13/09/2005
Esecutivo UST: sintesi relazione segreteria
ESECUTIVO UST 13 SETTEMBRE 2005
Relazione della segreteria:


·Convocazione effettuata con anticipo rispetto al solito perché siamo una segreteria nuova e intendiamo fare una ricognizione a 360 gradi della nostra organizzazione territoriale interna, non potendo nel contempo trascurare gli impegni esterni sia quelli regionali, che quelli unitari che quelli con le controparti. Rimangono naturalmente aperte le questioni che abbiamo già sollevato nel corso del consiglio generale del 29 giugno e che, ovviamente, data l’estate, sono rimasti sostanzialmente invariati.
·Congresso alle spalle: i congressi sono finiti, almeno sembra, è necessario ora lavorare nell’interesse degli iscritti e dei lavoratori, perché le problematiche, sia a livello nazionale che regionale che territoriale, sono gravi e pesanti.
·Una situazione economica stagnante con un tasso di crescita del PIL, inizialmente previsto a sotto zero, ed ora solo a più 0,2 o + 0,4, sempre assolutamente insufficienti,
·Andamento consumi è negativo, vi è una crisi dovuta ad un’inflazione che, se pure ufficialmente in calo, colpisce le fasce più deboli della popolazione. L’aumento del prezzo del petrolio e della benzina colpisce pesantemente il tenore di vita dei pensionati e dei lavoratori.
·Tutto ciò mentre parecchi contratti di lavoro sono al palo (quello dei metalmeccanici in particolare per il quale è stato proclamato uno sciopero per il 29 settembre prossimo. Vi sono enormi distanza tra le richieste del sindacato e le controproposte della Federmeccanica. Tutto ciò mentre non decolla ancora la riforma del modello contrattuale che oggi dimostra la sua inadeguatezza e mentre lo stato sociale copre sempre meno i bisogni dei lavoratori. Con l’aumento del costo della vita, vi è anche un forte aumento delle disuguaglianze sociali.
·Ma il fatto emblematico di questa estate – che qualcuno ha definito anche come questione morale – è la mancanza di credibilità nella quale sono cadute alcune delle istituzioni più importanti del nostro Paese. La Banca d’Italia e l’ISTAT i cui dati ormai sono sempre più inattendibili.
·Sembra che ormai grossa parte del ceto politico e di quello economico punti non sull’aumento della quantità e della qualità delle produzioni, ma invece su giochi di potere e su quell’economia finanziaria che tutto fa tranne che andare a favore dei cittadini e dei lavoratori.
· In questo quadro la concertazione è stata ridotta a meno di consultazione, e numerose vertenze sono al palo.
·Un grande problema che interessa tanto i lavoratori è quello della riforma previdenziale e del trattamento di fine rapporto.
·Vi è un grande problema per i giovani: Se noi non mettiamo in piedi un sistema di previdenza,, come si suol dire, a due gambe – quella pubblica, assolutamente necessaria ma non sufficiente, e quella complementare, rischiamo di lasciare un solco tra le generazioni – vecchi e giovani – che è deleterio per il Sindacato, oltreché per il paese. I nostri giovani, dall’introduzione del sistema del metodo contributivo, rischiano di avere un tasso di sostituzione bassissimo (intorno al 40% contro il 70% di una volta). Noi abbiamo il dovere di far decollare la previdenza e quindi la problematica del TFR, all’ordine del giorno, va discussa, trattata con serietà con il governo e con le aziende e spiegata chiaramente ai lavoratori e agli iscritti. Inoltre la qualità dell’occupazione e l’eccessiva precarizzazione del lavoro, che non è stata governata da questo Governo nazionale che non ha messo in campo adeguati strumenti di formazione continua, di ammortizzatori sociali universali, di centri per l’impiego funzionanti, rendono ancora più grave la situazione, anche dal punto di vista pensionistico, atteso che molte nuove forme di lavoro sono prive di contribuzione previdenziale o l’hanno molto bassa.

A Livello regionale

La situazione regionale non è certo migliore di quella nazionale. Il tasso di disoccupazione si attesta, ufficialmente al 13,9%, circa 96000 disoccupati, ma in realtà è molto più ampio, se si considerano i metodi statistici utilizzati dall’ISTAT, molto diversi dal passato.

L’uscita dall’obiettivo Uno della Sardegna, avvenuto perché si è superato il 75% della media del PIL della comunità europea (questo è avvenuto per pochi decimi di punto), ma sarebbe avvenuto comunque nel momento in cui sarebbero entrati i nuovi stati dell’est Europeo, determina il rischio o meglio la certezza di perdere cospicui finanziamenti della Comunità Europea. E’ vero che in passato forse la Sardegna non li ha spesi benissimo, ma perderli sarà senz’altro un grande handicap per noi e mentre la condizione di insularità crea molti svantaggi per la nostra economia (dalla continuità territoriale, al costo dell’energia, alla scarsità delle infrastrutture).

Industria: non c’è strategia per lo sviluppo dell’industria né a livello nazionale né a livello regionale. Langue l’accordo sulla chimica per responsabilità del Governo centrale e di quello nazionale e la stessa diminuzione del ricorso agli ammortizzatori sociali, anche nella nostra isola, che apparentemente può essere un fatto positivo, dimostra invece che la crisi è talmente forte, che non c’è più neanche il ricorso alla cassa integrazione., per mancanza di operai.

I rapporti con la Giunta regionale appaiono molto tesi. A volte sembra che la riduzione del potere sindacale sia uno degli obiettivi di questa Giunta. La legge 31 data a tutti meno che ai sindacati. Il CREL: ridimensionato. La proposta di patto sociale avanzata in congresso nei confronti della Regione Sarda sembra per il momento accantonata. Sulle riforme istituzionali e sullo Statuto sardo non ci sono risposte. Mentre alcune categorie, come i regionali, i forestali e gli agricoli, la scuola e la formazione, ma la stessa industria sono sul piede di guerra.

La situazione a livelli locale non è certo delle migliori e rispecchia, fedelmente, quanto accade a livello regionale.

Essenzialmente, a livello provinciale, abbiamo alcune partite aperte:

· Il tavolo di Governance con la confindustria
· Il tavolo con Il Comune di Cagliari, che però rischia di diventare un tentativo della Giunta di utilizzare il sindacato, in una fase preelettorale.
· Il confronto con la Provincia su alcuni temi rilevanti, quali i servizi per l’impiego, lo stato sociale, la formazione, la progettazione integrata.

Il programma delle iniziative è in sintesi questo:

· il 15 settembre Pezzotta a Cagliari con Rutelli e con Follini per mettere in evidenza l’importanza strategica della questione dell’insularità.
· Per l’industria e per lo sviluppo dell’economia è necessaria una forte mobilitazione e iniziativa verso Governo e Regione e vi è già un’intesa con CGIL E UIL per un’iniziativa di mobilitazione, con mille delegati, a Cagliari con la partecipazione di dirigenti nazionali di CGIL CISL UIL.
· Verranno identificate iniziative sulle povertà, in sintonia con le associazioni che tradizionalmente hanno accompagnato la CISL in questi anni (dalla marcia contro le povertà, alle iniziative per ostruire l’osservatorio etc.)
· Iniziativa a Novembre sui servizi mentre nelle prossime settimane vi sarà un esecutivo sul problema del tesseramento.

A livello territoriale le enuncio brevemente:

IL 30 settembre iniziativa dei delegati e quadri del Medio Campidano a Sanluri
Il 6 ottobre incontro su INAS
Fine ottobre seminario su previdenza complementare
Iniziativa per rilancio coordinamento donne a metà ottobre
Incontri formativi sulla sicurezza per il settore industria
Incontri con singole federazioni nei prossimi giorni


Cagliari 13 settembre 2005

Fabrizio Carta
Segretario Generale UST