30/08/2005
CISL e SICET contestano le scelte del Comune di Cagliari, sulla vendita delle case popolari.
COMUNICATO STAMPA
SICET E CISL CAGLIARI
( firma Mimmo Contu e Giampaolo Carta)
Testo del comunicato:

Apprendiamo dalla stampa della decisione, presa dalla Giunta comunale di Cagliari di mettere in vendita 250 alloggi di edilizia residenziale pubblica, ubicati in via Codroipo, via Monte Grappa e a Torre degli Ulivi, in base, secondo quanto affermato dall’assessore competente, a quanto previsto dalla legge 560.

Poiché la delibera della Giunta ora deve passare in Consiglio per l’approvazione definitiva, La CISL e il SICET di Cagliari, non essendoci stata alcuna concertazione con le parti sociali, rendono pubblica la propria posizione, anche perché è necessario che tutti i consiglieri di maggioranza e di opposizione valutino realmente quello che verrà loro proposto per l’approvazione, ma anche perché bisogna tranquillizzare gli inquilini di detti alloggi, rispetto al diritto di continuare ad abitare nelle abitazioni assegnate.

Il sindacato degli inquilini e quello confederale, in linea di principio, sono assolutamente contrari, e non da oggi, sui processi di vendita degli alloggi di edilizia popolare. Si tratterebbe infatti dell’ennesimo depauperamento del già scarso patrimonio pubblico.
Basti pensare che, mentre in Italia vi sono, complessivamente 700000 alloggi di edilizia pubblica, con una percentuale pari al 4% dell’intero patrimonio abitativo nazionale (e la Sardegna e la nostra città non si discostano dai valori nazionali), nelle altre nazioni europee la percentuale va dal 18% di Germania al 13% della Francia, arrivando fino al 40%dell’Olanda..

Da anni, il sindacato si batte per portare il totale degli alloggi, da destinare all’edilizia residenziale pubblica, alla cifra di 2.000.000 di abitazioni, proprio per venire incontro alle esigenze dei ceti popolari più poveri. E’ del tutto evidente che quindi l’operazione proposta dal Comune di Cagliari, che punta a ridurre il numero delle case popolari, non può essere condivisa, in alcun modo, proprio perché contraria alla filosofia di fondo, sostenuta dalla CISL e dal SICET. Né, d’altronde su questo si è mai aperto un serio confronto concertativo.

E’ vero che il Comune di Cagliari ha affermato che dal ricavato di queste vendite, si potranno acquistare nuove abitazioni. Ma ciò presuppone la volontà degli attuali inquilini di voler acquistare: infatti, in caso di mancato acquisto da parte degli attuali assegnatari, le case non possono essere messe in vendita, ma gli assegnatari hanno il diritto di non comprare e allo stesso tempo hanno il diritto di non essere trasferiti , e quindi di rimanere inquilini nelle case attuali.
Tutto ciò secondo quanto stabilito dal comma 7 della legge 560: e questo deve tranquillizzare gli assegnatari degli alloggi in questione.
Ancora una volta, la politica della casa del Comune di Cagliari, non può essere assolutamente condivisa dalle organizzazioni sindacali.