Procede il confronto in Provincia di Cagliari, sul piano dei servizi minimi di trasporto pubblico locale per l'area vasta, presentato dalla Commissione Trasporti e dal suo Presidente Luca Mereu.
La delegazione della CISL, riprendendo quanto discusso nella prima riunione, ha presentato un promemoria scritto nel quale brevemente vengono riepilogate le osservazioni sindacali.
E' necessario, a giudizio di FIT e CISL, porre la massima attenzione al problema trasporti, anche perché sono alle porte forti tagli e aumenti dei costi per il trasporto pubblico locale, addossati in numerosi casi alle fasce più deboli della popolazione (pensionati, famiglie, studenti).
La CISL e la FIT condividono naturalmente le finalità del piano ed in particolare la necessità di eliminare le sovrapposizioni tra vettori favorendo le integrazioni, di far emergere le esigenze delle fasce più deboli, di identificare servizi aggiuntivi e individuare interventi sulle infrastrutture.
E’ condivisibile il metodo proposto basato sui confronti con le forze sociali, istituzionali e imprenditoriali. Senza il coordinamento, magari messo in campo dalla Provincia, la collaborazione del capoluogo e dei Comuni dell’hinterland cagliaritano, delle forze sociali e imprenditoriali, delle aziende del trasporto locale, sarà difficile tradurre in atti concreti i pur buoni intendimenti. Ciò anche ai fini del consenso alla fattibilità del progetto da parte degli enti coinvolti.
Bisogna fare fronte comune per spingere sulla realizzazione e sul completamento di quelle infrastrutture necessarie per la viabilità e per rendere i trasporti nell’area più efficienti e rispondenti alle esigenze della popolazione di Cagliari e hinterland, tenendo conto del progressivo spopolamento del capoluogo ed il contemporaneo incremento esponenziale dei residenti nel circondario e nell’area vasta, (Vedi Quartu S.E., Capoterra, Sestu, Assemini e Settimo S.Pietro.).
Per effetto di tutto ciò, verso il Comune di Cagliari gravitano, quotidianamente, migliaia di mezzi privati e pubblici che rendono il problema del traffico una delle emergenze più urgenti da risolvere.
Le stesse scelte della Provincia di Cagliari, come evidenziato nel primo incontro, sono state determinate dall’assenza o dalla limitatezza delle infrastrutture, a partire dalla inadeguatezza delle strade 195, 554, 125, dal mancato completamento della metropolitana leggera e dall’incognita derivante dalla fattibilità o meno della metropolitana sotterranea.
Proprio per questo occorre che la Provincia affianchi alla sua azione per il piano provinciale, le iniziative di carattere generale.
La CISL chiede che il piano sia dinamico e si adatti alle modifiche che, tempo per tempo, si registreranno e alle esigenze sempre nuove, anche perché lo scenario orbitale, con parcheggi di scambio, sarebbe certamente più funzionale anche se, oggi, come detto nella relazione, impraticabile a causa delle carenze delle infrastrutture stradali. Tutti sappiamo, però, che l’ipotesi orbitale è la più utilizzata, come piano, specie nelle grandi città.
In alternativa ci sembra più adatto il piano “attestamenti”, specie per le piccole città che vogliono riorganizzare e sviluppare un serio assestamento del traffico veicolare. Questo scenario sarebbe utilissimo nel capoluogo, il quale, servendo con qualità e frequenza tutti i collegamenti provinciali, sarebbe un buon inizio per una maggiore efficienza del servizio.
Le altre priorità, a parere della CISL, sono: i trasporti verso la zona industriale ed i luoghi di lavoro, in genere, il pendolarismo degli studenti e dalle zone interne, la sopravvivenza dei servizi a chiamata per i disabili.
Sul primo aspetto (trasporti verso zona industriale di Sarroch e Machiareddu) occorre intercettare la domanda di mobilità non solo da parte della città di Cagliari ma anche e soprattutto dagli altri comuni e agire insieme a CONFINDUSTRIA e CGIL CISL UIL per rafforzare le corse dedicate, incrementarne l’utilizzo da parte degli utenti lavoratori attraverso agevolazioni, incentivi nonché attraverso la promozione di un programma di sensibilizzazione che aumenti la cultura dell’utilizzo del trasporto pubblico, per diverse motivazioni: sicurezza sul lavoro, visto che la metà degli incidenti mortali sul lavoro sono in itinere o sulla strada, rispetto dell’ambiente, modello di consumo e di vita più sobrio, risparmio energetico e personale. Su questo aspetto è necessario interloquire anche con la Regione Sarda.
Per gli altri luoghi di lavoro, analogamente, sarebbe da ripensare la politica del trasporto pubblico, coinvolgendo le rappresentanze aziendali e favorendo la creazione del cosiddetto mobility manager
perlomeno a livello comunale.
Sul pendolarismo degli studenti occorre, data la scelta presa (Corridoio), favorire le fermate dei mezzi pubblici suburbani nei pressi delle scuole per evitare trasbordi, come del resto indicato nel piano.
Circa i disabili, andrebbe confermato il progetto AMICO BUS, che sta riscuotendo un buon successo e che, al di là di eventuali costi, qualifica in senso positivo il servizio di trasporto pubblico locale.
Altro problema è quello della bigliettazione unica che va riproposto ai diversi vettori, almeno per quanto attiene l’utilizzo integrato metro mezzi del CTM.
In ogni caso, a giudizio della CISL e della FIT, il piano proposto appare per ora incompleto perché non traspare alcuna notazione circa le risorse disponibili: produzione economica, stanziamenti, mezzi, uomini. E’ invece necessario trovare queste risorse, calcolarle esattamente, anche in funzione del raggiungimento dell’obiettivo del 35% di prodotto per azienda.
E’ estremamente necessario, non perdere forza lavoro e migliorare la maglia dei collegamenti, conquistando qualità ed efficienza. Definire, infine, un costo chilometrico rispondente al servizio reso, per rispettando i parametri standard europei di servizio di offerta.
Per questi motivi è opportuno che siano aperte non solo le interlocuzioni bilaterali (Provincia con sindacati, Provincia con aziende etc.) ma un tavolo generale dove vengano messe in evidenze le diverse competenze e le diverse necessità. Così facendo, avremo modo di conoscere parametri più ampi per l’accessibilità all’offerta, sia in termini economici, di risorse umane, di mezzi ( numero e tipologia), chilometri e frequenze temporali.
In questo senso si potrebbero cogliere spunti da alcune esperienze positive, ipotizzate anche in Sardegna; per esempio appaiono più dettagliati il piano di trasporti della Provincia di Nuoro e quello del Medio Campidano, dove si illustra con più attenzione cosa si vuole, come si vuole ottenere, con quanti chilometri e il costo in dettaglio.