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NOTA STAMPA DEL SEGRETARIO GENERALE CISL CAGLIARI FABRIZIO CARTA
AREA METROPOLITANA DI CAGLIARI
La vicenda che ha purtroppo interessato la provincia di Cagliari, con la decadenza del presidente Milia, rende obbligatorio occuparsi, con urgenza, dell’assetto degli enti intermedi anche in Sardegna.
Non è utile indugiare sulla polemica, a volte stucchevole e infarcita di faciloneria e demagogia, sui costi della politica e delle province, anche se qualche spreco si annida nelle provincia (anche in quella di Cagliari), la cui eliminazione consentirebbe di tappare qualche falla nel disastrato bilancio del nostro Paese e della regione Sarda.
Pare opportuno, invece, affrontare la tematica non tanto dal punto di vista della riduzione dei costi, quanto da quello della funzionalità delle istituzioni e quindi anche delle province. Esse devono infatti rispondere il meglio possibile alle esigenze dei cittadini e non essere fine a se stesse e fabbriche di sole poltrone o consulenze.
Più volte la segreteria della CISL di Cagliari ha sostenuto, con forza, che i problemi dell’area vasta di Cagliari si devono risolvere con un’azione sinergica delle amministrazioni comunali e delle altre istituzioni politiche e sociali. Il forum dei sindaci dell’area che ogni tanto si riunisce per affrontare alcune tematiche importanti, tra le quali il piano strategico intercomunale, costituisce un passo in avanti che è però risolutivo. Non basta la buona volontà di questo o quel sindaco, ma occorrono regole precise e soprattutto riforme istituzionali.
La Sardegna, rimasta fuori dalla normativa nazionale sulle aree metropolitane, ha però l’opportunità di scegliere una propria via ed identificare, essendo una Regione a statuto speciale, le forme migliori di rappresentanza.
In Sardegna da più parti si è gridato contro la riforma delle province, proposta a livello centrale, in nome della propria identità ed autonomia. Si tratta però di gesti di pura propaganda e comunque sterili, perché l’autonomia la si dimostra, dando risposte di coerenza e di efficienza alla popolazione sarda e non con invocazioni generiche.
Se vogliamo dunque affermare la nostra autonomia, dobbiamo farlo subito ed in questo senso bisogna affrontare con la massima rapidità il problema ”province”. Per Cagliari si potrebbe proporre l’area metropolitana, strutturata sul tipo di quelle riconosciute dalla legge nazionale, ma commisurata, naturalmente, alle esigenze dei sardi e dei cagliaritani.
L’area vasta è un agglomerato di oltre 450000 persone, caratterizzata da una forte urbanizzazione con tanti problemi che si possono affrontare e risolvere solo insieme: dal traffico alla pendolarità, dai servizi sociali alla scuola, dalla sanità all’ambiente ed al trattamento dei rifiuti, dalla politica residenziale al turismo. Anche la valorizzazione delle zone umide o del Poetto, ai fini produttivi e turistici, ha la necessità di una regia che non può che essere metropolitana. D’altra parte la stessa logica dei PLUS (piani locali unitari socio sanitari) è quella di mettere insieme i comuni e la ASL per dare migliori risposte al territorio dal punto di vista socio sanitario.
L’identificazione dell’area metropolitana di Cagliari, con lo scorporo di una parte dell’attuale provincia di Cagliari, potrebbe, tra l’altro, dare più respiro alle altre province (Medio Campidano, Carbonia, Ogliastra), opportunamente riviste, magari con elezione indiretta, come proposto anche da alcuni studiosi sardi.
Tutto ciò permetterebbe di avere istituzioni più agili, meglio rispondenti al territorio ed ai suoi cittadini, innescherebbe percorsi virtuosi di risparmi di risorse pubbliche da investire in sviluppo ed occupazione.
La circostanza casuale della decadenza in provincia ci dà una grande opportunità: non coglierla sarebbe un grave errore..
Cagliari 12/01/2012