18/05/2010
Ancora due morti tra i soldati italiani in Afghanistan: ma serve restare?
Afghanistan, uccisi due soldati italiani
ATTUALITA'
(Da Conquiste del Lavoro)

Giornata di lutto per i militari italiani in Afghanistan: due soldati sono morti e altri due sono rimasti feriti in modo grave - anche se non sarebbero in pericolo di vita - nell'esplosione di un ordigno che ha colpito un blindato Lince che faceva parte di un convoglio in movimento verso il nord del paese. Tra i due feriti figura anche una donna. Con le due vittime di oggi sale a 24 il numero degli italiani morti in Afghanistan dall'inizio della missione, nel 2004.

Nell'esprimere il cordoglio per le vittime italiane in Afghanistan, il presidente del consiglio Silvio Berlusconi ha sottolineato al tempo stesso "la fondamentale importanza della missione in Afghanistan per la stabilità e la pacificazione di un'area strategica". È quanto si legge in un comunicato di Palazzo Chigi.

Anche la segreteria confederale della Cisl, in una nota, esprime profondo dolore e cordoglio per la
tragica morte dei due soldati italiani in Afghanistan. "La Cisl - prosegue la nota - è profondamente vicina alle famiglie dei militari italiani ed augura ai due soldati rimasti feriti una pronta e piena guarigione''.

Ma all'indomani della marcia Perugia-Assisi, si leva anche la voce della Tavola della Pace per chiedere alla politica di assumersi "le sue responsabilità, altrimenti questa guerra non avrà più fine". "Il dolore dei familiari dei soldati uccisi e l'angoscia di quelli feriti gravemente - scrive il coordinatore Flavio Lotti in un articolo pubblicato su www.perlapace.it di cui è stata diffusa una sintesi - è anche il nostro. È un dolore forte che ci deve spingere a fare qualcosa in più per fermare e non continuare a combattere questa guerra. I nostri giovani soldati muoiono perchè il governo continua a scaricare sui militari il compito di risolvere un problema che i militari non hanno nessuna possibilità di risolvere. Per questo il mostro della guerra continua da nove anni a fare stragi di vite umane, di legalità, di diritto e di diritti". "L'Italia - prosegue Lotti - deve uscire subito da questa guerra. L'Italia deve abbandonare la via della guerra e impegnarsi a costruire un'alternativa politica senza limiti. Al Parlamento chiediamo di convocare subito una seduta straordinaria dedicata alla guerra in Afghanistan, alla revisione della politica dell'Italia e delle iniziative urgenti da assumere a livello nazionale e internazionale. Alla Rai, servizio pubblico, e a tutto il mondo dell'informazione, chiediamo di organizzare un serio dibattito sulla guerra in Afganistan per aiutare gli italiani a capire cosa è accaduto, cosa sta succedendo e come si può fare per evitare di continuare a piangere inutilmente. Chiediamo che a parlare non siano invitati solo i militari e i cosiddetti 'esperti' ma anche i costruttori di pace, quelli che ieri hanno partecipato alla Marcia per la pace Perugia-Assisi, quelli che lavorano tutti i giorni per evitare queste inutili stragi".

Allo stato attuale i soldati italiani dispiegati nella regione ovest del paese asiatico, sono circa 2.800. Il contingente nazionale di stanza a Herat è dal 20 aprile 2010 al comando del generale di Brigata Claudio Berto, comandante della brigata alpina "Taurinense". Dal prossimo mese di giugno arriveranno circa mille uomini, rinforzi decisi dal governo nell'ambito della nuova strategia fortemente voluta dal presidente degli Stati Uniti Barack Obama e approvata dalla Nato.