11/10/2010
Roma Piazza del Popolo: centomila partecipanti di CISL e UIL.
PRESENTE ANCHE UNA FOLTA DELEGAZIONE SARDA.
Circa 500 i partecipanti dalla Sardegna: in testa i pensionati, ma anche tanti del pubblico impiego, della FISASCAT e delle altre Federazioni di categoria, magari sparsi qua e là tra la folla: alle 10 era già impossibile entrare in piazza tanto era piena.
Una manifestazione inedita (senza la CGIL) per rivendicare dal Governo meno fisco e quindi meno tasse sul mondo del lavoro e sui lavoratori onesti che pagano fino all'ultimo centesimo di tasse. Più lavoro per l'Italia, perché i dati sulla disoccupazione, sull'aumento dell'utilizzo degli ammortizzatori in deroga, sul tasso di inattività e sul modesto aumento del PIL, preoccupano non poco. Un'iniziativa tranquilla, pacifica, senza incidenti, nonostante le tensioni dei giorni scorsi, che ha dimostrato la forza della nostra organizzazione. Ora, come si è detto durante i comizi, è necessario che il Governo risponda in termini positivi. E' ora che lavoratori e pensionati ottengano il frutto della mobilitazione.
Il commento di Conquiste del lavoro:
Una piazza straordinaria, è l'Italia della responsabilità ed è il modo migliore per rifiutare i violenti e metterli all'angolo. Questa è la migliore risposta democratica e costruttiva ai violenti e a coloro che li tollerano perchè, "forse sentono con loro qualche grado di parentela". Il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, concludendo la manifestazione "Meno fisco per il lavoro-Più lavoro per l'Italia", ha sottolineato come "questa piazza piena rappresenti un messaggio forte a chi non capisce che il sindacato è plurale e quello che si vede oggi è il sindacalismo maggioritario nel Paese". Quindi ha precisato: Cisl e Uil andranno avanti prendendosi le loro responsabilità e seguendo la loro natura. Alla domanda se sarà possibile "ricucire" con la Cgil, il leader cislino ha risposto: "Ricuciremo quando riconosceranno che il sindacato italiano è plurale e che quello riformatore è la maggioranza".

Ma il messaggio di Cisl e Uil è chiaro: vogliono risposte chiare e immediate: il Governo deve rispondere o la musica cambia, questo è uno spartito essenziale. Poi Bonanni ha aggiunto: "Saremo rigorosi con il Governo e non daremo tregua, così come speriamo possano fare anche gli imprenditori". In pratica, il Governo deve continuare ad incentivare il salario di produttività, migliorando ancora di più le tassazioni e le contribuzioni, per assicurare concretamente rifinanziamento ed assestamento di tutte le misure, ammortizzatori in deroga, che in questi 2 anni hanno dato sostegno a quasi 1 milione di lavoratori, che, altrimenti, sarebbero restati senza lavoro e senza salario. Bonanni ha anche difeso le scelte compiute sulla questione Pomigliano perché è stata difesa l'occupazione ed ha criticato il Governo sul vuoto lasciato per 5 mesi al ministero delle attività produttive. La fabbrica di Pomigliano d'Arco stava morendo - ha continuato - la nostra disponibilità ha assicurato l'utilizzo dell'impianto, ha salvato la fabbrica e garantito molti più salari. Bonanni ha poi negato che tale accordo violi la Costituzione: Mentre si diceva questo si calpestava la volontà democratica chiaramente espressa del referendum di Pomigliano - ha detto dal palco - nessun diritto è stato compromesso".

Poi il Mezzogiorno. "Dobbiamo batterci per il lavoro al Sud. Ma deve essere un lavoro che sappia stare sul mercato. Non saremo mai attratti da quegli assessori e da quei ministri che vogliono creare posti di lavoro che rovinano i nostri giovani e i nostri lavoratori". Poi il leader della Cisl ha aggiunto: "Per il Mezzogiorno è necessario cambiare approccio, abbiamo bisogno di un solo piano condiviso altrimenti le mafie e i politici corrotti continueranno a tenere il Sud in un buco nero". Quale ricetta? Per il Sud ci vuole una fiscalità di vantaggio altrimenti nessuno investirà in quei territori. Quindi facendo riferimento alla riforma federalista ha aggiunto: "L'Italia progredisce solo se tutto il Paese avanza e per questo dobbiamo cambiare passo". In particolare, sulla criminalità è necessaria una comune, vera assunzione di responsabilità. Ci vuole più impegno contro le mafie e "vogliamo ringraziare e dare il nostro sostengo incondizionato ai magistrati e alle forze dell'ordine". E per questo la Cisl è vicina alla Procura di Reggio Calabria in queste settimane sotto attacco.

Altro capitolo: gli sprechi: "L'apparato amministrativo complessivo costa 800 mld, ci sono 7.000 società di servizi di pubblica utilità, in gran parte inefficienti, e ci sono 25 mila amministratori locali: questa è la discarica dei trombati". C'è un silenzio bipartisan, come è stata bipartisan la campagna vergognosa sui lavoratori che sono stati definiti fannulloni: dovevano e devono coprire le connivenze". La Cisl invece chiede di attivare la contrattazione di II livello e dice al governo di liberare le risorse che si possono risparmiare.

Infine le tasse. Oggi a pagare l'Irpef sono solo i lavoratori dipendenti e i pensionati. Per questo la riforma fiscale radicale è fondamentale. Come dire: il Paese ha bisogno di un nuovo Patto sociale che al primo punto veda una riforma del fisco la sola che possa consentire una pacificazione tra cittadini e politica, perchè i cittadini sono stanchi di essere il bancomat dello Stato, delle regioni e dei Comuni. Quanto alla riforma fiscale Bonanni ha chiesto che venga tassato in egual misura ogni euro dei reddito da lavoro, dei redditi finanziari e di quelli patrimoniali.

Da Conquiste del lavoro - 9 ottobre 2010