22/07/2010
Cassa Integrazione in deroga: oltre il 33% dei lavoratori in Cig sono della Provincia di Cagliari.
I giorni scorsi, l'assessorato regionale al lavoro ha fornito i dati relativi alla Cassa Integrazione in deroga. Alla data del 13 luglio, a livello regionale, sono interessate dall'utilizzo di questo strumento 346 aziende per un totale di 4963 lavoratori. In particolare, per la prima concessione sono 214 aziende e 3157 lavoratori, per la prima proroga 123 aziende e 1522 lavoratori, oltre la prima proroga (fino all 4^) sono 9 le aziende e 288 i lavoratori.
Dati allarmanti perché a questi lavoratori vanno aggiunti tutti gli altri che sono in CIG ordinaria o straordinaria nonché i lavoratori in mobilità (ordinaria e in deroga) i cui numeri non sono stati ancora ufficializzati. Inoltre i dati sulla CIG in deroga non sono ancora definitivi e suscettibili quindi di incremento. Solo per gli ammortizzatori in deroga si parla di circa 11000 persone, in totale, molte delle quali percepiscono sussidi inferiori ai 400 euro.
Sulla base di elaborazioni della Cisl di Cagliari, particolare rilevanza va riservata al dato relativo alla Provincia di Cagliari: in totale sono coinvolte nella CIG in deroga ben 115 aziende per un totale di 1625 lavoratori, per una percentuale pari al 33% del totale.
Questo dato, unito a quello relativo ai bassi tassi di attività (in un anno a Cagliari 10000 persone in più rispetto al 2008 non cercano più lavoro perché scoraggiate) che già avevamo commentato nei mesi scorsi, dimostra che anche Cagliari soffre né più e né meno delle altre province sarde. Altro che provincia ricca !! Solo nel Sulcis, per questo aspetto, i dati sono ancora più allarmanti, perché a fronte di una popolazione molto inferiore, i numeri assoluti sono molto alti (1634 lavoratori coinvolti).
Si conferma quindi che nel cagliaritano la crisi investe molte picole e medie aziende del terziario e dell'edilizia. Ma, in questa drammatica mappa, si trova di tutto: dall'azienda metalmeccanica a quella di informatica, dal call center al centro di formazione professionale, dalla piccola impresa edile alle cooperative sociali, dall'azienda che si occupa dell'ambiente, a quelle che si occupano di ristorazione, dalle aziende di vigilanza, ai notai e studi commerciali. Non si salva nessuno !! Insomma, un campionario della realtà provinciale di Cagliari, fatta di un tessuto di piccole aziende, spesso al di sotto dei 15 dipendenti. Non mancano naturalmente anche alcune grandi aziende (Bridgestone, Silius), ma si tratta di eccezioni.
Da qui dovrebbe nascere l'esigenza di costruire un sistema di ammortizzatori sociali non più in deroga, ma ordinari.
Cosa fare ? In regione si sono costruiti degli accordi quadro per poter impiegare i lavoratori alla terza proroga presso il sistema degli enti locali, con l'erogazione di un bonus fino a 1000 euro. Ma ci sono forti ritardi da parte delle Province e dei servizi dei C.S.L. (centri servizi lavoro). I CSL dovrebbero orientare il lavoratore e aiutarlo a formarsi e riqualificarsi. Ma bisognerebbe rafforzare il servizio i cui dipendenti non sono neanche loro stabili ed in effetti sono in stato di agitazione perché il loro contratto scade a dicembre. In molti casi anche i Comuni sembrano poco interessati a questi processi di ricollocazione e di formazione che vanno invece assolutamente attuati.
Di questo aspetto, il sindacato unitariamente ne parlerà con la Giunta Provinciale di Cagliari appena nominata: occorre aprire subito tavoli concreti su politiche sociali, del lavoro, della formazione. Altrimenti, veramente, ci sarebbe da dire a cosa serve l'Ente intermedio Provincia tanto bersagliato, se non svolge il suo ruolo ?
La Cisl è pronta a fare la sua parte, partendo dall'esame drammatico di questi dati.
In allegato l'elaborazione della CISL di Cagliari.