05/12/2011
Lunedì 12 dicembre, sciopero di due ore contro la manovra proclamato da CISL e UIL.
LO SCIOPERO SI TERRA' NELLE ULTIME DUE ORE DI OGNI TURNO DI LUNEDI' 12 DICEMBRE
NELLE PROSSIME ORE ULTERIORI INFORMAZIONI.

MANOVRA

Bonanni: "Lunedì 12 dicembre due ore
di sciopero per riaprire il confronto"


Roma, 5 dicembre 2011. "Siamo preoccupati di quello che sta avvenendo e non poteva che essere così quando si esclude il confronto serrato con le parti sociali, e sottolineo che è la prima volta che succede". Ha aperto in questo modo, Raffaele Bonanni, la conferenza stampa in corso unitamente alla Uil, esprimendo tutta la sua apprensione per quanto successo nei giorni scorsi. "Non poteva che andare a finire in questo modo -ha proseguito- per il solo fatto che non ci sono state mediazioni. Questa manovra e' una misura pesante e senza equilibrio, siamo preoccupati perché a pagare sono i lavoratori, già in difficoltà. Nessuno può sfuggire a questa manovra, e le persone nate negli anni '50 -ha sottolineato- saranno le più colpite perché si trovano inchiodate da un fuoco concentrico: da una parte l'innalzamento dell'età e al passaggio da sistema retributivo a contributivo. Tra l'altro le donne sono le più colpite, il tutto nel pieno della crisi economica che vede molti lavoratori in cassa integrazione in deroga, ordinaria, straordinaria e via dicendo. La manovra quindi colpisce un'area vastissima di lavoratori italiani; molto esposti i lavoratori del privato, delle piccole e medie aziende dove i soldi non sono facilmente reperibili, dove si è in mano alla volontà delle aziende che possono decidere di licenziare. E' una cosa ingestibile".
"Abbiamo chiesto un confronto - è tornato a sottolineare- ci è stato negato accampando una pretesa mai sentita fino ad ora: di ingestibilità di una materia che è del tutto politica - ha prescisato Bonanni riferendosi all'argomento previdenza - Francamente penso sia una decisione bizzarra che non ha nessun precedente in Italia. Il tutto mentre si continua a non fare chiarezza sui fondi speciali, sui tanti che prendono pensioni esorbitanti. Fino a qualche tempo fa si usava l'argomento 'giovani' come scudo per poter pensare una riforma. Oggi non si parla più nemmeno di giovani. Dal 1996 non più del 10% ha la copertura dei fondi, cosa che abbiamo chiesto fosse obbligatoria. Equità, ci è sembrato un termine che risuonasse fortemente qualche giorno fa. Dove è andata a finire? Riteniamo un errore evitare il rapporto con le parti sociali, viene voglia di dire che si commissaria la politica e non il sociale e ci rivolgeremo ai gruppi parlamentari per far vivere un minimo di discussione che ci porti a decisioni sì rigorose ma al rigore deve accompagnarsi l'equità che fino ad ora non abbiamo trovato. Senza confronto non ci puo' essere equità. E come sindacato siamo interessati a questo e su questo problema e su altri della previdenza riteniamo che bisogna aprire una vera e proprio trattativa e su questo non lasceremo correre.Come non siamo d'accordo sulla vicenda fiscale: non deve interessare né i lavoratori né i pensionati perché hanno la ritenuta alla fonte. Ci dispiace che non si sia più parlato di patrimoniale e imposte indirette e ricordiamo al Prof. Monti che sono i sistemi più usati in Europa. Insisto: quando c'è un governo tecnico il sociale deve essere la realtà e cio' non si è fatto: questo è un pericolo. Non si troverà così la coesione nel paese. La vicenda fiscale è cio' che deve essere portata avanti ed il Governo deve dare segni tangibili".
"Dopo le nostre proteste, almeno ci si è astenuti dall' innalzare l'Irpef. Rivendichiamo ora una discussione sul fisco: che fine ha fatto l'affermazione del presidente del Consiglio al Senato che diceva che ci sarebbero state tasse indirette e carichi sui patrimoni? Il Governo ha detto che queste non sono materie di nostra competenza ma ci riconosce competenza sul mercato del lavoro: a Monti e al Ministro del lavoro rispondo che il sindacato non c'è per licenziare la gente. Non rinunciamo ma agiremo in tutti i modi per far rientrare questo tentativo di far fallire i soggeti sociali perché quello che è avvenuto è un vero blitz a scapito delle parti sociali.
Abbiamo forti rappresentanze da gestire e non abbandoneremo così facilmente la nostra reputazione di soggetti riformisti, non molleremo affatto la vicenda che abbiamo di fronte tant'è che chiederemo incontri con tutti i gruppi parlamentari perché il parlamento deve garantire una discussione equilibrata come è da tradizione italiana per la tutela e la garanzia di cittadini, lavoratori e pensionati italiani. Voglio ricordare agli economisti del governo di come non si debbano fare manovre recessive e di come si mantiene e si ravviva la crescita. Non siamo affatto d'accordo sulle misure riguardanti la rivalutazione e il limite di 900 euro.".
"Saremo sotto il Parlamento con una fortissima presenza di lavoratori e non molleremo questa storia per un solo giorno fino al ripristino di un criterio di responsabilità. Se qualcuno vuole commissariare la politica, il sociale non si commissaria!
Questo è un attentato al sindacalismo confederale, un vero e proprio blitz. Per questo chiediamo a tutti i lavoratori della Cisl, della Uil e della Ugl che si è unita a noi, a tutti i militanti, iscritti e dirigenti di fare lunedi' prossimo uno sciopero-protesta nelle ultime due ore di lavoro di recarsi presso tutte le prefetture per far sentire la nostra voce e richiedere con forza di aprire un negoziato. A Roma saremo sotto il parlamento'' - spiega il segretario generale della Cisl e alla Confederazione guidata da Susanna Camusso, dice: ''la Cgil ci chiede di discutere, siamo felici di questo, se sono d'accordo con noi sulla richiesta preliminare di contrattazione, di negoziato, se condivide questa impostazione benissimo. Diversamente marceremo divisi e colpiremo uniti. La nostra parola d'ordine sarà equità e non finiremo di ripeterlo".
Anche il Segretario della Uil, Luigi Angeletti ha ribadito che "non si è voluta fare una trattativa e che le tre parole d'ordine 'rigore, equità e crescita' non sono state rispettate poiché manca totalmente l'equità. Non è vero che il pareggio di bilancio e la crescita non possano essere raggiunti in maniera equa - ha detto Angeletti - l'allungamento dell'età pensionabile doveva servire per avere risorse per i più giovani, ma con i nuovi provvedimenti non ci sono risorse per i più giovani e i più anziani sommano due svantaggi: gli si chiede di lavorare di più e di avere una pensione più bassa. Le donne sono più penalizzate. Si fa cassa con le pensioni e se ci fosse stato un confronto reale con il sindacato ci sarebbe stata anche più trasparenza. Si dice che solo l'Italia ha le pensioni di anzianità, - ha aggiunto - ma quelle pensioni i lavoratori se le guadagnano versando i contributi nell'arco di una vita. La previdenza integrativa è stata completamente tralasciata mentre avrebbe dovuto essere la seconda gamba del sistema pensionaistico in abbinamento al contributivo. Da questa manovra manca la crescita, aumenterà la disoccupazione e non si raggiungerà l'obbiettivo del pareggio di bilancio. In Europa solo le tasse sono l'unico strumento per fare politica economica, ma in questo caso gravano solo sul lavoro dipendente. Per quanto riguarda i costi della politica si sarebbero potuti ridurre di 5 miliardi ed invece non si è fatto nulla. Inoltre il previsto aumento dell'iva deprimerà ulteriormente i consumi. Al Governo chiediamo una politica economica basata su rigore crescita equità".