17/03/2010
Continuità allo sciopero del 5 febbraio: la Sardegna sindacale a Bruxelles.
Per due giorni la Sardegna sindacale e delle autonomie locali si sposterà a Bruxelles.
Il 22 e 23 marzo la classe politica ed imprenditoriale regionale guarderà alla capitale belga dove le segreterie regionali di Cgil, Cisl e Uil, l'associazionismo d'impresa ed i rappresentanti di Comuni e Province porteranno la Magna Charta della questione sarda. La mattina di lunedì toccherà prima ai rappresentanti delle Commissioni politiche regionali e Sviluppo rurale, poi al capo divisione responsabile Fse per l'Italia, Malta e Romania. Nel pomeriggio riunione col presidente del Comitato economico e sociale europeo. Il piatto forte il 23 marzo. In rapida successione colloqui col vice presidente del Parlamento europeo, Gianni Pittella e una delegazione di deputati italiani, a seguire con il vice presidente della Commissione europea, Antonio Tajani. Agli ultimi due appuntamenti parteciperà anche il presidente della Regione, Ugo Cappellacci. Obiettivi della trasferta in terra belga mettere sul tavolo dell'Unione europea il riconoscimento del principio di insularità, il recupero degli svantaggi strutturali, il problema ancora aperto delle zone franche e della fiscalità di sviluppo.
"Vogliamo interrogare la Ue - ha detto Mario Medde, segretario generale Cisl sarda nel corso di una conferenza stampa organizzata per presentare l'iniziativa - su un meccanismo automatico di salvaguardia permanente che intervenga a tutela di una condizione di insularità quale fattore di segmentazione del territorio europeo e di aggravamento specifico delle capacità economiche e della coesione sociale del territorio". Il sindacato è convinto che per promuovere lavoro, crescita economica e coesione sociale bisogna muoversi su tre fronti. Il primo con un'intesa tra rappresentanze sociali e la Regione. Il secondo con il contributo ed il sostegno ad un nuovo Patto costituzionale tra lo Stato e la Sardegna (il nuovo Statuto speciale, la negoziazione dei parametri per l'attuazione del federalismo fiscale, il riconoscimento dell'insularità attraverso una norma costituzionale, un nuovo piano di rinascita, un accordo di programma quadro sulle attività produttive). Il terzo attraverso il dialogo tra le rappresentanze sociali, economiche e degli Enti locali con le istituzioni europee.
Per quel che concerne l'Unione Europea e gli incontri di lunedì e martedì prossimo tra la delegazione sarda ed i rappresentanti delle diverse istituzioni dell'Unione, il sindacato evidenzia la rilevanza del riconoscimento dello status di insularità ai fini di una strategia di sviluppo che porti a profondi cambiamenti nella programmazione dello sviluppo e nell'attuazione delle politiche di settore e territoriali. Cgil, Cisl e Uil intendono battere con decisione questa strada. "Non sarà facile - ammette Giacomina Cassina, rappresentante Cisl nella Confederazione europea dei sindacati, presente alla conferenza stampa - chiedere la modifica in tempi brevi del Trattato di Lisbona in sede intergovernativa per codificare il requisito dell'insularità. Ci vorrà del tempo. Tuttavia nella Carta fondamentale Europa ci sono ambiti e principi sui quali l'handicap dell'insularità può essere speso positivamente". Walter Cerfeda, segretario della Ces e Carmelo Barbagallo, segretario nazionale Uil hanno sottolineato l'utilità di un'iniziativa portata direttamente a Bruxelles.
I segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil - Enzo Costa, Mario Medde e Francesca Ticca - tengono che la specialità istituzionale e la specificità economica e sociale, determinanti nell'esperienza autonomistica dell'Isola, devono imperniarsi sul concetto di insularità, cioè sul binomio positivo di identità-diversità, ma anche sulla condizione di oggettivo svantaggio che fa gravare sul sistema sardo pesanti differenziali negativi.
Per la prima volta la Sardegna si presenta unitariamente (istituzioni, associazioni datoriali, categorie produttive) a Bruxelles. Non per rivendicare un solo problema, ma per portare un'intera strategia di rilancio economico-sociale da condividere con la Ue.


(17 marzo 2010)
articolo di MArio Girau