Sono circa settanta i lavoratori (tra giornalisti e grafici) interessati dalla vertenza di EPOLIS. I sindacati confederali e di categoria, le RSA, il CDR e la Federazione Nazionale della Stampa si sono riuniti per parlare della vicenda: ciò rappresenta un valore aggiunto per difendere innanzitutto il giornale, perché esso è un'espressione di libertà e di pluralismo, nonché la presenza in Sardegna di un centro operativo.
C'è aria di crisi a EPOLIS con il giornale che esce a singhiozzo, le retribuzioni da due mesi non sono saldate, sono state date le ferie anticipate e non si sa se e quando il Giornale riaprirà i battenti.
Nel frattempo, una parte della proprietà (apparentemente divia in fazioni) annuncia la chiusura del centro operativo a Cagliari e questo vorrebbe dire licenziamento sicuro per i grafici e giornalisti. E' stato chiesto con una lettera l'intervento del comitato interassessoriale per le emergenze.
E' stato redatto un comunicato:
La minaccia di un taglio drastico nell’organico, dei giornalisti e dei poligrafici, e il trasferimento a Roma della redazione centrale dei giornali del gruppo E Polis sono inaccettabili.
I sindacati dei giornalisti e dei poligrafici sono decisi ad opporsi in tutti i modi allo snaturamento – quasi uno smantellamento - di un’iniziativa editoriale che contribuisce ad arricchire il pluralismo nell’informazione nel Paese e nelle 11 regioni dove vengono diffuse le 19 edizioni del quotidiano semigratuito.
La chiusura estiva anticipata di una settimana, il silenzio della società editrice sulla annunciata reiterazione della richiesta di accordo con i creditori già respinta dal Tribunale di Cagliari e gli evidenti contrasti all’interno della proprietà, costituiscono elementi gravi di preoccupazione sulla correttezza della gestione e sulla possibilità di continuazione nell’intrapresa editoriale e imprenditoriale.
L’associazione della stampa sarda e le segreterie confederali CGIL-CISL-UIL e di categoria SLC – FISTEL – UILCOM si sono riunite nei giorni scorsi per analizzare lo stato della crisi.
Le due edizioni del “Il Sardegna” sono da considerarsi parte del patrimonio editoriale e occupazione della Sardegna e della città. Ogni progetto di trasferimento da Cagliari della redazione centrale e di riduzione dell’organico verrebbe considerato un attacco alla capacità dell’Isola e dei territori di fare informazione.
Il sindacato ritiene pertanto che sia arrivato il momento di un’ intervento delle Istituzioni, in primis della Regione, che faccia valere le ragioni della Sardegna a salvaguardia del pluralismo nell’informazione e dei livelli occupativi dei territori.
Anche in considerazione del fatto che la società ha a suo tempo attivato una linea di credito con la SFIRS che per statuto deve concorrere allo sviluppo economico e sociale del territorio.
Sarebbe contradditorio che la Regione sarda sostenesse una iniziativa editoriale che ha sede altrove.
Per questa ragione sarà urgentemente richiesta la convocazione del Comitato inter-assessoriale per le emergenze economiche e sociali.
E’ assolutamente urgente che la società editrice si doti di una dirigenza legittimata, esponga ai sindacati le sue reali intenzioni, confermi il piano industriale già presentato al Tribunale di Cagliari, chiarisca la propria posizione nei confronti degli enti previdenziali e dei Fondi pensione complementare dei giornalisti e dei poligrafici per i quali non risultano versate le quote maturate.
L’associazione della stampa sarda e i Sindacati confederali, nel manifestare la totale solidarietà ai giornalisti e ai poligrafici di E Polis, assicurano ogni possibile intervento in difesa del pluralismo dell’informazione, dei livelli occupativi e perché siano rispettati i diritti dei lavoratori.