18/07/2011
FIAT, dopo la sentenza che giudica legittimi gli accordi di Pomigliano e la condanna dell'azienda per attivitą antisindacale, si dia il via agli investimenti.
"No ad aprire un nuovo tormentone sugli investimenti della Fiat, che sono gia' stati fatti". Cosi' ha risposto Raffaele Bonanni, segretario generale Cisl, a chi gli ha domandato se fosse preoccupato per una eventuale messa in discussione dell'impegno del Lingotto in Italia, dopo la sentenza su Pomigliano d'Arco. "Gli investimenti - ha detto Bonanni a margine di un'assemblea regionale della Cisl a Bologna- a Pomigliano sono in piedi, e anche a Mirafiori. E sono stati gią fatti granzie agli accordi che riconosciuti non solo dai lavoratori, ma anche dal giudice che e' stato interpellato dal ricorso Fiom. In quella sentenza ha avuto ragione chi, come noi, ha ritenuto che l'accordo fosse legittimo e assolutamente costituzionale''. E sono stati sbugiardati coloro che per mesi non hanno fatto capire nulla a parecchia gente, facendo tante chiacchere''. A questo punto, ha concluso ''si tratta di lavorare sindacalmente per attirare gli investimenti, non per scoraggiarli. Perche' il lavoro si fa con gli investimenti". Bonanni ha poi replicato alle parole di Susanna Camusso, Segretario generale della Cgil, in riferimento alla sentenza su Pomigliano d'Arco. "Camusso deve invitare la sua organizzazione a fare accordi e a sostenerli per ottenere l' occupazione''. ''L'altro ieri -ha proseguito- il giudice ha dato ragione a chi diceva che non fosse anticostituzionale o illegittimo fare quell'accordo. E invece si mena il can per l'aia. La realta' e' che di fronte al loro ricorso sono stati sconfitti prima sindacalmente, poi giudiziariamente''. A chi gli ha fatto notare che la sentenza dice anche che non si puo' escludere un sindacato, Bonanni si e' detto d'accordo: ''E' ovvio. Come e' ovvio - ha aggiunto - che dall'accordo interconfederale firmato da Cgil, Cisl e Uil cambia la storia delle fabbriche italiane. E anche in Fiat la Fiom dovra' sottoporsi al giudizio maggioritario dei lavoratori. Finora non lo ha voluto fare, non ha riconosciuto le maggioranze''.