08/11/2010
Tagli nel finanziamento dei piani personalizzati. La protesta delle famiglie.
La questione servizi sociali sempre alla ribalta.
Dopo i tagli del Governo nazionale che ha ridotto i trasferimenti ai Comuni mettendo a rischio la qualità e la quantità dei servizi sociali a favore delle classi più diasagiate, nonché i posti di lavoro in alcune cooperative, a causa degli appalti al massimo ribasso, si presenta ora il problema dei piani personalizzati della L. 62/1998.
La Regione Sarda, o meglio l'assessore regionale alla sanità, ha disposto tagli di circa 21 milioni di euro. Mentre l'anno scorso infatti il finanziamento era di 116 milioni di euro, quest'anno si sono ridotti a circa 91.
Ferma presa di posizione di diverse associazioni di disabili che hanno formulato alcune proposte per modificare la delibera regionale che ha modificato i criteri per la concessione.
Come sindacato abbiamo chiesto di formare un tavolo unico associazioni, sindacato per incontrarci e mettere a punto alcune proposte comuni, perché a fronte di tagli molto probabili occorre fare una lotta agli sprechi e indirizzare le risorse verso chi ne ha bisogno realmente, anche in modo selettivo. Si è ipotizzato incontro tra associazioni e sindacato unitario per esaminare la questione, organizzare iniziative comuni e avanzare proposte correttive. Quel che è certo che non si possono fare tagli alle prestazioni, senza proporre alternative credibili.
In un documento articolato le famiglie presentano le loro valutazioni:
• Riduzione dei finanziamenti da 116 milioni a 91 milioni di euro: NON consentirà a migliaia di
persone con disabilità grave il mantenimento dei livelli assistenziali dell’anno scorso.
• Viene penalizzato chi è disabile dalla nascita (‐ 3 punti) e chi non ha nessun servizio (‐ 5
punti) e resta inalterato il punteggio di coloro che hanno ore di servizi pubblici di assistenza
(meno punti meno finanziamenti);
• il nuovo criterio che attribuisce 15 punti per più piani personalizzati L162/98 nella stesso
nucleo familiare non favorisce le persone con disabilità (il finanziamento max resta infatti di 20 mila euro);
• è sbagliato limitare il diritto di accesso per i bambini da zero a tre anni con disabilità grave al progetto personalizzato 162:
• calcolo nel carico familiare dei permessi della legge 104/92:
• sola firma del medico della scheda di gravità: ciò comporta aumento dei costi (se fossero 50
euro per 28 mila casi: 1 milione 400 mila euro!), di stress e burocrazie che ricadono sulla
famiglia e persone con disabilità;
• Sull’ISEE e il calcolo del reddito: il reddito di cui tener conto dovrebbe essere solo quello della
persona con disabilità grave e non della sua famiglia. Inoltre il livello minimo da cui partono le
riduzioni 8.000 euro è troppo basso, vicino al minimo livello vitale, di povertà. Ma la L.162/98
non è legge sulla povertà, è contro l'esclusione sociale, sul diritto al percorso personalizzato di
assistenza e di inclusione.
IN ALLEGATO LA DELIBERA DELLA REGIONE.