Sono 22 le zone franche urbane in tutta Italia. L'approvazione è del 2008 ma ancora non si riesce a far partire questo utile strumento. Tra le 22 città ve ne sono tre sarde: Cagliari Sant'Elia destinataria di 4,288 milioni di euro, Quartu S.E. con oltre 5 milioni di dotazione e Iglesias con quasi 4 milioni di euro di finanziamento. I peggioramenti della normativa e l'eliminazione di alcuni vantaggi fiscali rischiano di danneggiare pesantemente la nostra provincia.
Nota di Santini segretario confederale.
È attualmente in discussione alla Commissione Affari costituzionali del Senato il dl 194/2009 che propone modifiche di segno negativo alla vigente normativa in materia di Zone Franche Urbane, quali l’eliminazione dei vantaggi fiscali e la riduzione dei vantaggi contributivi – a danno dell’efficacia del sistema di incentivazione per le imprese- , che rischiano di stravolgere e bloccare l’intero processo di attuazione avviato, come si ricorderà, anche con un impegnativo lavoro istruttorio da parte delle stesse amministrazioni dello Stato.
Infatti il percorso normativo di definizione e di attuazione delle Zone Franche Urbane è stato molto complesso: istituite dalla Legge Finanziaria 2007 (l. 269/2006) sono state modificate l’anno successivo, attraverso la Finanziaria 2008 (l. 244/ 2007) e rese compatibili con i vincoli comunitari che prevedono non vi sia distorsione della concorrenza.
Una volta approvato dalla Commissione Europea lo specifico regime di aiuti per aree urbane di limitate dimensioni e particolare livello di degrado socio economico e occupazionale, sono state emanate, nel corso del 2008 e 2009, le circolari e le delibere del CIPE necessarie per definire le procedure e i criteri di selezione delle aree. Infine, lo scorso ottobre il Ministero dello Sviluppo Economico, ha concluso la selezione sulle proposte inviate dai Comuni ed ha individuato 22 aree, prevalentemente nel Mezzogiorno ma anche del Centro Nord, corrispondenti ai criteri indicati. In allegato troverete la lista e la ripartizione del finanziamento per singola area.
Il decreto 194/2009 art.9 comma 4 interviene sulla legge 224/2006 e successive modifiche, apportando le seguenti variazioni:
•elimina l’esenzione dell’IRPEF;
•elimina l’esenzione dell’IRAP;
•- rende meno significativa la riduzione dei costi contributivi per le imprese, trasformando l’esonero dal versamento in un contributo pubblico alla riduzione del costo contributivo;
•riduce la possibilità di applicare l’esenzione dell’ICI ai soli immobili di proprietà delle aziende e non a quelli di utilizzo, come precedentemente previsto.
Nelle ZFU, se dovesse essere applicato quanto previsto dal decreto legge 194/2010, di fatto, sarebbe consentita alle imprese soltanto una parziale riduzione del costo dei contributi e ad alcune di esse la riduzione dell’imposta comunale sugli immobili. La scarsa incisività del vantaggio che si verrebbe a determinare, dubitiamo possa attrarre significativamente imprese in aree che, per definizione, sono particolarmente degradate. Di conseguenza, l’intera misura corre il forte rischio di essere del tutto inefficace.
Pertanto riteniamo urgente un ripensamento sulle misure proposte che, intervenendo sui regimi di agevolazione previsti dalla legislazione e già approvati dalla Commissione europea, inficiano la possibilità di sviluppare impresa e generare lavoro soprattutto nelle regioni del Mezzogiorno.
Chiediamo, pertanto, che dal dl 194/2009 vengano eliminati i commi relativi alle ZFU e si proceda rapidamente nel percorso attuativo secondo le norme e le procedure già individuate, essendo sempre più impellente il bisogno di intervenire sulle aree di degrado e povertà urbana del Mezzogiorno.
nota a cura della segreteria confederale (Santini).