Thyssen, da Confindustria applausi "fuori luogo"
SALUTE E SICUREZZA
Su una cosa sindacati, politici e familiari delle vittime concordano: quegli applausi che hanno accolto l'ad di Thyssen, Harald Espenhahn, da parte dell'assise di Confindustria a Bergamo, sono stati del tutto "fuori luogo". E in qualche modo anche il presidente degli industriali, Emma Marcegaglia deve essersene resa conto se - come riferisce una nota diffusa da Confindustria - la stessa Marcegaglia "si è messa in contatto con l'associazione Legami d'Acciaio per chiarire quanto accaduto alle Assise di Bergamo e per riaffermare la vicinanza di Confindustria tutta ai familiari delle vittime della stabilimento Thyssen. Marcegaglia ha, inoltre, ribadito l'impegno assoluto di Confindustria di garantire sempre di più la sicurezza nei luoghi di lavoro con iniziative concrete".
"Con Confindustria ci siamo incamminati su una strada per individuare le soluzioni più idonee" nella sicurezza sul lavoro: "Da questa vicenda se ne esce non con le polemiche, ma appunto con le soluzioni", ha affermato il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, a proposito della questione Thyssen e dell'applauso riservato al suo amministratore delegato dall'assise di Confindustria. "La vicenda della Thyssen ha ribadito come in Italia imprese e lavoratori debbano fare di più e debbano maggiormente responsabilizzati per la sicurezza", ha concluso Bonanni a margine di un convegno sull'Europa all'università Bicocca di Milano.
Comunque, una precisazione dovuta secondo il segretario generale della Fim Cisl, Giuseppe Farina, per il quale la sentenza sul rogo della Thyssen Krupp "va rispettata da tutti e anche dalla Confindustria". "Per quanto riguarda i problemi della presenza di Thyssen in Italia - aggiunge il sindacalista - sono quelli che hanno tutte le aziende siderurgiche, a cominciare dagli alti costi dell'energia". Anche l'applauso che ha accolto l'ad di Thyssen risulta a Farina fuori luogo: "A me sembra che bisogna applaudire le sentenze della magistratura, salvo poi ricorrere in appello. È una sentenza che definisce responsabilità e va rispetatta. Gli applausi possono essere letti come espressione di solidarietà umana nei confronti della persona e posso anche comprenderlo, ma non lo accetterei se fossero stati fatti nei confronti della sentenza. Non lo condividerei affatto".
Antonio Boccuzzi, unico sopravvissuto dell'incendio in cui morirono sette suoi colleghi di lavoro, stamattina riferisce di aver provato "un tuffo al cuore". "Mi sono venuti in mente altri applausi - aggiunge - . Quelli del giorno dei funerali, quando le bare uscivano sul sagrato del Duomo di Torino e la gente che chiamava eroi i miei compagni. E poi gli applausi della sera della sentenza". Quelli provenienti dall'assise degli industriali, invece, a Boccuzzi sono sembrati "un fischio alla giustizia, all'idea che chi lavora debba essere rispettato perchè è una persona".
Per il segretario generale aggiunto della Cisl, Giorgio Santini, si è trattato di "un applauso comprensibile dal punto di vista della solidarietà umana" ma del tutto fuori luogo se interpretato in chiave-sentenza. "Non voglio usare aggettivi roboanti - chiarisce Santini - È una cosa comprensibile dal punto di vista della solidarietà umana, ma sul piano dei fatti e delle questioni di legge non lo condivido: le sentenze vanno comunque sempre rispettate. Sia da parte degli imprenditori che del sindacato. Non trovo accettabile che le si contestino. L'azienda ora in sede di appello potrà portare le sue motivazioni e combattere sul piano giuridico. Ma affiancare l'emotività alle sentenza non è mai una buona cosa".
Anche per il ministro Paolo Romani, quello di Confindustria è stato "un applauso controverso", pur ammettendo che "statisticamente è vero che è l'unico caso di omicidio volontario per un incidente sul lavoro". Durissimo il commento dell'associazione Legami d'Acciaio, che riunisce i familiari delle vittime ed ex operai ThyssenKrupp Torino. Nel definire "gravissime la posizione e le dichiarazioni di Confindustria, in particolare del Presidente Emma Marcegaglia", l'associazione afferma che "Confindustria, anzichè prendere le distanze dagli assassini della ThyssenKrupp, che - a suo parere - non hanno esitato a lucrare ignobilmente sulla pelle dei lavoratori, esprime loro solidarietà e vicinanza, dimenticando il terribile calvario patito dalle vittime e dai loro familiari e parenti, dimostrando un cinico disprezzo verso la vita dei lavoratori".
E.C.
(9 maggio 2011)