09/01/2010
Rosarno, nel Comune commissariato scoppia la rivolta degli immigrati
Disordini a Rosarno: le dichiarazioni di Bonanni ed un intervento del segretario del SIULP: E' ORA CHE SI DICHIARI GUERRA ALLO SFRUTTAMENTO DEGLI IMMIGRATI.

Dopo gli scontri e i tafferugli di ieri, è ripresa a Rosarno la protesta degli immigrati che si erano scontrati con le forze dell'ordine provocando il ferimento di alcune persone e il danneggiamento di centinaia di auto. La scorsa notte, infatti, Polizia e Carabinieri sono intervenuti per sgombrare la strada statale 18 che era occupata da un gruppo di stranieri prima di rientrare nelle due strutture di ricovero in cui sono ospitati. Tutto è degenerato dopo che alcuni cittadini extracomunitari sono stati feriti da persone non identificate, in modo non grave, a Gioia Tauro con un'arma ad aria compressa nei pressi di una struttura divenuta luogo di ricovero per la manodopera utilizzata in agricoltura.

Dopo l'aggressione (forse l'ennesima) è subito scattata la rivolta. Questa mattina, dopo le scorribande di ieri, gli immigrati hanno organizzato un concentramento davanti al Municipio a cui hanno partecipato circa 2 mila persone che vivono nei centri della piana di Gioia Tauro e lavorano nei campi agricoli. La situazione è rimasta tesa per tutta la mattina anche per la reazione di un gruppo di abitanti che ha raggiunto la zona antistante il Municipio dove erano concentrati gli immigrati che stavano attuando la protesta. Per fortuna, al momento, non ci sono stati altri contatti tra gli abitanti e gli immigrati grazie al presidio massiccio attuato dalle forze dell'ordine.

Un cittadino di Rosarno ha sparato però due colpi di fucile in aria a scopo intimidatorio per
disperdere un gruppo di immigrati che si era concentrato davanti la sua abitazione. L'uomo ha sparato i colpi dopo essere salito sulla terrazza della casa.
Gli immigrati successivamente sono entrati nell'abitazione dove c'erano la moglie e i due figli
dell'uomo, dove però si sono limitati ad urlare e protestare, inveendo contro l'uomo e i suoi familiari, e si sono poi allontanati. L'episodio si è risolto così senza feriti e senza incidenti.

I negozi e le scuole sono rimasti chiusi per timore che possano ripetersi gli incidenti a riprova che il clima è molto teso. Ora gli immigrati sono rientrati nei centri in cui sono ospitati a Rosarno e a Gioia Tauro ma in serata due immigrati sono stati feriti da colpi di arma da fuoco alle gambe.
I due immigrati sono stati feriti con colpi di fucile da caccia. Al momento non è stato fermato ancora nessuno.

"Quello che sta succedendo a Rosarno è intollerabile e la cittadinanza non lo accetta più", ha commentato l'ex assessore alla Protezione civile del Comune di Rosarno, Domenico Ventre, che è stato sciolto nel gennaio del 2008 per infiltrazioni mafiose.
«Gli immigrati che vivono nel nostro comune - ha aggiunto Ventre - sono continuamente assistiti e aiutati e la loro reazione di fronte all'episodio isolato che è successo ieri è assolutamente sproporzionata. Non possiamo accettare che queste persone devastino il nostro paese suscitando una situazione di paura tra gli abitanti».

Diversa l'opinione degli operatori di Medici senza frontiere che da anni sono presenti nella
Piana di Gioia Tauro per dare assistenza e cure agli immigrati che lavorano nelle campagne e in agricolture. Loris De Filippi, coordinatore dei progetti di Medici senza frontiere Italia, ha confermato che "più volte Msf ha contattato le autorità per sottolineare la grave situazione umanitaria e i bisogni dei lavoratori migranti che vivono in Italia e la necessità di prendere provvedimenti urgenti per migliorare la loro situazione».

Sugli scontri è intervenuto anche il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, secondo il quale "la rivolta è determinata dal fatto che in tutti questi anni è stata tollerata, senza fare nulla di efficace, una immigrazione clandestina che da un lato ha alimentato la criminalità e dall'altro ha generato situazioni di forte degrado come quella di Rosarno».

Bonanni chiede ripristino legalità e inchiesta su sfruttamento e lavoro nero
«Occorre subito affrontare la questione di Rosarno non solo dal punto di vista dell'ordine pubblico, ma anche per quanto riguarda gli aspetti legati alle condizioni disumane di sfruttamento del lavoro nero». Lo sottolinea in una nota il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni.
«Occorre senso di responsabilità da parte di tutti - spiega - per poter ripristinare le condizioni di
legalità e delle pacifica convivenza tra la comunità di Rosarno e i lavoratori immigrati.
Se, infatti, da un lato non sono giustificabili le reazioni violente degli immigrati, dall`altro lato ci
sono delle omissioni evidenti da parte delle istituzioni centrali e locali, come ha più volte denunciato la Cisl in questi anni, che hanno lasciato tantissimi lavoratori extracomunitari in balia delle cosche criminali, del caporalato, dello sfruttamento e della violenza». Bonanni aggiunge che «in moltissime zone del Sud d`Italia i lavoratori immigrati vivono in un clima di schiavitù e di esasperazione, a cui finora non sono state date risposte concrete da parte dello stato, nonostante le denunce continue del sindacato. Ecco perché, proprio alla luce degli accadimenti inquietanti di Rosarno, la Cisl chiede che il Governo ed il Parlamento avviino ora una inchiesta seria sullo sfruttamento degli immigrati e sul lavoro nero, facendo piena luce sulle cause e sulle responsabilità di questa vicenda davvero preoccupante».

Anche il Sindacato di Polizia ha preso posizione. «Ancora una volta sono stati i poliziotti a fare la parte del capro espiatorio dinanzi all'esplosione della rabbia degli immigrati di Rosarno». Lo rileva il segretario generale del sindacato di polizia Siulp, Felice Romano.
«Nel silenzio sempre più imbarazzante delle autorità preposte al contrasto del loro sfruttamento -
sostiene Romano - l'immigrazione continua ad essere considerata come problema esclusivo delle forze di polizia, sia con riferimento ai flussi d'arrivo, sia in relazione alla gestione delle presenze sul territorio, sia riguardo i controlli sul modo in cui gli immigrati vivono e lavorano nel nostro Paese. L'immigrazione non può essere affrontata soltanto sotto l'aspetto penale, non può essere affidata alle sole forze di polizia». C'è, sottolinea il segretario del Siulp, «un indotto di sfruttamento che fa capo alla criminalità organizzata e comune, e che passa per le tappe dello sfruttamento e della schiavitù, sia nelle attività dell'agricoltura che in quelle dell'edilizia».