Oltre duemila delegati di CGIL CISL UIL, decine di amministratori pubblici e tante associazioni erano presenti, stamani, all'assemblea delle rappresentanze del popolo sardo, convocata da CGIL CISL UIL regionali.
L'assemblea, che è stata lo sbocco delle otto assemblee provinciali, rinverdisce, dopo quasi sessant'anni, un'altra assemblea del popolo sardo, tenutasi nel 1950 sotto la presidenza di Salvatore Pirastu, poi divenuto onorevole.
L'assemblea, presieduta da Francesca Ticca della Uil Sardegna, è stata preceduta dal canto Procurade e moderare interpretato dall'artista Maria Giovanna Cherchi che ha suscitato nei presenti commozione ma, allo stesso, entusiasmo.
Pur nella gravità del momento, le tante bandiere colorate e i tanti striscioni che hanno tappezzato le pareti della sala dei Congresssi della Fiera hanno dimostrato quanta voglia c'è di lottare per un futuro migliore.
Tante le delegazioni presenti: dai lavoratori cagliaritani (pubblico impiego, meccanici, bancari, dei trasporti, della FLAEI, chimici etc), a quelli della Scaini e della Keller, dai moltissimi pensionati di ogni provincia, ai lavoratori dell'EURALLUMINA, ALCOA, PORTOVESME. Ma poi anche da Sassari, da Nuoro, da Oristano, Tortolì, Olbia. Nessuno è voluto mancare all'appello pur in una riunione nella quale hanno parlato, del sindacato, solo i segretari generali confederali.
La relazione di Mario Medde, dopo una premessa nella quale è stata riportata la situazione economico sociale vissuta dall'Isola, ha delineato, in modo succinto, le rivendicazioni del sindacato che ha l'ambizione di riunificare tutto il popolo sardo per rilanciare sviluppo e occupazione.
E' un progetto che ha radici lontane ma che si propone di portare una seconda modernizzazione dell'isola, far riconoscere il principio dell'insularità, e riproporre l'assemblea costituente per un nuovo statuto speciale.Nove gli obiettivi strategici rilanciati dal segretario della Cisl sarda:
- la riforma dello Statuto con la costituente.
- Un confronto con il Governo per un accordo quadro sull'industria e sulle attività produttive.
- il riconoscimento del principio di insularità.
-il sostegno alle piccole e medie imprese e a quelle artigiane.
- un piano straordinario per il riequilibrio delle zone interne.
- la riforma della formazione e del diritto allo studio.
- la valorizzazione delle zone degradate delle citttà.
- la valorizzazione del piano di sviluppo rurale a favore di agricoltura e pastorizia.
- un programma pluriennale per il lavoro dei giovani e delle donne.
Insomma, secondo Medde, un'altra Sardegna è possibile. In conclusione, la citazione delle parole di Emilio Lussu: si deve lottare perché il dolore si trasformi in gioia e questo può accadere solo dando risposte di lavoro sicuro ai tanti sardi ai quali manca.
Poi gli interventi dell'assessore Franco Manca(in sostituzione di Cappellacci), Tore Cherchi dell'ANCI, Roberto Deriu presidente dell'UPS, Graziano Milia e poi le tante associazioni. Infine la testimonianza di un lavoratoe del Sulcis che ha rappresentato il grido di dolore e di sofferenza di tutti i lavoratori sardi, migliaia dei quali oggi sono in cassa integrazione o, peggio, in mobilità o licenziati. Nelle conclusioni di Enzo Costa, segretario generale della CGIL sarda, un accorato richiamo al dovere di dare risposte di lavoro ai sardi e l'annuncio di una grande mobilitazione unitaria in Sardegna da tenere entro il mese di gennaio.
Il documento conclusivo, hanno detto i tre segreari generali, sarà arricchito tenendo presenti le elaborazioni dei territori e delle associazioni.
Una manifestazione fuori dell'ordinario ma che, accanto alla giusta protesta, ha affiancato proposte concrete.
nota a cura della Cisl di Cagliari.