Nota Segretario Generale CISL Cagliari Fabrizio Carta su situazione occupazionale provincia di Cagliari.
I recenti dati statistici, resi pubblici dall’ISTAT, relativi alle singole province italiane nel 2010, rendono evidente la crisi che colpisce in modo forte anche la provincia cagliaritana, spesso considerata privilegiata per la sua posizione nella classifica nazionale del reddito pro capite, ma che sta vivendo una caduta del tasso di attività molto forte.
Per dare un giudizio, occorre valutare, in modo congiunto, sia il tasso di disoccupazione che quello di occupazione che il tasso di attività nelle componenti maschile e femminile e giovanile.
Ebbene, in ognuno di questi parametri, la provincia di Cagliari registra un peggioramento sostanziale, sia in termini assoluti che percentuali ma addirittura – sembra paradossale, ma così dicono i dati ISTAT – per diversi aspetti, la situazione è peggiore non solo della media italiana (e ciò non stupisce), ma anche della media regionale sarda.
Tutto ciò segue un anno particolarmente difficile (il 2009) durante il quale nella provincia di Cagliari le forze lavoro erano diminuite di ben 10000 (diecimila) persone. Occorre ricordare che la forza lavoro è costituita dalle persone occupate e da quelle in cerca attiva di occupazione. Nel 2010, il dato peggiora ancora e diminuisce di altre 5000 (cinquemila) unità. In provincia, sono infatti 234000, secondo l’Istat, coloro che sono occupati o cercano lavoro. Il tasso di attività, per la fascia di età 15/64 anni, scende dunque al 58,7% perdendo 1,3% rispetto al 2009 e rimanendo più basso del dato regionale (59,5%).
Se si disaggrega il dato del tasso di attività femminile, si nota che la caduta è minore rispetto a quello degli uomini, ma ciò non deve stupire di fronte ad una provincia nella quale l’occupazione è addensata in larga misura nei servizi e dove vi è stato un incremento, per esempio, del lavoro di cura e di quello domestico nel quale, tradizionalmente, sono impegnate più donne. In ogni caso vi è sempre un divario enorme (di ben 20 punti percentuali) tra il tasso di attività maschile e quello femminile, mentre rispetto al dato nazionale, quello cagliaritano è più basso del 2%.
Insomma, diminuiscono gli occupati ed aumentano gli scoraggiati, coloro che non cercano lavoro, mentre, per converso, aumentano i percettori di ammortizzatori sociali in deroga, chiaro sintomo di una crisi che colpisce non solo il settore industriale, ma anche il tessuto connettivo della provincia di Cagliari, fatto in maggioranza di micro imprese sotto i 10 dipendenti. Una crisi strisciante, silenziosa, che mette in difficoltà lavoratori quasi invisibili di settori come il terziario, la cooperazione, i call center. Si consideri, in proposito, che molte casse integrazioni in deroga, magari alla 2^/3^ proroga, spesso nascondono o rinviano nel tempo una crisi senza ritorno.
Del resto, mentre, negli anni passati, i più colpiti apparivano, purtroppo, i lavoratori precari, nel 2010 la crisi incide anche sul lavoro subordinato a tempo indeterminato.
Il tasso di inattività giovanile arriva al 70% nella fascia d’età 15/24 anni e ad oltre il 31% in quella 24/35 anni, con divari negativi sul dato nazionale e ciò la dice lunga su quanto si dovrebbe fare per dare risposte al mondo giovanile, sia per un lavoro di qualità, sia per l’inserimento nel mondo delle aziende.
Aumenta anche il tasso di disoccupazione (rapporto tra coloro che cercano lavoro e non lo trovano e le forze lavoro) salito al 12,4% con un incremento di 1,4% in un anno mentre, in parallelo, diminuisce di due punti il tasso di occupazione.
Si conferma, infine, l’addensamento dell’occupazione nel terziario e nei servizi che rappresenta oltre l’80% dell’occupazione, mentre l’industria rimane a poco più del 15%,
Da qualunque parte la si guardi la situazione non è rosea.
Ma la provincia di Cagliari è ricca di potenzialità che aspettano di essere colte, se ci sarà un sforzo comune delle forze sociali e imprenditoriali, la predisposizione di percorsi formativi che non siano fini a se stessi ma funzionali agli assi di sviluppo prevedibili e futuri dell’economia provinciale (turismo, portualità, ricerca, ambiente, riqualificazione, anche edilizia, dei centri storici) se si punterà su ricerca e Università e se la pubblica amministrazione, dalla Provincia di Cagliari, il cui ruolo è fondamentale nell’ambito delle politiche del lavoro e dell’impiego, ai comuni dell’area vasta, a partire dal capoluogo, sapranno agire in una logica metropolitana, perché solo così si possono affrontare e risolvere i problemi dell’occupazione e dello sviluppo.
Il Segretario Generale
Fabrizio Carta