COMUNICATO STAMPA
Costruire un denominatore comune per evitare alla Sardegna la recessione economica e sociale
Il lavoro, il nuovo patto costituzionale tra Regione Stato, le riforme istitu-zionali, la lotta alle povertà devono diventare un comune terreno d’impegno in Sardegna.
E’ indispensabile un vasto fronte unitario per promuovere un positivo cam-biamento delle condizioni di vita e di lavoro dei sardi. Oltre le logiche di appartenenza, questo richiede la costruzione di un comune denominatore che, in tempi così difficili nel mondo e in Europa, eviti alla Sardegna una lunga fase di recessione economica e sociale .
Il problema fondamentale è, dunque, garantire prima di tutto migliori e maggiori opportunità agli oltre 50 mila giovani senza tutele di alcuna natu-ra, alle famiglie un reddito dignitoso ben oltre la soglia di quella povertà re-lativa che riguarda 322 mila persone, l’abbattimento di alcune storiche di-seconomie infrastrutturali che penalizzano le imprese e le persone.
Per questi motivi in Sardegna, dopo lo sciopero nazionale della Cgil, su questi obiettivi bisognerà comunque ritornare a lavorare tra tutte le forze che storicamente e unitariamente hanno contribuito alla fase storica della autonomia e della rinascita.
Il prossimo autunno vedrà, dunque, queste sfide nell’isola e sarà possibile vincerle solo se gli interessi fondamentali della Sardegna diventeranno cen-trali.
E’, questo, il segnale forte venuto da tutto l’associazionismo nella marcia del 4 settembre, a Norbello, contro le povertà.
Il Segretario generale
Mario Medde