NOMINA PRESIDENTE AUTORITA' PORTUALE DI CAGLIARI
Sui futuri scenari dell'autorità portuale di Cagliari, interviene il segretario regionale della FIT, Corrado Pani. Più che di nomi, si deve parlare di programmi.
COMUNICATO STAMPA
Settembre si avvicina ed è per questo motivo che in questi giorni fervono i preparativi da parte degli enti ( i comuni di Cagliari, Capoterra e Sarroch) oltre alla Regione, alla Provincia e alla Camera di Commercio, designati a proporre rispettivamente la terna di nomi che verrà inviata al Ministro Matteoli per il rinnovo della Presidenza dell’Autorità Portuale di Cagliari.
Ebbene, siamo alle solite , nel porto di Cagliari parlare di elezione del Presidente dell’Autorità portuale è come assistere a sconfortanti teatrini;
Ci sono gli enti che fanno a gara per proporre le rispettive terne di nomi, ma in realtà non si rendono conto che tutto ciò che ruota intorno sia al porto di via Roma che al Terminal Container, va amministrato da una figura competente, capace di cambiare registro con interventi mirati e nello specifico con provvedimenti capaci di rigenerare e rilanciare l’occupazione.
La cosa certa è, se anche questa volta non si sceglie bene, chi ne avrà la peggio saranno gli oltre 1000 lavoratori, operatori portuali diretti e indiretti che operano nei rispettivi due Porti.
Il traffico ro ro oramai sta andando a picco, le merci alla rinfusa scarseggiano, il terminal container cerca di sopravvivere grazie ad aiuti esterni che tamponano le elevate tasse di ancoraggio;
per non parlare poi dell’70% delle imprese portuali che attualmente utilizzano ancora la cassa integrazione; Un ente che in questi anni non ha fatto altro che pensare ad assunzioni di personale, a variazioni di bilancio, creare contenziosi con i propri dipendenti, inaugurare water front e portare navi da crociera quando i negozi sono chiusi ma in realtà non si è mai reso conto che il lavoro portuale era ed è allo sfascio.
Dobbiamo dire basta a questo scenario, Cagliari ha bisogno dell’operatività dei suoi due Porti, non vogliamo il ripetersi della disastrosa situazione che ha accompagnato la portualità Cagliaritana nel corso del 2008 con i porti chiusi.
Comprendiamo il doveroso rispetto della legalità, sarebbe assurdo e autolesionistico far prevalere le ragioni burocratiche ma ci piacerebbe poter far assumere ai decisori, una volta per tutte, la strategicità del trasporto, in quanto primario elemento di capacità competitiva, di riorganizzazione territoriale, di eliminazione di sprechi, in buona sostanza di soddisfazione per addetti e fruitori.
Non è compito delle organizzazioni sindacali parteggiare per nessuno, se non con le ragioni dello sviluppo e del lavoro, ma ci permettiamo invece di suggerire al neo presidente, chiunque esso sia, un unico interesse comune a tutti ovvero quello di promuovere nuova occupazione e salvaguardare quella esistente.
Come scrisse Peter Nichols da “Italia Italia”… assistiamo ad un walzer di nomi tutti rispettabili, ci mancherebbe, ma in realtà sono solo nomi.
Dei problemi in generale che da anni affliggono la Portualità non ne sanno parlare il linguaggio ne tantomeno ne condividono i problemi, sebbene gli stessi problemi vengano posti alla loro attenzione perché li risolvano.
Non sarebbe meglio ricominciare ad agire in maniera pragmatica?
Se cosi non fosse rischieremo di assistere a telenovelas tra enti e politici, rischiando di trovarci di fronte alla replica di uno scadente film di serie B già visto e stravisto.
in allegato la nota stampa ripresa dall'Unione Sarda.