Nel breve intervento di un giovane delegato della Cisl la storia di una fabbrica come la Syndial di Assemini: nel 1996 vi operavano oltre 600 dipendenti, ora circa 250 oltre ai lavoratori dell'appalto.
Una fabbrica dove si è sempre lottato per mantenere lavoro e produzione e dove si è discusso in maniera serena ma attenta della partecipazione allo sciopero generale del 5 febbraio.
Insomma, anche da questa storica azienda, è emersa la volontà di lottare per rilanciare lo sviluppo e l'occupazione con la consapevolezza che la difesa dell'industria deve essere un obiettivo prioritario per il sindacato e per l'intera Sardegna: solo da un'industria sana e rispettosa dell'ambiente può nascere nuova ricchezza non solo per chi oggi lavora nel settore, ma soprattutto per i giovani.
E ancora alcuni spunti importanti nelle parole dei diversi delegati intervenuti:
No agli ammortizzatori sociali se non sono finalizzati al reinserimento lavorativo, si alla ricerca di politiche energetiche che, come in altre nazioni, evitino la mannaia dell'Unione Europea sugli aiuti di stato. Insomma un'assemblea dove è emersa la preoccupazione per il futuro e per una crisi sempre più nera ma anche la convinzione che solo con l'unità del sindacato e delle Istituzioni si può provare ad uscire dalla crisi.
I segretari confederali di Cisl (Carta), Cgil (Pavanetto), Ruda (Uil) hanno sostenuto all'unisono le ragioni dello sciopero indicando gli obiettivi ma anche le controparti. "Le responsabilità della crisi - ha affermato nella relazione introduttiva Fabrizio Carta della Cisl - sono varie e devono essere ricercate ai diversi livelli e l'Europa, il Governo Nazionale e quello regionale vanno incalzati per le rispettive competenze. In ogni caso la difesa del lavoro, della sicurezza e di un sistema industriale degno di questo nome sono fondamentali per i lavoratori e per i disoccupati. Come pure occorre dare vita ad un sistema di ammortizzatori universale che abbracci tutti i lavoratori, a prescindere dal settore merceologico e dalle dimensioni dell'azienda." Nelle conclusioni, Pavanetto della Camera del lavoro di Cagliari ha ribadito l'importanza della infrastrutturazione del territorio e della chimica a Cagliari. Si tratta - ha detto il sindacalista - di una battaglia da condurre insieme e in questo senso è esemplare l'unità del sindacato cagliaritano mai venuta meno neanche nei momenti più difficili. E' un contributo importante per la salvaguardia del lavoro.
Anche i lavoratori dell SYNDIAL, dunque, saranno sotto le bandiere del sindacato cagliaritano per rappresentare le proprie specificità ed i propri problemi sia pure nell'ambito delle rivendicazioni generali.
nota a cura della Cisl di Cagliari