02/07/2005
LSU:il punto della situazione, in una riunione unitaria, ad Oristano il 1 luglio. Assemblee entro il 15 e manifestazione regionale il 22 luglio
Le segreterie regionali CGIL CISL UIL, insieme ai territoriali, hanno fatto il punto della situazione sul problema della stabilizzazione dei L.S.U., al termine della tornata di incontri, svoltisi in Regione, tra Enti utilizzatori, INSAR, Regione e sindacati. E' stato approvato un documento unitario - che si riporta di seguito. Inoltre sono previste assemblee informative - a livello territoriale - entro il 15 luglio ed una giornata di sensibilizzazione sull'argomento da tenere, a livello regionale, il 22 luglio, con conferenza stampa e delegazioni di lavoratori che si recheranno dagli amministratori per sollecitare l'adoziuone di misure di stabilizzazione. Anche la regione sarda è nel mirino delle OO.SS., in quanto si ritiene che, pur apprenzandosi il lavoro svolto dal'assessorato al lavoro, sia necessario un impegno corale della Giunta nella predisposizione dei progetti speciali regionali, finora rimasti nel vago.
Il testo del documento:
Grazie alle accelerazioni impresse dall’iniziativa sindacale e dalla lotta dei lavoratori, la vicenda dei lavoratori socialmente utili pare avviata a superare una normalità fatta di tempi lunghi, di ipotesi progettuali dai contorni poco definiti, di difficoltà ad impegnare gli enti utilizzatori in seri progetti di stabilizzazione.

Gli impegni assunti nell’incontro del 14 aprile scorso, cominciano ad essere onorati. Ricordiamo che si trattava di:
Ø informare ed indirizzare gli enti utilizzatori verso l’adozione di forme di gestione dei servizi locali che consentissero di stabilizzare lavoratori e di accedere ai rilevanti incentivi regionali;
Øverificare la possibilità di intervenire per l’ampliamento della riserva del 30% nelle assunzioni dirette e per il reinserimento della chiamata nominativa;
Øpredisporre i tre progetti concordati con il Ministero del lavoro per stabilizzare lavoratori in attività di carattere ambientale, nel settore sanitario e in quello degli enti locali.

Nell’ordine dobbiamo rilevare che gli incontri con gli enti si sono tenuti in queste ultime settimane, segnando importanti passi in avanti. Diverse decine di amministratori di enti locali hanno infatti partecipato con responsabile interesse agli incontri promossi dall’Assessorato al Lavoro nel corso dei quali si è potuto approfondire il quadro normativo e di incentivazione all’interno del quale possono essere avviati percorsi di stabilizzazione dei lavoratori. Molti amministratori hanno assunto impegni per la stabilizzazione nell’ambito di tutte le possibili forme messe a disposizione dalla legge, occorrerà ora vigilare in sede locale perché tali impegni si concretizzino e contribuire alla ricerca delle migliori soluzioni.

Un ostacolo che finora si è frapposto a possibili stabilizzazioni, pur limitate nei numeri a causa delle restrizioni imposte dalla legge finanziaria nazionale, è stato quello della riserva del 30% nelle assunzioni dirette in organico. In proposito nel corso degli incontri e in sede di audizione da parte della sesta commissione del Consiglio regionale sono state manifestate disponibilità a verificare la possibilità di superare la riserva con norma regionale da inserire nel disegno di legge istitutivo dei servizi per l’impiego.

Sui progetti infine non ci sono novità sostanziali, mentre si tratta della materia più delicata per l’attesa che si è creata attorno ad essi fra i lavoratori. Su questo punto quindi riteniamo necessario ribadire che, a parere di Cgil, Cisl e Uil i progetti devono essere costruiti su attività che rivestano carattere di stabilità e di durata; non è cioè possibile impegnare i lavoratori in progetti che vivano di risorse straordinarie costruiti, quindi, su attività temporalmente limitate; la conseguenza sarebbe, infatti, quella di prefigurare per lavoratori che vivono da anni nella precarietà, un futuro di ulteriore precarietà se non di disoccupazione.

Sarà quindi necessario che i soggetti istituzionali che dovranno concorrere alla realizzazione dei progetti colgano appieno questa esigenza. Cgil Cisl e Uil hanno alcune idee in proposito riferite alle previste aree progettuali:

ambiente

i progetti dovrebbero fare perno sulla indifferibile necessità di generalizzare in tutta la Sardegna la pratica della raccolta differenziata dei RSU, cogliendo l’opportunità di poter utilizzare fondi POR per l’infrastrutturazione ed un basso costo del lavoro, negli anni di avvio, grazie agli incentivi previsti per i lavoratori socialmente utili. Il recente referendum regionale ha inoltre messo ulteriormente in evidenza le opportunità occupazionali che possono essere offerte da interventi, fortemente auspicati dalle popolazioni, di bonifica ambientale e riciclo e valorizzazione di rifiuti provenienti da attività produttive.

Su questo terreno il coinvolgimento dell’Assessorato all’Ambiente, per quanto indispensabile, non può essere assolutamente sufficiente; le competenze organizzative di questi servizi sono infatti in capo alle province e quelle gestionali ai comuni; inoltre in questo settore è diffusa in Sardegna la presenza di imprese private anche di rilevanti dimensioni ed in possesso di competenze di rilievo. L’assessorato dovrà quindi assumere un ruolo di stimolo, di indirizzo e di coordinamento di scelte organizzative e gestionali che dovranno essere assunte a livello di Ambito Territoriale Ottimale dagli enti competenti dopo il necessario confronto con le organizzazioni sindacali territoriali.

Sanità

Nel settore sanitario e socio assistenziale i progetti possono vertere su due direzioni:
la prima, per i lavoratori che abbiano i requisiti necessari, di formazione per la qualifica di Operatore Socio Sanitario in vista di possibili inserimenti nelle piante organiche delle aziende Sanitarie Locali o in strutture pubbliche e private di accoglienza per anziani e disabili;
la seconda di costituzione di strutture operative che si occupino di manutenzione programmata e ordinaria degli immobili sanitari e della conduzione di impianti di produzione di vapore.

Entrambe queste direzioni sono certamente suscettibili di portare a risultati positivi ma, anche in questo caso, non è sufficiente il coinvolgimento dell’Assessorato alla Sanità; è necessario anche quello delle aziende sanitarie che conoscono in modo approfondito le possibilità di assorbimento dei propri organici o le possibilità di attivare società interne per i servizi tecnologici.

Enti locali

Appare il settore meno complesso e che potrà anche beneficiare degli approfondimenti avvenuti nel confronto con gli enti utilizzatori. Occorrerà convincere gli enti che abbiano un unico o, comunque, pochi lavoratori socialmente utili a provvedere all’assunzione diretta (utile a questo proposito un chiarimento sulla questione 30% di cui si è detto). Occorre convincere i comuni che attraverso gli lsu gestiscono attività necessarie alla collettività a costruire soluzioni di impresa (società interamente degli enti locali o miste con INSAR) che, dando certezza organizzativa alle attività, tolgano i lavoratori dalla attuale condizione di precarietà e di sfruttamento. Da valutare in questo ambito le possibilità offerte dalla Province di nuova istituzione.

Dall’azione combinata di tutte queste misure potrà derivare un decisivo abbattimento del numero di lavoratori impegnati in lsu, forse anche il definitivo e auspicato superamento della situazione. Occorrerà, però, perché questo si possa fare, che la Regione si muova con diversa agilità e concretezza, che gli assessorati lavorino di concerto e che si dimostrino capaci di coinvolgere gli enti territoriali nella progettazione e nella realizzazione delle soluzioni.

Cgil Cisl e Uil rivendicano questo dalla Giunta Regionale e per ottenerlo metteranno in campo tutte le proprie risorse: dalla capacità propositiva alla capacità di mobilitazione ogni volta che questa sarà necessaria. Ci pare infatti siano maturi i tempi per porre fine ad atteggiamenti opportunistici che molti enti utilizzatori hanno adottato per avere manodopera necessaria a costo zero, lasciando i lavoratori privi dei loro elementari diritti contrattuali e previdenziali.

Conseguentemente Cgil Cisl Uil proclamano una giornata di mobilitazione regionale da gestire in ambito locale, il giorno 22 luglio 2005 Per tale occasione delegazioni di lavoratori incontreranno le istituzioni interessate del loro territorio.