05/10/2011
Area industriale Sarroch: contrazione della forza lavoro negli appalti. Comunicato unitario.
COMUNICATO CGIL CISL UIL CAGLIARI

La crisi sta colpendo anche il comparto della Raffinazione e quindi la zona Industriale di Sarroch, dove è presente, la SARAS, una delle più importanti raffinerie d’Europa.
Si sta registrando una forte contrazione di forza lavoro nel sistema degli appalti, nell'impiantistica metal-meccanica ma anche nel settore edile. Il livello di esuberi ha spinto il sindacato confederale insieme alla Confindustria a proporre, alle istituzioni regionali, la firma di un protocollo per istituire forme di protezione sociali, finalizzate alla gestione della crisi e, attraverso l’incentivazione, alla ricollocazione dei lavoratori.
CGIL CISL UIL ritengono fondamentale rafforzare la fiducia dei lavoratori attraverso la difesa del loro reddito che si realizza attraverso il legame con il lavoro e con le aziende.
Il Sindacato Confederale e di Categoria si sta battendo per non disperdere le importanti professionalità storiche del territorio per tenere in vita così tutte le potenzialità per l’auspicata ripresa delle attività produttive, senza sottrarsi a una discussione condizionata dal contesto di crisi che investe il settore.
Sarebbe sbagliato e il sindacato auspica che le aziende lo capiscano non determinino il sostanziale azzeramento di una parte dei diritti acquisti, nel livellare il costo del lavoro verso il basso e nel puntare ad un turn-over privo di riferimenti contrattuali e sindacali.
In questo quadro rafforzare i sistemi di protezione sociale (come si è fatto con il protocollo e con le diverse situazioni di CIG e mobilità aperte in molteplici aziende) è una necessità inderogabile, ma non basta se non è accompagnato da volontà precise di perseguire gli obiettivi di tutela del lavoro e delle professionalità, anche in un contesto diversamente articolato.
Una impalcatura così complessa e che vede diversi soggetti coinvolti, direttamente e indirettamente, regge se il livello di affidabilità e di coerenza, per le cose da fare, è passo passo riscontrabile e misurabile con le azioni che si intraprendono.
Questo è il dato che ci preme evidenziare, il perseguimento dell'obiettivo, anzi dei diversi obiettivi, necessità di azioni coordinate e coerenti e di questo esigiamo il riscontro attraverso i fatti, per dare sostanza alla necessità di reciproca affidabilità.
Competitività e prezzo sono parametri presenti in un sistema complesso e aperto ma devono trovare corrispondenza e compatibilità con la difesa del lavoro, del salario, della professionalità e della salvaguardia della sicurezza: la sola analisi del prezzo, se non messa in relazione all'altro complesso di parametri che per noi sono vincoli, determina un arretramento complessivo del sistema.
Le protezioni sociali servono per gestire la transitorietà, se diventano la condizione permanente si trasformano in assistenzialismo mentre il nostro obiettivo è invece il lavoro.
Insomma, ogni aiuto deve essere concepito per mantenere in vita il rapporto formale con la propria azienda, per espandere le professionalità di ogni lavoratore coinvolto nel sostegno, per favorire i processi di ricollocazione.
Non c'è alternativa possibile alla strada indicata dal protocollo con la Regione del 2 agosto scorso, che va attuato nelle sue finalità.
Ad oggi sappiamo del processo che riguarda le gare di pressoché tutti i settori di attività, come abbiamo avuto notizia di possibili evoluzioni nell'affidamento dei lavori: consapevoli che il tema sfugge a una dinamica di stretto controllo sindacale evidenziamo, però, l'esigenza che anche questi processi rispondano alle finalità e agli obiettivi della nuova fase che si è aperta.
La stipula di protocolli di protezione sociali finalizzati alla ricollocazione deve vedere in campo azioni che non determinino situazioni di fatto ostative al processo di ricollocazione.
Questo vuole dire porsi costantemente l'obiettivo della ricollocazione e governare le dinamiche di crescita delle imprese con questa finalità: se i due aspetti sono scissi non si soddisferà l'obiettivo, con ricadute esclusivamente sulla forza lavoro, che non possiamo accettare.
La consapevolezza che abbiamo è che nella crisi occorre più governo e non meno governo, perché il “pieno lavoro” genera condizioni che risolvono da se i problemi occupazionali, il “vuoto lavoro” se non governato genera la non continuità occupazionale e pregiudica il rientro nel sito, facendo saltare il concetto di storicità.
Cgil, Cisl e Uil, unitariamente hanno imboccato la strada della gestione della crisi, ma evidentemente non potremo essere disponibili a una gestione senza concrete possibilità di gestione e in assenza di un disegno chiaro ed esigibile.
Ribadiamo che l’unico modo per gestire questa fase di estrema delicatezza è creare un clima di condivisione generale, altrimenti giocoforza si determinano le condizioni perché ognuno giochi nel proprio campo, con tutte le conseguenze del caso.
Siamo aperti al dialogo ed a percorrere la strada della chiarezza, con la speranza che tutti questi dubbi risultino infondati.

Sarroch, 04 Ottobre 2011