Ammortizzatori, intesa Governo-Regioni
Il Governo e le Regioni hanno raggiunto l'accordo sul finanziamento degli ammortizzatori sociali per gli anni 2011-2012. L'intesa prevede che il 60% della copertura sia a carico dello Stato, il 40% a carico delle Regioni. Le risorse ammontano, per la parte statale, a un miliardo, al quale si aggiungono 700 milioni di risorse residue, più i soldi delle Regioni. Per il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni: "Bene che ci sia stato un accordo Stato-Regioni sugli ammortizzatori sociali". Bonanni ha apprezzato l'aumento della percentuale da 30 a 40 dell'apporto delle Regioni. "È un accordo - ha detto - che ci rende più sereni e ci protegge nel modo migliore". Anche secondo il segretario generale aggiunto Cisl, Giorgio Santini: "E' apprezzabile l'assunzione di responsabilità da parte di Governo e Regioni che, dopo un confronto non sempre facile, hanno raggiunto l'atteso accordo che finalmente chiarisce l'ammontare delle risorse disponibili per finanziare, per il 2011, gli ammortizzatori in deroga e le politiche attive del lavoro ad essi collegate. Per quanto riguarda la ripartizione della spesa tra Ministero del Lavoro e Regioni l'accordo copre anche l'anno 2012". "In particolare valutiamo positivamente l' orientamento più spiccato, rispetto al trascorso biennio, sulle politiche attive, che l'accordo prevede siano progettate in funzione della finalità (ricollocazione oppure riqualificazione mirata al rientro nella stessa azienda) e sulle quali si richiede un maggiore coinvolgimento delle imprese. Resta ferma - sottolinea - la gestione di tutta la partita nei tavoli di concertazione regionali". "Ora sollecitiamo il Governo a fare ulteriori passi in avanti, a partire dall'attuazione della norma che consente ai lavoratori coinvolti da accordi di mobilità entro il 30 aprile 2010 di andare in pensione con le norme precedenti allo slittamento delle "finestre mobili", nonché - conclude Santini - di rilanciare in tempi brevi il contratto di apprendistato, valorizzandone il ruolo formativo ed incentivandolo sul piano economico, per affrontare il tema della disoccupazione dei giovani, che più difficilmente possono utilizzare gli ammortizzatori sociali". Sempre sul fronte occupazionale, le medie imprese italiane hanno ripreso fiato nel 2010 e guardano al 2011 con ragionevole ottimismo verso le opportunità di crescita. Questo è quanto emerge dai dati dell'ultima indagine Unioncamere-Mediobanca sulle medie imprese italiane. Si tratta di un campione composto da oltre 4 mila aziende dove il 6,1% prevede un aumento della produzione, l'8,3% un aumento del fatturato, il 7,9% un incremento delle esportazioni. Da un punto di vista strettamente occupazionale, dal Rapporto emerge come il 30,5% delle medie imprese ha ricominciato lo scorso anno ad espandere la propria base occupazionale, riducendo progressivamente il ricorso agli ammortizzatori sociali. Occupazione che, stando all'indagine, ha puntato soprattutto su assunzioni qualificate di professioni tecniche. perchè i candidati non ci sono o non hanno una preparazione adeguata.
(20 aprile 2011)