12/07/2010
Decreto anti intercettazioni: critiche anche dalla redazione di Conquiste del Lavoro.
Il quotidiano della Cisl, Conquiste del Lavoro è stato inviato a tutti gli abbonati. In un comunicato che apparirà domani in prima pagina, i redattori del quotidiano della Cisl spiegano le ragioni della loro decisione. "Oggi, nel giorno dello sciopero proclamato dalla FNSI, la Redazione di Conquiste del Lavoro ha deciso di far uscire comunque il giornale", scrivono i giornalisti.

"Pur esprimendo solidarietà ai colleghi che protestano per un provvedimento che oggettivamente limita la liberta di cronaca e rispetto al quale auspichiamo significative correzioni nella direzione indicata dal Capo dello Stato, riteniamo che i maggiori problemi del settore risiedano:

1. Nella preoccupante prospettiva di esaurimento del finanziamento pubblico all'editoria che mette a rischio anche la stessa sopravvivenza di centinaia di piccole realtà editoriali che assicurano l'esercizio del pluralismo informativo e della libertà di stampa così come sancito dalla Costituzione;

2. Nel taglio delle agevolazioni postali per le spedizioni di prodotti editoriali che penalizzano, in particolare, i giornali distribuiti in abbonamento.

3. Nella mancanza di editori puri e nella concentrazione progressiva delle risorse in pochi grandi gruppi editoriali che, di fatto, comprimono gli spazi di espressione autonoma e tendono a schiacciare posizione terze che concorrono a formare in giudizio critico nel cittadino-lettore;

4. Nella caduta del fatturato pubblicitario che si è tradotta in pesanti ristrutturazioni che hanno comportato la contrazione allarmante dei livelli occupazionali;

5. Nella precarizzazione di una professione giornalistica sempre più sottopagata e sottoposta al ricatto degli editori.

In questo delicato contesto, vanno altresì ricordati alcuni impegni disattesi da parte dell'attuale Governo a partire dalla mancata riforma della Legge sull'editoria, dalla mancata convocazione degli Stati Generali del settore e dalla mancata convocazione di un tavolo sulle prospettive della professione giornalistica rispetto all'influenza delle nuove tecnologie e all'avvento dei nuovi media.

Per questi motivi, ci pare paradossale che, dai tempi della difficile vertenza contrattuale, la prima azione di sciopero proclamata dalla FNSI si sia concentrata su un nodo rilevante ma circoscritto e non rappresentativo di tutti i problemi del comparto per ciò che attiene al diritto ad essere informati, al pluralismo e alla libertà di stampa.

Come qualcuno ha detto a proposito dell'accordo Fiat su Pomigliano, che per difendere i diritti dei lavoratori occorre innanzitutto che il lavoro ci sia, da parte nostra riteniamo che per difendere la libertà di stampa occorre innanzitutto
che stampa libera ci sia."