confederazioni, hanno illustrato il contratto integrativo provinciale per il settore agricolo.
In una conferenza stampa, tenuta a Cagliari, le segreterie di categoria del settore agricolo hanno illustrato i risultati conseguiti, attraverso la firma del contratto provinciale.

Il contratto interessa circa 6000 addetti, quasi tutti operanti in aziende di piccole dimensioni. Circa l’80% dei lavoratori è assunto con contratti a tempo determinato e la presenza degli immigrati registra una percentuale, relativamente elevata, del 5%.

La particolarità del contratto, hanno spiegato Francesco Piras della FAI e Raffaele Lecca della FLAI ,è dato dal fatto che il contratto nazionale affida alle strutture provinciali il compito di rinnovare il secondo biennio economico che,negli altri settori, è affidato invece al livello nazionale.

Un accordo difficile non tanto sull’aspetto economico ( si è ottenuto un aumento del 5% a partire dal 2004), ma perché il sindacato ha voluto mettere in evidenza i nodi politici, economici e strutturali che condizionano lo sviluppo del comparto, impedendone la crescita.

E’ infatti convinzione del sindacato confederale che l’agricoltura in Sardegna possa fare un salto di qualità e ritagliarsi fette importanti di mercato.

Bisogna però incidere sui seguenti fattori:
Ridotte dimensioni aziendali.
Insufficiente infrastrutturazione del territorio.
Mancanza di risorse idriche sufficienti a soddisfare le richieste.
Inadeguata assistenza tecnica degli enti di ricerca regionali, la cui riforma deve avvenire con un confronto con il Sindacato e con politiche di concertazione.
Scarsa commercializzazione dei prodotti agricoli e insufficiente sostegno del sistema bancario al comparto.
Inadeguata programmazione delle produzioni agricole.

CGIL CISL UIL di categoria hanno sottolineato anche il fatto che le aziende debbano orientare sempre più i loro prodotti sulla qualità e sulla genuinità, per garantire agli stessi un mercato certo che dia remunerazione.

Occorre inoltre evitare che la diminuzione dei costi di produzione incida sui salari, di per sé già molto bassi, mentre nel territorio provinciale si registrano sacche di lavoro nero, grigio e sommerso piuttosto rilevanti. Fatto che incide in modo pesante sul mercato e che danneggia naturalmente i lavoratori.

Il contratto provinciale è dunque un momento importante per il settore per il cui rilancio, in un’ottica di economia integrata (agricoltura, industria, agro industria, turismo e servizi) è necessaria un’azione mirata della REGIONE SARDA che deve avere un ruolo, non solo per gli interventi finanziari spesso dati a pioggia, ma soprattutto attraverso interventi sui fattori strutturali, sempre però praticando una reale politica di concertazione con le parti sociali, assolutamente indispensabile.