Informazione, troppa faziosità. La Cisl non scende in piazza.
NATURALMENTE LA CISL LASCIA LIBERI GLI ISCRITTI DAL PARTECIPARE (nota della Cisl di Cagliari).
Articolo di Raffaele Bonanni.
Un sindacato profondamente legato ai valori costituzionali della democrazia italiana quale è la Cisl non può non essere preoccupato dal tono fazioso e da un clima incandescente di personalismi che immiserisce la stampa del nostro Paese, sempre più trascinata sul terreno dei pettegolezzi, più o meno decenti, e sempre meno attenta al confronto politico su ciò che serve a risolvere i problemi delle persone e dei ceti sociali. Le vicende che si stanno sviluppando attorno al sistema dell'informazione si connotano sempre più come uno scontro di potere nella politica e tra i soggetti economici detentori dell'informazione.
Si sta generando una sorta di conflitto a tutto campo, di tutti contro tutti. Se infatti sono discutibili le denunce del Presidente del Consiglio ai giornali, lo è anche l'utilizzo dell'informazione come "lotta" politica. In tale contesto chi ne fa le spese è sicuramente la qualità dell'informazione e della democrazia nel Paese. E' ora che le forze migliori della editoria e della informazione dicano basta a questi metodi e che si faccia prevalere il principio del confronto razionale e, dove possibile, del dialogo costruttivo. Questo abbiamo cercato di perseguire in questi mesi noi della Cisl, accettando, responsabilmente, la sfida con il governo e le controparti sociali per costruire uno spazio comune di riferimento, un possibile percorso di fuoriuscita dalla crisi economica salvaguardando le condizioni della ripresa e dei diritti del lavoro.
Non crediamo perciò che siano produttive certe iniziative condotte in nome della libertà di informazione se esse non sono animate da un costante impegno a ritrovare le ragioni della convivenza e del dibattito civile. Da questo punto di vista, è bene ricordare che nessuna posizione di parte, nessun organo di stampa che a suo modo si fa "partito", possono oggi strumentalizzare il principio inviolabile della libertà di informazione per fare prevalere il proprio disegno politico, sia esso in nome della maggioranza o della opposizione.
Per questo, come è avvenuto in passato su questa materia (referendum sul sistema televisivo del '95, iniziativa legislativa sul sistema della comunicazione del 2002), la Cisl ha deciso di scegliere la strada di una propria, autonoma, iniziativa sindacale. La annunceremo nei prossimi giorni, ponendo al centro la democrazia dell'informazione, la sua qualità, il pluralismo coniugato al lavoro, al consolidamento e allo sviluppo del sistema industriale dell'informazione e della comunicazione. Per i valori e la gente che rappresenta, la Cisl non si chiuderà mai in un gioco di poteri forti che si fanno la guerra in nome della "libertà di stampa", anzi così prendendola a pretesto. Una vera libertà di stampa ci sarà solo quando giornali e Tv saranno gestiti da imprenditori "puri", garantendo la partecipazione dei lavoratori e dei cittadini.
E questo riguarda anche la Tv pubblica, sulla quale bisogna aprire un discorso serio per arginare il ruolo invadente dei partiti, di maggioranza e di opposizione, allargando la partecipazione alla "governance" della Rai all'associazionismo, alle Regioni, ai dipendenti come già avviene nella televisione pubblica tedesca. Così come pensiamo che una quota di canali televisivi del servizio pubblico che si liberano dalla introduzione del digitale terrestre, dovrebbero essere dedicati ed affidati ad una programmazione delle Regioni, dei territori e delle realtà associative. L'informazione, la comunicazione ed il lavoro di tanti giornalisti e tecnici non dovrebbero essere utilizzati unicamente verso e dalla politica ed assoggettati ai poteri finanziari ed economici, ma orientati e liberati verso un vero pluralismo culturale, economico, sociale e politico, verso il rispetto della persona e della sua crescita nella conoscenza.
Noi riteniamo che occorra promuovere la concordia nazionale anziché lo scontro, favorire più informazione, anziché più fanatismo. E' con questo spirito che la Cisl vuole rivolgere un appello generale (dalla opposizione alla maggioranza, dal governo ai "giornali-partito") perché il tono civile del confronto politico trovi finalmente uno sbocco costruttivo nell'interesse degli Italiani e dei grandi appuntamenti di riforma che reclamano una più ampia convergenza di forze sociali e politiche.
(1 ottobre 2009)