Nella regione quasi un sardo su quattro non trova lavoro. Un giovane su due è disoccupato
«La debolezza strutturale del sistema produttivo isolano, aggravata da un contesto di crisi generalizzata, e alcune diseconomie che affliggono endemicamente la nostra regione, determinano una scarsa domanda di lavoro, bassi redditi, elevata incidenza della povertà relativa». Così Mario Medde stamattina al Consiglio generale della Cisl sarda, i cui lavori sono stati conclusi dal segretario confederale Luigi Sbarra.
Sul lavoro, le ultime rilevazioni disponibili dell'ISTAT per il 4^ trimestre 2010 registrano un tasso di disoccupazione complessivo pari al 14,7%, valore superiore di 6 punti percentuali rispetto a quello medio nazionale. Considerando anche il fenomeno dello "scoraggiamento" si può dire che in Sardegna quasi un sardo su 4 non trova lavoro e un giovane su due è disoccupato.
«Per questi motivi - ha aggiunto Medde - il problema del lavoro e della questione sociale diventa centrale nella difesa dei diritti di cittadinanza e nelle politiche dello sviluppo. Le stesse trasformazioni istituzionali non possono prescindere dall'obiettivo prioritario di garantire maggiori opportunità lavorative e la dignità nel lavoro».
Medde ha indicato le direttrici fondamentali lungo le quali si muovono le iniziative della Cisl sarda: autonomia finanziaria della Regione e delle sue istituzioni; maggiore capacità di spesa della Regione attraverso le riforme necessarie e la rivisitazione del patto di stabilità; trasferimento di funzioni e poteri agli enti locali per meglio affermare il principio di sussidiarietà e il federalismo interno; un programma pluriennale per la crescita economica e lo sviluppo; piano straordinario per il lavoro giovanile e per il reimpiego; programma pluriennale per la scuola, la formazione e le Università della Sardegna.