22/02/2011
Va condannata la feroce repressione in Libia contro i manifestanti.
A qualche centinaio di chilometri dalla Sardegna, nelle coste dell'AFRICA, si sta consumando un dramma tremendo. Dopo le proteste popolari in Tunisia ed in Egitto che hanno costretto i dittatori a fuggire e a lasciare il campo libero ai manifestanti, ora è la volta della Libia.
Un regime molto chiuso che, in passato, si è distinto per terrorismo e negazione delle libertà, sta attuando una feroce repressione contro il popolo libico. Si parla di centinaia di morti, uccisi dai mercenari e di disordini in tutta la Regione. Questa crisi creerà dei problemi, anche economici all'Italia - uno dei partner della Libia maggiori tra i Paesi europei. Tuttavia, di fronte all'uccisione di tante persone, non si può rimanere indifferenti ed il Governo italiano deve agire per fermare la strage.
Certo ci sono pericoli nell'evoluzione della situazione, ma il primo compito è quello di sostenere la libertà e la democrazia nelle regioni del nord Africa. Solo con l'instaurazione di governi realmente democratici, si potrà parlare di pace e di sviluppo per tutti.
nota a cura della Cisl di Cagliari