24/07/2011
Banca di Cagliari: l’assemblea dei soci approva le modifiche statutarie e regolamentari proposte dai commissari
Banca di Cagliari: l’assemblea dei soci approva le modifiche statutarie e regolamentari proposte dai commissari.

I commissari della Banca di Cagliari, in amministrazione straordinaria da poco più di un anno, hanno presentato le modifiche statutarie e regolamentari, convocando l’assemblea dei soci.
Tra le modifiche più significative quelle previste dall’articolo 32, in relazione alla composizione del consiglio d’amministrazione. Sono stati inseriti due commi aggiuntivi che prevedono cause di decadenza o ineleggibilità per coloro che ricoprono o hanno ricoperto cariche istituzionali (nei comuni, province, regione, parlamento) e per coloro che nei due esercizi precedenti l’adozione dei relativi provvedimenti hanno svolto la funzione di amministrazione, direzione o controllo della società, qualora la Banca sia stata sottoposta alle procedure di cui al titolo IV art. 70 e segg. Del decreto legislativo 1/9/1933 n.385 (amministrazione straordinaria.) Questa ultima causa di ineleggibilità ha una durata di cinque anni.
Modificato anche l’articolo 33: non può essere nominato presidente, salvo il caso di ricambio totale del CDA, chi non abbia già fatto almeno un mandato come Sindaco o amministratore. Sempre lo stesso articolo prevede che sia il consiglio ad eleggere il Presidente e non l’assemblea dei soci.
Poi l’articolo 42 prevede, per i componenti il collegio sindacale, le stesse norme di ineleggibilità stabilite per il consiglio d’amministrazione.
L’articolo 46 regola la funzione del direttore che non può essere nominato se coniuge, parente o affine, entro il 4° grado, degli amministratori ed entro il secondo grado dei dipendenti.
E’ stata poi introdotta una norma transitoria (articolo 53) che disciplina gli interventi di sostegno del Fondo di garanzia dei depositanti del Credito cooperativo. In questi casi, vi è una limitazione nella scelta degli amministratori e dei sindaci. Essi possono essere eletti solo se sono all’interno di una lista di nominativi che deve avere il gradimento preventivo del Fondo di garanzia. Anche la funzione di direttore è scelta con gli stessi criteri.
Tale norma transitoria si applica anche in occasione del primo successivo rinnovo delle cariche sociali alla scadenza statutaria, a meno che non sia stato rimborsato integralmente e anticipatamente lo strumento di patrimonializzazione. In questo caso, l’elezione sarà regolata dallo statuto per la via ordinaria.
Nel regolamento è stata variata, ai fini della candidatura ad amministratore, l’anzianità necessaria per i soci, passata da due anni a novanta giorni,
Su queste proposte si sono registrate forti critiche da parte di un nutrito numero di soci (ne erano presenti circa 500 sul totale di 1600).
Al termine della discussione, le modifiche sono state approvate con una lieve maggioranza (270 a 220) A questo punto il commissariamento cesserà e verranno indette le elezioni per il nuovo consiglio d’amministrazione.
Come è noto, molti iscritti della Cisl e diverse strutture sindacali confederali e di categoria sono socie, da diverso tempo, della Banca di Cagliari. Il sindacato non ha e non deve avere alcun interesse economico e finanziario nell’azienda. Si comprarono delle quote, modeste come entità, avendo come unico obiettivo l’esigenza di partecipazione ad un’azienda bancaria che doveva e deve essere vicina e funzionale alle esigenze dei cittadini di Cagliari e dell’area di riferimento. E’ dunque interesse comune quello di garantire la prosecuzione dell’attività della banca e che essa rimanga in mano ai cagliaritani. L’estensione del numero dei soci è un obiettivo da condividere, pur ricordando i meriti di chi ha fondato la Banca e dei soci e amministratori storici, che non sono messi minimante in discussione.
E’ vero che la norma transitoria toglie ai soci, in parte, il potere di scelta degli amministratori (limitandola a quelli di gradimento del Fondo), ma tutto questo (che sarà provvisorio) si sarebbe potuto evitare solo se fossero stati trovati ulteriori capitali alternativi a quelli del Fondo di garanzia delle banche di credito cooperativo. Una cosa molto difficile in questo momento di crisi economica.
I soci si sono trovati davanti ad un’alternativa non facile e questo giustifica le accese discussioni. Ora, a fronte del risultato favorevole alle modifiche, bisognerà agire per far si che la Banca raggiunga gli obiettivi che le sono propri: raccogliere e investire nel territorio, privilegiando il mondo della cooperazione, l’artigianato, i lavoratori e favorendo così lo sviluppo socio economico della provincia cagliaritana e dell’intera Sardegna. C’è la necessità, accanto ai colossi bancari, delle piccole banche sul territorio.
Nota a cura di Fabrizio Carta segretario Cisl Cagliari.