29/03/2011
La valorizzazione del Parco di Molentargius opportunità di sviluppo per la provincia di Cagliari.
La valorizzazione del Parco di Molentargius opportunità di sviluppo per la provincia di Cagliari.

Il parco di Molentargius è una delle ricchezze più grandi per il territorio di Cagliari e la sua conservazione e valorizzazione può costituire un volano di sviluppo per Cagliari e la sua provincia.
Questa è la riflessione scaturita dal dibattito emerso durante i lavori di un convegno organizzato dal Partito democratico di Quartu S.E.
L’occasione per discutere di tutto ciò è stata data dalla recente delibera regionale che prevede uno stanziamento di 20 milioni di euro in 4 anni per investimenti pubblici, nell’ambito di un progetto di filiera integrato. Si tratta di investimenti materiali (strade, infrastrutture) e immateriali (per es. nella formazione). La relazione di Tonino Piludu, presidente del C.R.E.L. ma da tempo sindacalista della CGIL, dopo aver ricordato le iniziative sindacali unitarie degli anni scorsi su questo tema, ha spaziato sulle svariate possibilità che offre il Parco, dal punto di vista naturalistico, ambientale ma anche economico, giacché il Parco, per il quale, negli anni, sono già state spese ingenti risorse, deve diventare praticabile per la popolazione e per attività economiche, compatibili con l’ambiente. Dunque, partendo dall’urgenza della ripresa della produzione del sale, da sempre molto pregiato, necessaria per la vita stessa di Molentargius, si può arrivare a sviluppare il termalismo, come avviene in saline (vedi Cervia) da una produzione teorica di sale inferiore a Molentargius, ma anche iniziative collaterali che possono dare un’occupazione qualificata. Gli investimenti pubblici, sicuramente apprezzabili, devono però essere integrati dal sistema delle imprese e non possono essere avulsi dalla programmazione nel territorio.
Diversi gli interventi (ing. Tiana di Lega Ambiente, il dr. Giancarlo Loddo direttore del Parco, l’ex sindaco di Quartu Ruggeri, l’assessore provinciale Comandini ed esponenti di diverse amministrazioni – tutti rigorosamente del P.D.).
Al dibattito è intervenuto anche il segretario della CISL di Cagliari, Fabrizio Carta, il quale, schematicamente ha dichiarato:
“La relazione di Piludu, che non si discosta da quella unitaria del 2003, è un importante contributo per affrontare e possibilmente risolvere la questione della valorizzazione del Parco di Molentargius. Si tratta di un problema spesso sottovalutato anche all’interno del sindacato, anche di quello confederale che dovrebbe essere più attento ad una tematica come quella ambientale.
Purtroppo, si è presi dal contingente e dalle singole emergenze occupazionali a tutti voi ben note che colpiscono la Sardegna ma anche la nostra provincia, impropriamente definita ricca e senza problemi e ci si dimentica di articolare ragionamenti più complessivi che possano indicare, al di là della risoluzione dei casi concreti, una prospettiva di rilancio e di sviluppo, magari su terreni nuovi e moderni che possono dare spazio all’occupazione (specie giovanile e femminile).
D’altronde se, a distanza di almeno 8 anni dal convegno organizzato da CGIL CISL UIL cagliaritane, in presenza della Provincia di Cagliari e di altre istituzioni e associazioni, nella sede della camera di Commercio di Cagliari, quella relazione, è ancora attuale, vuol dire che c’è ancora da fare, pur nella considerazione che la sola faticosa difesa di Molentargius dalla cementificazione è un fattore essenziale. Abbiamo una zona umida eccezionale da tutti i punti di vista (ambientale, culturale, turistico) che viene vissuta poco dalla popolazione, quasi niente dai turisti, e che non dà benefici sensibili alla comunità.”
Sul metodo, ha osservato il segretario della CISL, le risorse messe in campo dalla regione sono importanti, come valore in sé, ma possono avere un effetto moltiplicatore se coniugate con iniziative del territorio e dei privati che possono dare risposte di occupazione anche di qualità. E’ necessario perciò che il problema sia affrontato in una logica di area e non può essere lasciato né ad una gestione centralistica regionale, ma neanche ai singoli comuni o, naturalmente, ai privati, senza controllo. Purtroppo manca un’istituzione come l’area metropolitana o la città metropolitana di Cagliari, ma si dovrebbe lavorare come se esistesse non solo per Molentargius ma anche per altri problemi (Poetto, trasporto pubblico, etc.), altrimenti risultati non ne arriveranno.
In questo senso, si potrebbe discutere di Molentargius nell’ambito del recente accordo firmato un con la Provincia, un accordo concertativo che sta funzionando su alcuni filoni (Lavoro, Socio sanitario), meno sul versante dello sviluppo. Ma è previsto un filone AMBIENTE nel quale può essere inserito anche il problema Molentargius.
Importante anche il filone formazione ( se veramente identifichiamo lo sviluppo di Molentargius con le filiere del sale, del turismo, della talassoterapia) dobbiamo fin dora prevedere i momenti di formazione mirati nel piano provinciale.
“Naturalmente, proprio in considerazione del ruolo delle imprese, si deve allargare il tavolo di concertazione, promosso dai Comuni e dal Parco, agli altri attori sociali (Confindustria, API SARDA, mondo cooperazione e sensibilizzare la pubblica opinione e i cittadini.
Infine, a giudizio del sindacalista, è importante affermare un nuovo modello di sviluppo, non basato esclusivamente sul consumismo, ma tarato su iniziative economiche alternative che siano compatibili con l’ambiente e portino comunque ricchezza e occupazione nel territorio.

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