20/03/2011
Il 31 marzo oltre 1200 lavoratori interinali all'INPS andranno a casa, a causa dei tagli del Governo.
IL GOVERNO VOLTA LE SPALLE AI PRECARI DELL'INPS.
Altre 1240 persone a casa dal 31 marzo, con l’Istituto che dovrà sborsare 7,5 milioni di euro per pagare le loro indennità di disoccupazione.

Roma, 16 mar. 11 - A quasi un mese e mezzo dallo sciopero nazionale dei lavoratori in
somministrazione presso l’Inps, e nella totale assenza di risposte da parte delle istituzioni in
merito al futuro di 1800 persone, le organizzazioni sindacali NIdiL CGIL, FELSA CISL e UILTem.P hanno chiesto, insieme alle rappresentanze interne dei lavoratori pubblici, un incontro
al direttore generale dell’Istituto di previdenza, Mauro Nori, al presidente Antonio Mastrapasqua e al ministro del Lavoro Maurizio Sacconi. Con l’Inps l’incontro è stato finalmente fissato per lunedì 21 marzo.
Nel totale disinteresse del governo, 1240 lavoratori rischiano infatti di restare a casa il prossimo 31 marzo, dopo che altri 550 hanno subito lo stesso destino già lo scorso 31 dicembre. Si tratta di
persone che svolgono per l’Inps funzioni ordinarie e strutturali di lavoro, tanto che la loro mancata
presenza non potrà far altro che rallentare, quando non sospendere, l’iter di pratiche
pensionistiche e sociali di competenza dell’Istituto. Lo stesso Istituto che, paradossalmente, sarà
chiamato ad erogare le indennità ordinarie di disoccupazione per questi stessi lavoratori, con
un esborso di circa 7 milioni e mezzo di euro, oltre agli oneri previdenziali.
Queste 1800 persone sono fra le prime vittime della legge 122/2010 (la manovra economica varata lo scorso luglio dal ministro Tremonti), che taglia del 50% la spesa, rispetto al 2009, per il
personale precario della Pubblica amministrazione. Un provvedimento che, unito al blocco del turnover, significa una vera e propria mannaia sulla capacità degli uffici pubblici di erogare i
servizi essenziali ai cittadini, e che in particolare per l’Inps significherà sicuramente rallentamenti nella liquidazione di cassa integrazione, della disoccupazione per i lavoratori delle aziende in crisi, come pure delle indennità di invalidità civile per le persone diversamente abili.
Un’importante chance di evitare tale mannaia è stata persa quando la maggioranza parlamentare e il
governo hanno respinto un emendamento al decreto Milleproroghe che avrebbe consentito ai 1800 lavoratori somministrati dell’Inps di continuare a lavorare anche dopo il 31 marzo.
NIdiL CGIL, FELSA CISL e UILTem.P sollecitano pertanto il ministero del Lavoro, anche in
quanto dicastero vigilante sull’Inps, a fissare quanto prima la data per un incontro sul problema del lavoro e dei servizi che si verrebbe a creare.