30/06/2010
Manifestazione unitaria al Teatro Lirico di Cagliari: un patto tra sindacato, politica e Istituzioni per salvare il Teatro.
Un’assemblea partecipata quella convocata dai sindacati della comunicazione (CGIL CISL UIL) al Teatro Lirico per il 28 giugno 2010.
Presenti sindacalisti confederali e di categoria, parlamentari nazionali e consiglieri regionali, Il sovrintendente Pietrantonio, numerosi lavoratori e le Istituzioni ( Il sindaco Emilio Floris, l’assessore regionale Lucia Baire, la Provincia rappresentata da Piero Comandini) proprietarie delle quote del Teatro Lirico.
La tavola rotonda, coordinata dal giornalista dell’Unione Sarda Fabio Manca, è stata aperta da Annalisa Pittau della Fistel/Cisl e dipendente del Teatro che si è soffermata, con dovizia di particolari, sul decreto Bondi (qualcuno l’ha chiamato Decreto Tremonti) in discussione in queste ore in Parlamento.ed oggetto di ostruzionismo da parte di IDV, mentre il resto dell’opposizione, pur votando contro, ha concordato con la maggioranza alcuni emendamenti migliorativi (a loro dire), almeno sotto certi aspetti.
Un decreto che, a giudizio della Cisl e del sindacato, non può essere condiviso perché la pur necessaria riforma del settore deve essere concertata e le magre risorse destinate alla cultura (scese al di sotto dello 0,3%) non possono essere vieppiù intaccate.
Non è dunque accettabile lo spostamento della contrattazione all’ARAN, è sbagliato il mancato coinvolgimento degli enti locali, né appaiono opportuni i tagli, sia pure ridotti dagli emendamenti, dei salari dei dipendenti. Infine è pericoloso il blocco della pianta organica, mentre ridurre la percentuale dei precari al 15% del totale dei dipendenti sarebbe esiziale per il Teatro di Cagliari, dove i precari assommano al 40%. Né si può essere sicuri che non venga tagliato il F.U.S (fondo unico per lo spettacolo). Insomma, si è di fronte a tagli lineari senza alcuna selettività e senza premialità per i Teatri virtuosi.
Dopo la probabile approvazione del decreto legge, si deve però continuare una battaglia, snodatasi in mille iniziative sindacali in tutta Italia, per l’attuazione dei decreti e per rivendicare la specificità del Teatro Cagliaritano. Cagliari ha chiuso per 6 anni consecutivi il bilancio in pareggio ed è dunque un ente virtuoso, ma che presenta la vecchia criticità dei debiti accumulati dalla gestione Meli.(20 milioni di euro). I tagli non possono colpire chi ha avuto una sana gestione.
Dopo i tanti interventi dei politici ( assenti quelli di centro destra, salvo i rappresentanti delle Istituzioni, per alcuni disguidi nella convocazione), ha preso la parola il segretario della Cisl di Cagliari, Fabrizio Carta. Dopo aver ricordato che nelle donazioni del 5 per mille, il Teatro di Cagliari è tra le prime scelte dei cittadini di Cagliari, a dimostrazione della stima e apprezzamento del pubblico, ha affermato che il Teatro deve essere considerato un punto di eccellenza per l’intera Regione, fatto peraltro non scontato: ecco perché sarà necessario che i possibili tagli che metterà in atto la Regione Sarda (si parla di 400 milioni di entrate in meno) non vadano a scapito dell’Istituzione cagliaritana. Si tenga anche conto che il contributo della Regione è notevole ed è pari a quello che proviene dal FUS (poco meno di 10 milioni di euro), mentre il Comune versa 2,5 milioni e la Provincia, new entry; circa 800.000 euro. Il botteghino ed i privati contribuiscono per il resto, ma si tratta di cifre molto basse.
Il segretario Cisl ha proposto che si programmi una conferenza di servizio, presieduta dal Sindaco di Cagliari, al quale siano invitati a partecipare tutte le Istituzioni, compresa la camera di Commercio, i privati con in testa la CONFINDUSTRIA, la SARAS, la FONDAZIONE BANCO DI SARDEGNA.
Il teatro deve inoltre garantire non solo gli spettacoli in teatro, ma anche operare nel territorio attraverso il decentramento.
In conclusione, gli interventi delle Istituzioni: provincia e regione hanno garantito la conferma dei loro finanziamenti, mentre più cauto è stato il Sindaco Floris, in relazione ai tagli che stanno colpendo gli enti locali.
Insomma, una manifestazione importante che ha messo l’attenzione su una istituzione culturale di prestigio, un fiore all’occhiello della Sardegna che, a giudizio unanime, deve essere difesa con una battaglia comune. Nell’interesse della cultura e dei lavoratori, a partire dai tanti precari. Ma l’attenzione e la mobilitazione non possono fermarsi.
Nota a cura Cisl Cagliari
in allegato intervento di Annalisa Pittiu.