SEMINARIO ALLA CISL DI CAGLIARI SU
STRESS CORRELATO SUL LAVORO
Circa cento delegati tra RLS ed RSU hanno partecipato al seminario organizzato dalla Cisl di Cagliari sul tema dello stress correlato lavoro.
Dopo l’introduzione de segretario confederale Mimmo Contu, ne ha parlato in modo approfondito e competente Cinzia Frascheri, responsabile del dipartimento Salute e Sicurezza della Cisl confederale.
Non è la prima volta che alla UST si parla di sicurezza. Infatti negli anni scorsi si è parlato di Mobbing con la stessa Cinzia Frascheri e con Fernando Cecchini dell’INAS, mentre in altre occasioni sono stati organizzati seminari sul decreto 81 con la partecipazione di Marco Lai. Infine, anche a causa delle frequenti vittime sul lavoro in Sardegna e a Cagliari, diverse sono state le iniziative e le manifestazioni unitarie sull’argomento.
Insomma, è da tempo che la Cisl di Cagliari, insieme all’INAS ed al suo Sportello sicurezza – coordinato da Sergio Melis – cerca di approfondire l’argomento “sicurezza”, nella convinzione che si tratti di un tema decisivo per garantire ai lavoratori un lavoro degno e sicuro come si conviene ad una società moderna. Come ha spiegato il segretario Contu, nella relazione d’apertura, “il numero degli incidenti sul lavoro, specie quelli mortali, non sta diminuendo in Sardegna ed in provincia, con un dato in controtendenza rispetto a quello nazionale. Se si tiene conto del fatto che è diminuita l’occupazione e sono aumentati coloro che fruiscono degli ammortizzatori sociali in deroga, il dato statistico è ancora più allarmante. Diminuisce l’occupazione ma diminuisce anche la qualità del lavoro di chi è occupato. In Provincia è degno di nota il progetto sulla sicurezza messo in atto nella zona di Sarroch con la collaborazione dell’INAIL insieme alla CONFINDUSTRIA ma spesso si abbassa la guardia dopo la tensione dovuta ai morti di Sarroch (che Contu ha ricordato con commozione)” Su questo anche il sindacato deve impegnarsi maggiormente e ci deve essere uno sforzo per conoscere, studiare e poi mettere in pratica all’interno delle aziende le disposizioni del decreto 81 e dell’accordo europeo.
In questa logica si è sviluppata la relazione della Frascheri che ha spiegato con dovizia di particolari cos’è lo stress correlato lavoro, in che modo va inserita la questione all’interno della più generale valutazione dei rischi, quale deve essere il ruolo degli R.L.S. e degli R.L.S.T. Il fatto che aumenti la disoccupazione, ha spiegato, non deve farci dimenticare il rispetto delle leggi a tutela del lavoratore, ma anzi è importante sviluppare l’impegno a difesa della qualità del lavoro.
E’ importante – ha detto la responsabile del dipartimento Salute e Sicurezza – che il problema sia affrontato all’interno del documento della valutazione dei rischi, evitando appalti a consulenti esterni ed il ricorso non necessario a questionari o copia pedissequa di fac simile adattabili a tutte le situazioni o peggio, autocertificazioni, ormai escluse dalla normativa. Bisogna invece osservare l’organizzazione del lavoro, il tipo di mansioni svolte e quali rischi discendono dallo stress correlato al lavoro in collegamento con l’età, il genere, la nazionalità, la tipologia contrattuale.
Lo stress correlato lavoro deriva dall’accordo europeo recepito in Italia nel 2008 ed occorre conoscere sia il decreto 81, sia lo stesso accordo europeo, ma anche le indicazioni che sono state emanate entro il 31.12.2010 e sono ormai vincolanti perché pubblicate nella Gazzetta Ufficiale. Non è previsto un termine perentorio entro il quale deve essere valutato lo stress correlato lavoro (proprio per evitare analisi affrettate e superficiali) anche se, però, si può far intervenire l’organo ispettivo, in caso di atteggiamenti dilatori da parte dell’’azienda. Lo stress correlato va distinto dal Mobbing perché pur rientrando anch’esso, insieme a born out e violenza, nei rischi psico sociali, se ne distingue per alcune caratteristiche. Il mobbing è doloso, di natura individuale e ad personam. Lo stress correlato è invece colposo, collettivo e ricade sulla mansione e non sulla persona specifica.
Dunque – ha proseguito la Frascheri – lo stress deve esaminato nella valutazione dei rischi ed affrontato con datore di Lavoro, medico competente (qualora esista), R.S.P.P. ed RLS o RSLT (TERRITORIALE). Sarà necessario individuare gli indicatori, sentire obbligatoriamente gli RLS o RLST (o in alternativa direttamente i lavoratori), analizzare l’indagine ed identificare gli interventi correttivi. Lo stress, è stato spiegato, è ineliminabile ma quello che bisogna ridurre è il rischio sul lavoro da stress. Questa in estrema sintesi la relazione della Frascheri (le slide saranno diffuse nei prossimi giorni).
In conclusione il segretario generale della UST, Fabrizio Carta, ha richiamato tutti i delegati e l’intera struttura ad un sforzo ancora maggiore per studiare, approfondire ed intervenire nei posti di lavoro. Quando si verifica un incidente sul lavoro (specie quando mortale) significa che anche il sindacato non ha fatto la sua parte. La sicurezza sarà dunque uno dei filoni sui quali si organizzeranno nei prossimi mesi altri momenti formativi, rivolti in maniera specifica alle diverse categorie e sarà rafforzata una filiera interna che prenda in carico il lavoratore, anche quello delle piccole aziende, nella quale abbiano ruolo anche il Patronato, l’Ufficio Vertenze e naturalmente lo Sportello Sicurezza.
Nota a cura della Cisl di Cagliari.