Preoccupazioni da parte dei lavoratori e del sindacato (confederale, Federazione, RSU) sono state espresse per la ventilata cessione da parte dell’ENI delle saline contivecchi.
Questa notizia, apparsa sui quotidiani nei giorni scorsi, pur essendo in parte già nota, conferma il disimpegno dell’ENI nella zona di Machiareddu, e di un ulteriore smantellamento dell’industria nel nostro territorio.
La produzione delle saline è, infatti, collegata strettamente al ciclo del cloro soda dell’attiguo impianto della SYNDIAL. Si profila, ancora una volta, l’eliminazione di importanti realtà produttive, con la perdita di occupazione e di opportunità di sviluppo economico e sociale.
L’ENI intende chiaramente uscire dal settore chimico produttivo, riservandosi invece l’attività di bonifica nel territorio.
Tutto ciò mentre langue l’applicazione dell’accordo sulla chimica, firmato ormai oltre due anni fa a Palazzo Chigi da un coacervo di forze sociali e istituzionali (Sindacati, Comuni, Provincia, regione, forze sociali), mentre non fa neanche passi avanti il piano energetico regionale che dovrebbe consentire alle imprese operanti in Sardegna energia a costi competitivi, in attesa della metanizzazione.
Questa situazione specifica, ma anche quella relativa all’industria nel territorio sono state oggetto di un incontro, organizzato dalla provincia di Cagliari, che ha riunito le commissioni ambiente e attività produttive presso il Comune di Assemini. All’iniziativa hanno partecipato l'asssssessore all provincia Comandini, il sindaco di Assemini, le segreterie sindacali (per la Cisl il segretario generale Fabrizio Carta e per la FEMCA Efisio Ibba).
I quali hanno stigmatizzato il comportamento dell'ENI, ma hanno anche rilanciato l'esigenza di applicare, finalmente, l'accordo sulla chimica del 14 luglio 2003, strumento fondamentale per rilanciare lo sviluppo del territorio che deve basarsi su un sistema nel quale l'industria abbia un ruolo rilevante, accanto agli altri fattori produttivi.
Sono state anche evidenziate le responsabilità sia del Governo nazionale, ma anche della Giunta regionale che ancora ha una politica per l'industria in Sardegna piuttosto debole e vaga.
Per un rilancio di questa politica è necessario, hanno affermato i due sindacalisti, fare fronte comune (sindacati eistituzioni), come avviene in altri territori a difesa delle realtà produttive esistenti. A questo proposito può essere importante l'azione della nuova provincia di Cagliari che si è impegnata a convocare un'apposita sessione del consiglio provinciale di cagliari per il 3 ottobre prossimo. L'assessore alle attività produttive si è anche impegnato ad aprire un tavolo di concertazione permanente con il Sindacato ed ha annunciato la convocazione dell'osservatorio provinciale sulla chimica da parte del Presidente Milia.
a cura UST Cagliari