La Cisl ha celebrato i 40 anni dello Statuto dei lavoratori a Roma in una manifestazione alla quale hanno partecipato tanti ex sindacalisti (tra i quali Marini, Carniti, D'antoni) e numerosi politici e rappresentanti delle Istituzioni.
Secondo Bonanni:
Solo le parti sociali potranno decidere di modificare lo Statuto dei lavoratori, non il Parlamento o il governo. Lo ha sottolineato il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, intervendo al convegno organizzato dalla Cisl in ricordo tutti quelli che, in particolare Carlo Donat Cattin, hanno contribuito alla nascita di un testo che, pur tra molte "rughe" mantiene una sua attualità ed importanza. Una riflessione che guarda all'oggi con l'occhio rivolto ad un passo ulteriore nel futuro, quello di uno Statuto dei Lavori che non può e non deve essere un semplice ampliamento della legge 300 del 1970. La sfida oggi sta tutta qui.
Per lo Statuto, ha sottolineato Bonanni, "cambierà quello che le parti, ovvero lavoratori e imprese, vorranno cambiare e non certamente quello che vorrà la politica, il Parlamento o il governo. Non siamo d'accordo a interventi unilaterali che scavalchino le parti".
"Se il governo - ha concluso Bonanni - vuole aiutarci a trovare accordi, può usare incentivi fiscali e contributivi, ma non può invadere il campo,che deve essere presidiato e gestito dalle parti sociali".
Nota Cisl Cagliari
"L'importanza dello Statuto dei lavoratori, frutto di una stagione politica nella quale si realizzarono grandi battaglie per l'affermazione dei diritti dei lavoratori, è fondamentale. Tuttavia non si può non ricordare che l'articolo 18 - quello che prevede la tutela reale in caso di licenziamento illegittimo - si applica solo alle aziende con più di 15 dipendenti. Ebbene, è noto che il 58% delle aziende, in Italia, ha solo 2 dipendenti, il 94% ne ha meno di dieci. Si stima quindi che solo a circa il 35% dei lavoratori lo Statuto si possa applicare nella sua pienezza. Occorre domandarsi come dare risposte alla restante parte del mondo del lavoro che sta diventando sempre più preponderante. Ciò se si vuole, tra l'altro, essere rappresentativi dei più deboli e non limitarsi a generiche affermazioni di principio. Da diversi anni la Cisl propone l'approvazione dello Statuto dei Lavori non in sostituzione, ma in aggiunta allo Statuto dei lavoratori. Il proliferare di posizioni di lavoro non assimilabili al lavoro dipendente e il fenomeno della diminuzione della grandi aziende, non può consentire la mera conservazione dell'esistente perché così si stanno limitando i diritti di milioni di lavoratori e lavoratrici ai quali il sindacato deve guardare con più attenzione. La Cisl è consapevole di questo."
In allegato un documento dell'Università di Modena e Reggio Emilia.