Rapporto immigrazione 2011-11
Sardegna
Nelle settimane scorse è stato presentato anche a Cagliari il dossier per l’immigrazione della Caritas. Il dossier fornisce alcuni dati relativi al fenomeno dell’immigrazione nell’isola.
In linea generale viene messo in evidenza che la crisi economica, iniziata nel 2008 e proseguita nel 2009 e nel 2010 ha fatto registrare trend di crescita negativi rispetto al prodotto interno lordo. In Sardegna si registra l’aumento del fenomeno dei Neet (giovani che non studiano, non lavorano e non si formano) e la disoccupazione giovanile colpisce un terzo dei giovani.
Questo fatto ha, naturalmente, colpito anche i settori, come l’edilizia ed il settore alberghiero, dove si addensa la massima parte della manodopera straniera.
Inoltre, il bilancio demografico della Sardegna è negativo e solo il fenomeno immigratorio lo riequilibra. Nel 2010 si registra, infatti, un aumento della popolazione pari a 3007 unità dovuta proprio al saldo migratorio positivo (+4002) a fronte di un saldo naturale negativo (-992). Il saldo migratorio nell’isola è pari al 2,4%, concentrato soprattutto nella provincia di Olbia, ed in misura minore in quella di Cagliari e Sassari.
Il fenomeno conferma quanto accade nella Sardegna negli ultimi dieci anni periodo durante il quale l’incremento dei residenti stranieri è aumentato del 240%, contro un aumento del solo 1% della componente autoctona. Nell’isola comunque il tasso relativo al numero delle presenze di stranieri, pur essendo aumentato considerevolmente, è tra i più bassi tra le regioni italiane. (meno presenze solo in Basilicata, Val d’Aosta, Molise).
La popolazione straniera si colloca quasi tutta nelle aree di Cagliari ed Olbia con un’incidenza pari rispettivamente al 2,2% e al 6,5%. Gli stranieri soggiornanti in Sardegna hanno un’età media di anni 34,6 un pò più elevata rispetto al dato medio nazionale, ma nettamente inferiore a quella media della popolazione sarda.
I permessi di soggiorno relativi ai cittadini non comunitari erano 18066 (al 31.12.2010) , concessi per metà per motivi di lavoro subordinato (5485). Parecchi anche i permessi rilasciati per motivi familiari (8186) La maggior parte di essi è stata rilasciata a cittadini africani (marocchini 22,2%, senegalesi 12,4% ), asiatici (cinesi 13,6%) e ucraini per il 9,7%. 3026 sono minori iscritti nel titolo di soggiorno dei genitori,
Il 55% degli stranieri proviene dall’Europa, il 22,7% dall’Africa (per metà dal Marocco), segue l’Asia con il 16,5% e America (5,5%), Oceania con 0,1%. La comunità più numerosa è quella rumena con 8259 unità con un aumento di 1640 persone in un anno. A seguire il Marocco con 4420, la Cina 2872, il Senegal 2787, l’Ucraina 1952, la Germania con 1490 e le Filippine con 1368.
Pur con il rallentamento dovuto alla già citata crisi economica, è positivo il contributo delle comunità straniere sul piano socio economico. Di particolare importanza, specie nella provincia di Cagliari, è il contributo all’imprenditorialità. Sono ben 2954 gli immigrati imprenditori.
Anche per il lavoro dipendente, l’apporto degli stranieri è rilevante, tenendo anche conto del fatto che vi è una maggiore disponibilità dell’immigrato a svolgere certi lavori e ad accettare qualsiasi proposta lavorativa, purtroppo a volte anche sottopagata. Nel decennio i lavoratori stranieri assicurati sono passati da 9771 a 23127, anche se nell’ultimo anno vi è una lieve diminuzione (-62). Tale quota rappresenta comunque il 5,7% del totale dei lavoratori assicurati in Sardegna.
Gli occupati sono diminuiti a Sassari (che comprende Olbia) soprattutto a causa della crisi dell’edilizia, mentre sono aumentati a Cagliari. La massima parte dei lavoratori stranieri è assorbita dal settore dei servizi (il 27,5% nel settore ristorazione e alberghiero), poi nell’industria, specie nell’edilizia – pur in calo – e nell’agricoltura. Il fenomeno degli infortuni sul lavoro denunciati all’INAIL ha riguardato 567 lavoratori con particolare riguardo ai rumeni che operano quasi tutti nell’edilizia.
Nonostante la crisi, le rimesse dei lavoratori stranieri sono aumentate: in particolare sono i rumeni ad inviare tali somme verso i loro Paesi d’origine (più di 18 milioni di euro). Rilevante anche la quota verso il Senegal.
Sono stati 4244 gli studenti stranieri iscritti nelle scuole sarde, durante l’anno scolastico 2010/2011 con una percentuale pari al 1,8%. Quasi il 50% di questi studenti proviene dall’Europa, il 25% sono africani, il 19% asiatici.
Infine il dossier commenta le prese di posizione, assunte dai sindacati di polizia e da numerose forze politiche e sociali in merito al Centro di accoglienza di Elmas. Ne denuncia l’inadeguatezza e la pericolosità anche in considerazione della vicinanza con l’aeroporto di Cagliari.
In conclusione, è evidente che la crisi economica incide anche sulla situazione degli immigrati, in particolare sulle opportunità lavorative e sulle tipologie d’impiego. Calano i lavoratori rumeni impegnati nell’edilizia, mentre sembra non conoscere riduzione l’impiego nei servizi ( e qui è rilevante il fenomeno delle COLF badanti specie nel cagliaritano).
In ogni caso, si conferma lo spirito di imprenditorialità degli immigrati, la loro adattabilità, il ruolo altamente positivo nell’ambito dei servizi familiari e di assistenza, l’influenza positiva sull’età media dei sardi e sul numero degli abitanti ed il costante inserimento nel sistema scolastico.
Un fenomeno, dunque, che pur essendo limitato numericamente, rispetto ad altre Regioni, e anche in proporzione alla popolazione, appare importante per l’economia della Sardegna.
Dati tratti dal dossier Caritas. Rielaborati dalla Cisl di Cagliari.