QUESTIONE AREE PORTUALI
Il direttore generale del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Giacomo Caliendo, con una lettera del 28 ottobre, risponde alle segreterie territoriali CGIL CISL UIL di Cagliari che erano intervenute (vedi news del 1.9.2010) sulla questione della destinazione delle aree del porto canale di Cagliari, inviando una lettera unitaria al Ministro Matteoli, al Presidente della Giunta Regionale, al Presidente della Provincia al Sindaco di Cagliari, all'Autorità portuale, alla Capitaneria di Porto, alla Confindustria. Era (ed è ancora) necessario, a parere delle segreterie, che sia convocata con urgenza una sorta di conferenza di servizio sulla questione che è vitale per l'occupazione e per lo sviluppo presente e futuro dell'area cagliaritana.
Nella lettera il direttore generale premette che la legge (articolo 32 comma 1 Cod. Nav.) attribuisce la prerogativa al Capo del Compartimento marittimo di valutare la sussistenza dei presupposti per attivare il procedimento di delimitazione del demanio marittimo in caso di obiettiva incertezza o di ragionevole dubbio, anche a seguito di istanza di una parte.
La Capitaneria di Porto, previa convocazione dei privati interessati, ha redatto il verbale che stabilisce il nuovo confine demaniale marittimo. Sono stati assegnati ai privati 90 giorni per la presentazione di memorie avverso la procedura delimitativa che, conclusa in data 24 giugno, non è stata ancora approvata.
Il direttore informa i sindacati del fatto che si dovrà comunque aspettare il termine del complesso procedimento amministrativo, come previsto dall'articolo 32 del Codice della navigazione.
Infine, il direttore riconosce la bontà delle argomentazioni di carattere sociale prospettate dalle segreterie e auspica che il dialogo con Autorità Portuale e Regione Sardegna possa portare a risultati positivi.
Vi è da precisare che la lettera dei confederali mirava a far si che ci fosse un impegno comune per il lancio di attività produttive e imprenditoriali nell'area del Porto Canale, messe in forse da diatribe giudiziarie tra CACIP (ex Casic), Autorità Portuale e Capitaneria di Porto, con Provincia e Comune di Cagliari attivi nella polemica. I privati bloccati nella loro iniziativa e pronti a ricorrere all'autorità giudiziaria.
Il Ministero dunque risponde, ma rinvia ogni decisione alla conclusione dell'iter burocratico. Rimane a rischio il progetto di sviluppo delle aree portuali il cui destino appare troppo legato alla burocrazia. L'economia della nostra provincia avrebbe bisogno di un altro passo di marcia.
Le preoccupazioni restano !!!